VI
Prefazione
Non ho voluto però approfondirmi molto nelle ricerche archivistiche. Le opere del
compianto Prof. Giuseppe Tomassetti sono qualche volta miniere difficili ad esplorare, ma
sempre ricchissime di informazioni, e le ho citate costantemente. Nessuno, per altro, avrà saputo
meglio di lui che non erano, e che non potevano essere compiute, e che molto ancora si
poteva aggiungere. Ho avuto per esempio la fortuna di poter consultare gli Archivi Ricci
e Madaleni Capodiferro a Montepulciano, e col gentile permesso del Marchese Giulio Ricci
ne do qualche cenno. Le rubricelle e gl’ indici molto ben fatti mi hanno risparmiato spesso
l’esame diretto degli originali.
Oliando ho aggiunto documenti, oltre quelli citati dal Tomassetti, l’ho fatto o perché
essi gettano nuova luce sull’origine dei nomi della nostra carta, oppure perché contengono
notizie non prive di speciale interesse. Per ambedue queste ragioni ho ricordato molti docu-
menti posteriori all’anno 1500, i quali per ciò appunto saranno stati omessi da lui. Da rilevare
fra questi il seguente, indicatomi gentilmente dal Doti. J. A. F. Orbaan:
Nota di tutti i Casali di Roma Immiti di Camera del Retisi: ma perchè da quel tempo in
qua si sono scritti in Camera, si sono tramutate in varie persone. Con la nota delle entrate di
molti signori, e Duchi Romani, con li loro debiti, fatta dal Sig. Giovanni) Bardi 1 fiorentino.
(Arch. Borghese, IV, 285, f. 129 segg.).
È una lista di tutti i Casali della Campagna Romana, che data dall’anno 1595 incirca.
Dopo il 16(X) si sono fatte finora poche ricerche: ad ogni modo pare che il commercio
dei terreni della Campagna Romana, coi continui passaggi, colle suddivisioni o coi raggrup-
pamenti di proprietà, sia quasi del tutto cessato da quell’epoca.
Avrà contribuito a ciò il progresso continuo della piaga malarica, progresso che deve
riferirsi appunto agli anni 1600-1750; e in ciò convengo pienamente col Tomassetti (Vili,
pag. 167).
Il Catasto fatto d’ordine di Alessandro VII per lo più nell’anno 1660 (al quale appar-
tiene la grande maggioranza delle piante che lo compongono, non essendovi nessuna di
data posteriore al 1668) oltre ad aver apportato una profonda modificazione alla cartografìa
della Campagna Romana (v. più sotto, pag. 9), è stato per me ricco d’indicazioni preziose.
Parecchie piante appartengono ancora alla seconda metà del secolo xvi : altre poche sono
copie posteriori di esse.
Il Catasto è conservato nell’Archivio di Stato in Rorpa: consiste in parecchie serie di
piante di tutte le tenute della Campagna, ordinate secondo le porte della città per le quali
sono accessibili: alla testa di ciascuna serie vi è inoltre almeno una veduta della porta, una
pianta generale della via, ed uh elenco delle tenute. Questo elenco pare che sia stato ripe-
tuto a stampa insieme colla prima edizione della pianta che il Cingolani pubblicò nel-
l’anno 1692, basandosi intieramente sopra il Catasto di Alessandro VII (v. più sotto, pag. 10),
ma noi non abbiamo che una seconda edizione dell’elenco, fatta dal Campiglia nel 1770. Ho
creduto quindi far opera utile, riproducendo in appendice tutto l’elenco originale, come si
trova, unito alle diverse serie di piante del Catasto ; e vi ho aggiunto da una parte le indi-
in diversi casi ove egli cita lo stesso documento parecchie volte,
sotto ciascuno dei nomi che vi s’incontrano, i dati ora sono
giusti, ora sbagliati.
Poi nel testo dei documenti stessi si trovano molte indicazioni
di confini ecc. non riportate nelle notizie sommarie dello Iaco-
vacci. Di ciò mi sono convinto dopo un rapido esame di pochis-
simi protocolli all’Archivio di Stato, quali:
137 di Scipione Arroni (1518-1550) ;
567 di Lodovico Ceci (1514-1527);
1522 di Curzio Saccoccia (1564).
Un poco più ampi sono i sunti dati dall’ignoto autore della
Nota Casalium Urbis (Archivio Vaticano, Archivi del Buon Go-
verno, Misceli., Arm. VI, n. 171; utilizzata, ma soltanto in parte,
dal Tomassetti). Essa è un elenco di documenti dei quali nes-
suno è anteriore al 1466, mentre l’elenco stesso non fu redatto
prima del 1588.
