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Pistolesi, Erasmo; Guerra, Camillo [Ill.]
Il Vaticano (Band 5) — Rom, 1829

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https://doi.org/10.11588/diglit.8396#0057
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28 I L V A T I C A N 0

contro Tolomeo XII. Verso quel tempo Tolomeo fe' perire Pompeo da Cesare , e
per quanto pago fosse d'esser liberato d'un si potente avversario concepì non ostante
un odio implacabile, ed un profondo disprezzo per quel Principe. Cesare era go-
vernato da virtù, e da passioni, che prevalevano su' propri interessi, e piuttosto
per ingegno che pel calcolo riusciva in tutti i tentativi ed imprese. Tolomeo Au-
lete (e con tal nome viene designato il fratello di Cleopatra ) aveva scelto il po-
polo Romano tutore de' suoi figli. Cesare pretese di esercitare tutti i dritti nella
qualità di dittatore , e si dichiarò giudice delle contese che fra Tolomeo e Cleopa-
tra esistevano. Questa principessa si affrettò eli mandare alcuno in Alessandria per
difenderla ; ma Cesare le fece dire , che vi si riducesse in persona senza indugio.
Siccome temeva d'essere riconosciuta entrando in Città, pregò Apollodoro, uno
de'suoi amici in cui più confidava, che l'avviluppasse in un tappeto, e la traspor-
tasse in tal guisa sulle sue spalle (ino nella camera di Cesare; e tale ardila astu-
zia le volse il cuore del conquistatore. Sembra per quanto ne dicono Plutarco,
Appiano Alessandrino, Dione Cassio, eh' ella non fosse di una bellezza sorpren-
dente; ma il suo spirito, e la sua grazia rendevano sì vezzoso il suo aspetto, che
era diiUcile di resisterle. Parlava tutte le lingue, univa le cognizioni più estese, e
possedeva sopratutto l'arte di accattivarsi gli animi. Dall'oriente aveva preso un'abi-
tudine di magnificenza, che soggiogava l'immaginazione e le sue costanti relazioni
colla Grecia sviluppato aveano in essa tutta la soavità del favellare, e la forza della
sue seduzioni. Cesare ne fu talmente preso, che la domane tosto volle che suo
fratello dividesse il trono, e si conciliasse con lei. Tolomeo sorpreso di vedere la
sorella nel palazzo di Cesare, ed indovinando pienamente per quali mezzi ella avea
sedotto il suo giudice, corse alla pubblica piazza, e gridando annunciò d'esser tra-
dito. Fe' nascere in tal modo una sedizione, e Cesare non potè calmarla, che pro-
vando al popolo non aver egli fatto che eseguire il testamento di Tolomeo ; ma
eunuco potino, cui tale accomodamento sconcertava i suoi vasti progetti, d'accordo
con Achilia duce egiziano, mandò in segreto alcune truppe a fin di sorprendere

Qui super Heroum sedes, super aethera tolleut
Nomen Alexandri : sub mortem plurima quando ,
Et longe faciem venientes cernimus aevi
An te proxima silva trahit, studiumque ferarum ?
Non ibi torvus aper , non duris unguibus ursi ,
Quos jaculo cecidisse tuo saepe horruit Aretos
L traque , sed cervi imbelles , capraeque fugaces
Bictarumque coliors non invadenda volucrum.
Quin etiam casus , et mors ingloria ab altis
Imminet arboribus , nam quae nux piuea curvo
Strata jacet campo , Satyros quam ludere circum
Metirique vides thyrso , sua ab arbore nuper
Decida, et magno tellurem perculit istu.

Adde , quod inclusus Boreas , Eurusque , Notusque ,
Et quotquot saevis agitant plangoribus aequor ,
Illa turre fremunt aversuri omnia late,
Qnamvis sub tanto cohiberi Principe venti
Non indignentur, veniantque ad jussa volantes
Tamque parent iterum Scytbicas illidere puppes
Leucatae , ab diram Leucatam , et conscia luctus
Saxa mei, heu dolor ! beu cladis monumcntae nef'andae.
Molti altri componimenti comparvero nel celebrato masso
della Cleopatra. Più pagine essi occuperebbero, se tutti si
dovesscr produrre , ma da me produssersi quei soltanto,
che a perpetua memoria della regina di Egitto , e degli
illustri suoi verseggiatori ivi contemplansi.
 
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