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Raffei, Stefano; Winckelmann, Johann Joachim
Il nido: canzone didascalica sopra un antico nido di marmo esistente nella villa dell' ... Cardinale Alessandro Albani — Rom, 1778 [Cicognara, 2506-3]

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https://doi.org/10.11588/diglit.18728#0018
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l8 ANNOTAZIONI
soltanto la circostanza. straordinaria delle uova partorite , e vi aggiunge,
Da covar fi in gran cancjìra , la quale più al nido si rasTomiglia , c di cui
comunemente le donne si servono per le cove de i piccioni , e delle galline .
In Apollodoro si legge , che Leda chiuse Y uovo di Elena in una cada. Que-
lla circostanza, assai minuta , e poco verisimile per la narrata Favola 5 ha da*
to motivo ad esprimere quella della canestra .
XXIII. Nemesi , Dea della giustizia distributiva (i) , era comune-
mente creduta figlia della Fortuna , anzi da alcuni la Fortuna medesima . (i)
La Nemesi che da Giove in forma di Cigno partorì 1J uovo di Elena da Tzet-
Ze nel Commento a Licofrone vers. 87. è dichiarata per figliuola dell' Ocea-
no . Ma quella Nemesi figliuola dell'Oceano non era certamente diversa
dalla Dea della Giustizia j Perocché Fidia nella sua famosa Nemesi di Ram-
nunte , la quale era senza alcun dubbio l'immagine di quella adorata da quasi
tutte le nazioni, col basTorilievo della base dava a comprendere che la com-
battuta Elena era nata da quella Dea (3). Abbiamo in Apollodoro che Nemesi
per fuggire le amorose persecuzioni di Giove si apprese al partito di mutarsi
in oca , e perciò si appella di caftijjìmì cofìumì ; ma il suo consiglio poco gio-
volle contro un amante potentissimo , che trasfigurato in cigno, per inganno
con lei si congiunse j onde F uovo, da cui poseia Elena nacque , ella partorì.
Igino neir Agronomico Poetico narra, che Giove comandò a Venere di mu«
tarsi in Aquila , ed égli mutato in Cigno si pose a volare dinanzi all' aquila ,
che lo inseguiva, e così fuggendo si ritrovò in seno a Nemesi , la quale , cre-
dendolo un vero cigno , lo accolse , ma toccata appena dal cigno a fu sor-
presa da profondiamo sonno (4) ; cosicchè guittamente a Giove si potè dar
titolo di maejìro degli ingannì , convenendogli ancora per tante altre meta-
morfosi insidiose , e celebri ne' poeti, e particolarmente per quelle astuzic
con cui sì spesTo deludeva la sua consorte Giunone .
XXVI. I Messeni (s) aderivano che Cadore e Polluce erano nati in
una Isoletta non più grande di un gran macigno, vicina alla città di Pefno
nelP Attica , dalla quale prendeva anch' essa il nome di Pefno j e che furono
da Mercurio trasportati in Pellana ; recandone in prova le due prodigiose an-
tichissime statue di que' Dei gemelli non più alte di un piede , le quali iìando
da tanto tempo esposte in quelP Isola alle percosse de* marini ssutti, non erano
siate finallora ne corrose , ne ofFese . Ausonio da tre uova di Nemesi fa con
Elena naseere i Castori} de quali Leda poi fu nutrice.
Ijìos, ter gemino nasei quos cernii ab ovo,
Patribu r ambigui*, & matribui ajsere natos.
Kos
si) Plato Lib.iv. Legun. (4) Lib. il. 8.
(2) Buonaroti Medaglioni Tav.xi. p.234. Pausam'as lib. 111. cap.rxvi. P»g«37<S.
($) Pausanias lib. 1. cap.xxxn 1.
 
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