1 Vedi Grimaldi, Barò. Lai. 2739, f. 45. Ioannes Bardus
patritius Florentinus, equitum ad custodiam Ssihi D. N. Clementis
Papae Odavi Capitaneus, vir provectae aetatis et acris ingenti.
sub ipso Clemente numerava cubicula omnia Apostolici Palata,
Prefazione
Non ho voluto però approfondirmi molto nelle ricerche archivistiche. Le opere del
compianto Prof. Giuseppe Tomassetti sono qualche volta miniere difficili ad esplorare, ma
sempre ricchissime di informazioni, e le ho citate costantemente. Nessuno, per altro, avrà saputo
meglio di lui che non erano, e che non potevano essere compiute, e che molto ancora si
poteva aggiungere. Ho avuto per esempio la fortuna di poter consultare gli Archivi Ricci
e Madaleni Capodiferro a Montepulciano, e col gentile permesso del Marchese Giulio Ricci
ne do qualche cenno. Le rubricelle e gl’ indici molto ben fatti mi hanno risparmiato spesso
l’esame diretto degli originali.
Oliando ho aggiunto documenti, oltre quelli citati dal Tomassetti, l’ho fatto o perché
essi gettano nuova luce sull’origine dei nomi della nostra carta, oppure perché contengono
notizie non prive di speciale interesse. Per ambedue queste ragioni ho ricordato molti docu-
menti posteriori all’anno 1500, i quali per ciò appunto saranno stati omessi da lui. Da rilevare
fra questi il seguente, indicatomi gentilmente dal Doti. J. A. F. Orbaan:
Nota di tutti i Casali di Roma Immiti di Camera del Retisi: ma perchè da quel tempo in
qua si sono scritti in Camera, si sono tramutate in varie persone. Con la nota delle entrate di
molti signori, e Duchi Romani, con li loro debiti, fatta dal Sig. Giovanni) Bardi 1 fiorentino.
(Arch. Borghese, IV, 285, f. 129 segg.).
È una lista di tutti i Casali della Campagna Romana, che data dall’anno 1595 incirca.
Dopo il 16(X) si sono fatte finora poche ricerche: ad ogni modo pare che il commercio
dei terreni della Campagna Romana, coi continui passaggi, colle suddivisioni o coi raggrup-
pamenti di proprietà, sia quasi del tutto cessato da quell’epoca.
Avrà contribuito a ciò il progresso continuo della piaga malarica, progresso che deve
riferirsi appunto agli anni 1600-1750; e in ciò convengo pienamente col Tomassetti (Vili,
pag. 167).
Il Catasto fatto d’ordine di Alessandro VII per lo più nell’anno 1660 (al quale appar-
tiene la grande maggioranza delle piante che lo compongono, non essendovi nessuna di
data posteriore al 1668) oltre ad aver apportato una profonda modificazione alla cartografìa
della Campagna Romana (v. più sotto, pag. 9), è stato per me ricco d’indicazioni preziose.
Parecchie piante appartengono ancora alla seconda metà del secolo xvi : altre poche sono
copie posteriori di esse.
Il Catasto è conservato nell’Archivio di Stato in Rorpa: consiste in parecchie serie di
piante di tutte le tenute della Campagna, ordinate secondo le porte della città per le quali
sono accessibili: alla testa di ciascuna serie vi è inoltre almeno una veduta della porta, una
pianta generale della via, ed uh elenco delle tenute. Questo elenco pare che sia stato ripe-
tuto a stampa insieme colla prima edizione della pianta che il Cingolani pubblicò nel-
l’anno 1692, basandosi intieramente sopra il Catasto di Alessandro VII (v. più sotto, pag. 10),
ma noi non abbiamo che una seconda edizione dell’elenco, fatta dal Campiglia nel 1770. Ho
creduto quindi far opera utile, riproducendo in appendice tutto l’elenco originale, come si
trova, unito alle diverse serie di piante del Catasto ; e vi ho aggiunto da una parte le indi-
in diversi casi ove egli cita lo stesso documento parecchie volte,
sotto ciascuno dei nomi che vi s’incontrano, i dati ora sono
giusti, ora sbagliati.
Poi nel testo dei documenti stessi si trovano molte indicazioni
di confini ecc. non riportate nelle notizie sommarie dello Iaco-
vacci. Di ciò mi sono convinto dopo un rapido esame di pochis-
simi protocolli all’Archivio di Stato, quali:
137 di Scipione Arroni (1518-1550) ;
567 di Lodovico Ceci (1514-1527);
1522 di Curzio Saccoccia (1564).
Un poco più ampi sono i sunti dati dall’ignoto autore della
Nota Casalium Urbis (Archivio Vaticano, Archivi del Buon Go-
verno, Misceli., Arm. VI, n. 171; utilizzata, ma soltanto in parte,
dal Tomassetti). Essa è un elenco di documenti dei quali nes-
suno è anteriore al 1466, mentre l’elenco stesso non fu redatto
prima del 1588.
1 Vedi Grimaldi, Barò. Lai. 2739, f. 45. Ioannes Bardus
patritius Florentinus, equitum ad custodiam Ssihi D. N. Clementis
Papae Odavi Capitaneus, vir provectae aetatis et acris ingenti.
sub ipso Clemente numerava cubicula omnia Apostolici Palata,