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Quatremère de Quincy, Antoine Chrysostôme; Longhena, Francesco
Istoria della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino: adorna di 23 tavole e di un fac-simile — Milano: Sonzogno, 1829

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https://doi.org/10.11588/diglit.62313#0051
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finì il suo che lungo tempo dopo l’anno i5o4 L Ma noi possiamo dedurre
da ciò che Raffaello erasi recato a Firenze per la prima volta avanti l’anno
i5o4, conformemente alla data che porta la lettera di raccomandazione della
duchessa d’Urbino, di cui presto parleremo.
Questa discussione sulle epoche può sembrare di leggiero momento in
sè stessa, quantunque tenda a rischiarare alquanto i primi anni della vita
pittorica di Raffaello: ma si rende di qualche importanza per rispetto all’una
e all’altra delle due opinioni che hanno diviso tanti scrittori sulla quistione
tendente a dimostrare quando, come, e fino a qual punto Michelangelo abbia
potuto influire sull’ingegno e sul gusto di Raffaello} quistione che verrà da
noi riprodotta più d’una volta nel corso di questa Storia.
Quello che fanno conoscere per altro le opere da lui eseguite allora,
sia in Firenze, sia in Perugia, dove ritornò nel i5o5*, si è che la loro
maniera e ’l loro stile non danno a divedere per niente tale influenza, che
si suppone avesse potuto essere allora l’effetto delle opere, e soprattutto del
celebre Cartone di Michelangelo, di cui terrassi presto parola: e diremo di più
che Michelangelo allora non aveva per anche dipinto niente, e particolarmente
all’olio, genere di pittura cui non dedicossi quasi mai} ciò che verrà meglio
rischiarito in avanti.
Perchè il Vasari sia d’accordo con sè stesso e colle date, bisogna
credere che Raffaello avesse abbandonati i lavori di Pinturicchio fino dal

i Lanzi opina, secondo il Breve del papa
Giulio II, che richiama Michelangelo a Ro-
ma, che il Cartone fosse terminato nel i5o6,
che è la data del Breve : e Vasari, Tita di
Michelangelo, pag. igi, dice, che arrivato
a Firenze, dopo essersi fuggito da Roma ,
terminasse il suo Cartone in tre mesi : il
perchè portando il Breve di richiamo la data
degli 8 luglio i5o6, Michelangelo avrà ter-
minato il suo Cartone da aprile fino a luglio
dello stesso anno.
* Pare che dehbansi riferire a quest’ e-
poca, così ci scrive il Missirini, tre tavo-
lette, che conservansi nella pinacoteca Va-
ticana , dipinte da Raffaello, con piccole
figure , e con diligenza incredibile, rappre-
sentanti la Circoncisione, l’Adorazione dei
Magi, e l’Annunciazione. Pare che occhio
umano giunger non possa a sì minuto ed
esatto lavoro , e con tanti particolari così
bene espressi, e con tanti effetti sì maravi-
gliosamente significati, quanto si scorge in

queste tre tavolette che sono tre margarite.
Serviano esse di suppedano al quadro della
Madonna incoronata, dipinto parte da Raf-
faello e parte dal Pinturicchio, già per Mad-
dalena degli Oddi, ed ora esistente nel Va-
ticano. Questo quadro dell’ Incoronazione ,
comechè vi abbia avuto mano il Pinturic-
chio , fu però operato tutto sui disegni di
Raffaello. Il cavaliere Vicar possiede diversi
studj di esso Sanzio disposti per questo qua-
dro , i quali sono superiori all’ esecuzione
delle parti del quadro nelle quali vedesi aver
operato il Pinturicchio. Le tre storie però
delle quali abbiamo parlato sono interamente
eseguite da Raffaello; quindi vengono d’assai
superiori per la grazia al quadro dell’inco-
ronazione, e sono lavoro che innamora. An-
gelo Maria cavalier Ricci, rispettabile lette-
rato, è possessore di bella copia di queste
storie, operata, come appare dal fare, dal
Sassoferrato.
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