VI - - SECONDA RICOSTRUZIONE
DELL'A POLLONION
(il terzo tempio)
i. - L'INCENDIO DEL SECONDO TEMPIO
E LA RICOSTRUZIONE DELLA CELLA
In mezzo alla terra, ai sassi e agli altri materiali che ricolmavano i vuoti
tra i sostegni del pavimento del terzo tempio, e costituivano lo strato di col-
maticelo compreso fra il pavimento del terzo e quello del primo e secondo
vaóq, nelle piccole aree non sconvolte dai precedenti scavi, abbiamo trovato
grande quantità di ceneri, di carboni e tracce di fuoco (anche sugli oggetti),
cosicché non v'è dubbio che il secondo tempio fu distrutto da un incendio.
Osservazioni architettoniche, documenti epigrafici, oggetti erratici e avanzi di
stipe, trovati entro quello strato, ci assicurano che l'incendio e la successiva
ricostruzione del tempio ebbero luogo nel II secolo d. Cr. Con sufficiente sicu-
rezza si può attribuire al tumultus iudaicus la rovina del secondo tempio, e al
principato di Adriano l'inizio della sua ricostruzione.
Un'iscrizione monumentale, trovata sul pavimento di un vano tardo-impe-
riale a sud-ovest dell''Apollonion dice che Adriano, nell'anno III del suo con-
solato (119 d. Cr.), ordinò la ricostruzione delle terme, dei portici, degli sferisteri
e degli edifizi adiacenti di Cirene, che erano stati bruciati e rovinati dalla solle-
vazione giudaica 1.
L'iscrizione non nomina nè l'Apollonion, nè l'Artemisio» che, essendo i più
venerandi monumenti del santuario, difficilmente si possono ritenere compresi
nella menzione generica « caetera adiacentia », dopo quella specifica del balineum
cuììi porticibus et sphaeristeriis, edifizi tanto meno importanti; e siccome pare
inverosimile che Adriano, il òevteqoq xTiotr/G di Cirene 2, non abbia ordinato
1 Per questo e altri documenti relativi al tumultui
iudaicus, cfr. G. Oliverio, in Africa Italiana, 1, 1927,
p. 517 e segg., fig. 5 ; e II, 1929, p. 118 e segg., fig. 8,
dove si ricorda probabilmente il restauro di un tempio
(di Pacate?).
2 Cfr. l'iscrizione dell'agorà di Cirene in G. Olive-
rio, Documenti antichi dell'Africa Italiana, II, 1933,
p. 108, fig. 31.
DELL'A POLLONION
(il terzo tempio)
i. - L'INCENDIO DEL SECONDO TEMPIO
E LA RICOSTRUZIONE DELLA CELLA
In mezzo alla terra, ai sassi e agli altri materiali che ricolmavano i vuoti
tra i sostegni del pavimento del terzo tempio, e costituivano lo strato di col-
maticelo compreso fra il pavimento del terzo e quello del primo e secondo
vaóq, nelle piccole aree non sconvolte dai precedenti scavi, abbiamo trovato
grande quantità di ceneri, di carboni e tracce di fuoco (anche sugli oggetti),
cosicché non v'è dubbio che il secondo tempio fu distrutto da un incendio.
Osservazioni architettoniche, documenti epigrafici, oggetti erratici e avanzi di
stipe, trovati entro quello strato, ci assicurano che l'incendio e la successiva
ricostruzione del tempio ebbero luogo nel II secolo d. Cr. Con sufficiente sicu-
rezza si può attribuire al tumultus iudaicus la rovina del secondo tempio, e al
principato di Adriano l'inizio della sua ricostruzione.
Un'iscrizione monumentale, trovata sul pavimento di un vano tardo-impe-
riale a sud-ovest dell''Apollonion dice che Adriano, nell'anno III del suo con-
solato (119 d. Cr.), ordinò la ricostruzione delle terme, dei portici, degli sferisteri
e degli edifizi adiacenti di Cirene, che erano stati bruciati e rovinati dalla solle-
vazione giudaica 1.
L'iscrizione non nomina nè l'Apollonion, nè l'Artemisio» che, essendo i più
venerandi monumenti del santuario, difficilmente si possono ritenere compresi
nella menzione generica « caetera adiacentia », dopo quella specifica del balineum
cuììi porticibus et sphaeristeriis, edifizi tanto meno importanti; e siccome pare
inverosimile che Adriano, il òevteqoq xTiotr/G di Cirene 2, non abbia ordinato
1 Per questo e altri documenti relativi al tumultui
iudaicus, cfr. G. Oliverio, in Africa Italiana, 1, 1927,
p. 517 e segg., fig. 5 ; e II, 1929, p. 118 e segg., fig. 8,
dove si ricorda probabilmente il restauro di un tempio
(di Pacate?).
2 Cfr. l'iscrizione dell'agorà di Cirene in G. Olive-
rio, Documenti antichi dell'Africa Italiana, II, 1933,
p. 108, fig. 31.