g., IL VATICANO
porticu tumulaius fidi in scpulcro, viridis coloris marmoribus exornato, et in su-
periori parte, ut tradii Severanus , amplissimo porphyrelico lapide contecto , qui
nunc in concime formavi redactus, ad sacri fontis usum in basilica Vaticana ad-
hibetur. Si quis vero celerà de solio hoc porphyrelico scire cupiat, adeat Turrigium,
et Severanum , qui pr'unum ad imperaloris Adriani molem , porphyreticum hunc
lapidem, quem Franciscus Schottus , quotquot per Italiani habentur , superare con-
tenditi spedasse scribunt, ac praesertim Bonanniuin, Karolum Fontanam, et Dio-
nysium, qui plura de ejusdein translationibus, vicibusque commemorant (i).
NAVATA DI MEZZO
DELLE
G R O T T E VECCHIE
_ V fin di non deviare dall'ultimo descritto monumento , passeremo nella navata cen-
trale delle antiche grotte, e lo sguardo fisseremo sulla lapidaria iscrizione , la quale ri-
corda contenere quel luogo i precordi di Benedetto XIII (a). Mentre era arcivesco-
vo di Benevento un terremoto che fecesi orribilmente sentire il dì b giugno 1688 , co-
stagli quasi la vita, e tale fu la terrestre scossa , che una parte dell'episcopio rovesciò ,
la più grande rottura, Lotario ed Ottone unironsi in pace
nel 980. Il secondo marciò tosto in Italia contro i greci,
i quali soccorsi da' saraceni dierongli una perfetta rotta. Il
condottiero fuggì, e dicesi ancora , che cattivo restasse nel
campo di battaglia , e che prima si riscattasse che fosse sco-
perto. In seguito occupò Benevento, e poselo a ruba, a sac-
co, a fuoco : indi venne in Roma, ove morì di bile, o
com'altri vogliono d'un colpo di freccia avvelenata il dì
7 dicembre. Bai onio soggiunge che prima di morire di-
stribuisse tutte le sue facoltà alle chiese , a' poveri , alla
sorella Matilde, a' suoi soldati , e che si confessasse dal
sommo Pontefice , ch'era in que' dì Benedetto VII.
(1) Nel coperchio di porfido erano incise le parole;
►£OTIIO SECVNDVS IMPERATOTI AVGVSTVS
Allorquando il dì 20 ottobre 1609 fu aperto il monumen-
to , le essa che ivi si ritrovarono non solo comparver corte,
ma altresì sottili , per cui si comprese , che fosse stato il
monarca di delicate membra, e di piccola statura. Ottone
Frinsigense nel lib. 6. cap. iS esprimesi : Ipse vero Otho
secundus nono imperli sui anno Romae moritur, et an-
te divi Petti ecclesiam in concila marmorea honorifice
humatur. Grimaldi in una nota eh'è nella Vaticana scris-
se di Ottone : Anno 1609 in demolitione atrii veteris
basilicae sancti Pen i in Vat. ob novam, et augustissimam
templi fromeni a S. D. N. Paulo V a fundamentit ae-
difìcatam, Olhon. Ilimper. sepulchrum, et corpus ejus re-
pertum fall in quadam marmorea arca humi sepulla ,
quae tegebatur et sub labro porpliyrato. Arca marmorea
ubi erat corpus servit hodie ad usum fontis in primo
atrio sub coquinas Palalii Quirinalis duabus imaginibus
unius Consulis Roman, et ejus uxoris sculpta. Corpus
Othonis in ossa redactum erat, parvae stalurae, dentes
firmos , et caput parvum. Fuit sepidlum cum diclo labro
sub fornice novi pavimenti basilicae , ibique hodie 1618.
23 aprilis , ita notavi ego Jacobus Grimaldus, qui om-
nia vidi, et ossa sepullurae tradidi,
(2) Benedetto portando opinione di santità attrasse viep-
più dopo morte l'ammirazione del popolo. Nella traslazione
del corpo dal Vaticano alla chiesa di santa Maria sopra
Minerva , narrasi che un cardinale per divozione si prese
il velo che coprivagli il volto: chi strappò dal pallio la cro-
ce: chi cambiò uno spillone ; chi trafugò un pezzo di pia-
neta , ed essendogli state poste le scarpe nuove, perchè
quando fu sepolto gli furono con le calzette rubate , vi
fu chi poco dopo gliele tolse da' piedi nell' atto di chiu-
derlo nella cassa. Valesio nomina le persone che appro-
pnaconsi gli oggetti; cioè il cardinal camarlingo la mitra,
Fini il velo , Oltoboni V anello.
