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Quatremère de Quincy, Antoine Chrysostôme; Longhena, Francesco
Istoria della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino: adorna di 23 tavole e di un fac-simile — Milano: Sonzogno, 1829

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https://doi.org/10.11588/diglit.62313#0261
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concepiti e rappresentati dalla pittura. L’una in fatti può consistere
unicamente nella semplice imagine del fatto , tale quale viene raccontato
dall’Evangelio: Io che fece Raffaello più d’una volta nel dipingere il soggetto
di cui trattasi. L’ altra maniera è quella in cui il pittore istruito dei grandi
risultamenti provenienti dal fatto eh’ egli esprime , fa uso come il poeta
epico , d’ una certa maniera d’ anticipazione che lo mette alla portata di
sviluppare nella sua profetica composizione , e di far abbracciare alla mente
dello spettatore d’un’ azione, che senza questo sarebbe la più semplice, ciò
che noi sappiamo di presente, eh’ essa, cioè, racchiudeva conseguenze
miracolose.
Pei' tal modo il soggetto dell’Adorazione dei Re, significando, come
lo spiega la parola Epifanìa nel suo senso mistico, la rivelazione del
Salvatore , e la chiamata fatta ai Gentili dal loro futuro liberatore , fu in
vero una bella e sublime idea quella, siccome fece Raffaello, d’avere opposto
alla povertà del Presepio e il lusso e tutto il treno dei re prosternati ai piedi
del putto Gesù } e poscia d’avere fatto apparire e raccogliere per una licenza
profetica intorno al Presepio quella folla d’abitanti d’ogni paese, i quali gli
stendono le braccia, ed annunciano che è arrivato il Redentor del mondo *.

Si è già detto che gli Arazzi essendo destinati ad ornare diverse sale
degli appartamenti del Vaticano , le loro dimensioni aveano dovuto essere
stabilite su quelle dei muri di esse sale: Quindi ve n’hanno di quelli che sono
della medesima altezza, ma non hanno neppure tutta la metà della larghezza
delli precedenti: tali sono fra gli altri li due pezzi su quali veggonsi rappresentati
in uno Gesù Cristo dopo la sua risurrezione , che apparisce alla Maddalena
sotto la figura d’un ortolano*, e nell’altro Gesù Cristo a tavola coi discepoli
d’Emaus , cui si fa riconoscere. Questi due soggetti, d’una composizione
sterile in sè stessa, non offrono niente in tal genere, nè sotto altri rispetti,
onde possa valersi la descrizione. Si può anche dubitare, se Raffaello gli ha
composti, che v’ abbia preso qualche parte nella loro esecuzione **.

* Alle ricordanze da noi già riferite in-
torno alle diverse rappresentazioni che Raf-
faello operò di questo stesso soggetto , ag-
giungeremo qui il cenno che dà di un’al-
tra il proposto Ant. Francesco Gori nel
suo Thesaurus veterani Diptychorum etc.,
toni. 3.% pag. 212, dove parlando del modo
migliore, onde va dipinta l’Adorazione dei
Magi, loda una gran tavola, dipinta da
Raffaello in Perugia, rappresentante questo
argomento ; e soggiunge : Stetit hcec tabula

in oppidulo prope Trasìmenum, donec
bello Fiorentino direpta, alio concessiti
exemplo sub stilato
** Nell’Arazzo in cui il Redentore apparisce
alla Maddalena, che viene intitolato anche
il Noli me tangere, dall’ atto onde viene
impedita la Santa di baciargli i piedi, fi-
gura il campo un bel giardino, e vi si vede
spuntare il sole; e nell’ altro della Cena in
Emaus , il pittore seppe accrescerne l’im-
portanza cogli accessori trattati e disposti
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Gesù Cristo risuscitato,
che apparisce alla Mad-
dalena.Gli discepoli d’E-
,maus.
Intagliati, il primo da
Corneille e da Polo ; il
secondo da Vouillemonl
e da And. Procacini.
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