VENERE
D 1
ANTONIO CANOVA (i)
XXX11. XXXI11.
Ben a ragione la pubblica voce salutò col
nome R Italica quest’opera d’uno scarpello,
che più d’ogn’altro ha offerto all’ ammirazio-
ne degl’ Italiani, che come il loro maggior
vanto lo riguardano, i più felici e i più straor-
dinarj portenti dell’ Arte.
« Quel Canova immortai che indietro lassa
« L1 2 3 Italico scarpello e il Greco arriva (2)
meditando appunto su quanto i Greci maestri
fecero già quando vollero essigiare la Dea del-
la bellezza, si accorse che pressoché in ogni
incontro rappresentata l’avevano con qualche
attributo celeste, anche quando non era espo-
sta nei ternpj alla venerazione de’popoli.
O sia ch’ella comparisse in mezzo alle Ore.,
eh’ ebbero in cura 1’ educarla ; o che accom-
(1) Alla metri 1,682 col plinto, e metri 1,624
senza.
(2) Pindemonte.
Serie IP. 14
D 1
ANTONIO CANOVA (i)
XXX11. XXXI11.
Ben a ragione la pubblica voce salutò col
nome R Italica quest’opera d’uno scarpello,
che più d’ogn’altro ha offerto all’ ammirazio-
ne degl’ Italiani, che come il loro maggior
vanto lo riguardano, i più felici e i più straor-
dinarj portenti dell’ Arte.
« Quel Canova immortai che indietro lassa
« L1 2 3 Italico scarpello e il Greco arriva (2)
meditando appunto su quanto i Greci maestri
fecero già quando vollero essigiare la Dea del-
la bellezza, si accorse che pressoché in ogni
incontro rappresentata l’avevano con qualche
attributo celeste, anche quando non era espo-
sta nei ternpj alla venerazione de’popoli.
O sia ch’ella comparisse in mezzo alle Ore.,
eh’ ebbero in cura 1’ educarla ; o che accom-
(1) Alla metri 1,682 col plinto, e metri 1,624
senza.
(2) Pindemonte.
Serie IP. 14