porticu tumulaius fidi in scpulcro, viridis coloris marmoribus exornato, et in su-
periori parte, ut tradii Severanus , amplissimo porphyrelico lapide contecto , qui
nunc in concime formavi redactus, ad sacri fontis usum in basilica Vaticana ad-
hibetur. Si quis vero celerà de solio hoc porphyrelico scire cupiat, adeat Turrigium,
et Severanum , qui pr'unum ad imperaloris Adriani molem , porphyreticum hunc
lapidem, quem Franciscus Schottus , quotquot per Italiani habentur , superare con-
tenditi spedasse scribunt, ac praesertim Bonanniuin, Karolum Fontanam, et Dio-
nysium, qui plura de ejusdein translationibus, vicibusque commemorant (i).
NAVATA DI MEZZO
DELLE
G R O T T E VECCHIE
_ V fin di non deviare dall'ultimo descritto monumento , passeremo nella navata cen-
trale delle antiche grotte, e lo sguardo fisseremo sulla lapidaria iscrizione , la quale ri-
corda contenere quel luogo i precordi di Benedetto XIII (a). Mentre era arcivesco-
vo di Benevento un terremoto che fecesi orribilmente sentire il dì b giugno 1688 , co-
stagli quasi la vita, e tale fu la terrestre scossa , che una parte dell'episcopio rovesciò ,
la più grande rottura, Lotario ed Ottone unironsi in pace
nel 980. Il secondo marciò tosto in Italia contro i greci,
i quali soccorsi da' saraceni dierongli una perfetta rotta. Il
condottiero fuggì, e dicesi ancora , che cattivo restasse nel
campo di battaglia , e che prima si riscattasse che fosse sco-
perto. In seguito occupò Benevento, e poselo a ruba, a sac-
co, a fuoco : indi venne in Roma, ove morì di bile, o
com'altri vogliono d'un colpo di freccia avvelenata il dì
7 dicembre. Bai onio soggiunge che prima di morire di-
stribuisse tutte le sue facoltà alle chiese , a' poveri , alla
sorella Matilde, a' suoi soldati , e che si confessasse dal
sommo Pontefice , ch'era in que' dì Benedetto VII.
(1) Nel coperchio di porfido erano incise le parole;
►£OTIIO SECVNDVS IMPERATOTI AVGVSTVS
Allorquando il dì 20 ottobre 1609 fu aperto il monumen-
to , le essa che ivi si ritrovarono non solo comparver corte,
ma altresì sottili , per cui si comprese , che fosse stato il
monarca di delicate membra, e di piccola statura. Ottone
Frinsigense nel lib. 6. cap. iS esprimesi : Ipse vero Otho
secundus nono imperli sui anno Romae moritur, et an-
te divi Petti ecclesiam in concila marmorea honorifice
humatur. Grimaldi in una nota eh'è nella Vaticana scris-
se di Ottone : Anno 1609 in demolitione atrii veteris
basilicae sancti Pen i in Vat. ob novam, et augustissimam
templi fromeni a S. D. N. Paulo V a fundamentit ae-
difìcatam, Olhon. Ilimper. sepulchrum, et corpus ejus re-
pertum fall in quadam marmorea arca humi sepulla ,
quae tegebatur et sub labro porpliyrato. Arca marmorea
ubi erat corpus servit hodie ad usum fontis in primo
atrio sub coquinas Palalii Quirinalis duabus imaginibus
unius Consulis Roman, et ejus uxoris sculpta. Corpus
Othonis in ossa redactum erat, parvae stalurae, dentes
firmos , et caput parvum. Fuit sepidlum cum diclo labro
sub fornice novi pavimenti basilicae , ibique hodie 1618.
23 aprilis , ita notavi ego Jacobus Grimaldus, qui om-
nia vidi, et ossa sepullurae tradidi,
(2) Benedetto portando opinione di santità attrasse viep-
più dopo morte l'ammirazione del popolo. Nella traslazione
del corpo dal Vaticano alla chiesa di santa Maria sopra
Minerva , narrasi che un cardinale per divozione si prese
il velo che coprivagli il volto: chi strappò dal pallio la cro-
ce: chi cambiò uno spillone ; chi trafugò un pezzo di pia-
neta , ed essendogli state poste le scarpe nuove, perchè
quando fu sepolto gli furono con le calzette rubate , vi
fu chi poco dopo gliele tolse da' piedi nell' atto di chiu-
derlo nella cassa. Valesio nomina le persone che appro-
pnaconsi gli oggetti; cioè il cardinal camarlingo la mitra,
Fini il velo , Oltoboni V anello.