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Mengs, Anton Raphael [Ill.]; Roettgen, Steffi [Oth.]
Anton Raphael Mengs 1728-1779 (Band 1): Das malerische und zeichnerische Werk — München: Hirmer Verlag, 1999

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https://doi.org/10.11588/diglit.54691#0598

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spart er nicht mit Kritik, deren Ausgangspunkt die Verkündigung für
Aranjuez ist (s. Kat. Nr. 6). Die Kritik richtet sich vor allem auf
Fragen der theologischen und inhaltlichen Genauigkeit, woran sich
der gebildete Theologe verrät. Der Vergleich mit den Malern des 16.
und 17. Jahrhunderts, den Mengs suchte, kritisiert der Verfasser nicht
nur wegen der Anmassung, sondern auch wegen der seiner Ansicht
nach unvergleichlichen Ergebnisse. Die Schrift ist von dem Tenor
bestimmt, die »Scuola Romana« mit ihrer ehrwürdigen Tradition
gegen den Angriff eines zwar verdienstvollen, aber dennoch nicht
zugehörigen Emporkömmlings zu verteidigen. Die Kritik an dem

Bild für St. Peter (s. Kat. Nr. 51) läßt vermuten, daß Caetani zu
denjenigen Kritikern gehörte, die den Auftrag zu vereiteln bzw. in
Mißkredit zu bringen versuchten.
Interessant ist die Erwähnung einer Verkündigung Mariae von Pous-
sin. Aufgrund der Beschreibung handelt es sich hierbei zweifel-
los um das heute in der National Gallery in London befindliche
Gemälde. Der Text gibt hierzu an, daß das Bild mehrere Monate
lang in Rom zum Verkauf angeboten wurde. Damit ist gesichert, daß
das von den Quellen nicht erwähnte Bild tatsächlich aus Rom
kommt.

Lettera di un Intendente di Pittura. Rapporto ad alcune Opere
del Cav. Mengs e specialmente all’ultimo rappresentante la B.
Vergine Annunziata
(Rom, Fondazione Caetani, Ms. 1135/1213, N.30, f.46-59, f.60-76)
<f.61>
Voi mi dimandate se e vero ciocche si e scritto dal Gazzettiere Fiorentino
Notizie dal Mondo (nicht nachgewiesen), ehe il Quadro dell’Annunziata
ultimo del Cavaliere Antonio Raffaele Mengs rimasto imperfetto per la di lui
morte appartenga al Prencipe d’Asturias, e mi domandate inoltre un giudizio
esatto su questo Quadro, e sopra le pitture in generale di questo celebre
Autore. Vi so dire dunque, ehe la Gazzetta Fiorentina e stata mal raggua-
gliata, poiche non appartiene al Prencipe d’Asturias il Quadro, ma al Re, ehe
n’aveva data la commissione al Pittore stesso, dovendo esser terminato ed
esposto nella Cappella Regia il giorno dell’Annunziata di questo anno 1779.
Il travaglio assiduo, l’ansietä di riuscir puntuale, lo sregolamento di vita, ehe
questo Pittore faceva allorche lavorava unito ciö alla sua malmenata salute lo
hanno finalmente portato al Sepolcro. In quanto al giudizio, ehe si puö dare
per altro di questo Quadro vi dirö, ehe la perdita improwisa del suo Autore
ne ripara la riputazione talmente ehe si puö giudicare, ehe se avesse
sopravissuto, o se avesse avuto piü salute per riflettervi, e considerarlo, o
avrebbe rifatto il Quadro, o averissimo certamente un idea piü esatta e
adeguata aciö, ehe rappresenta. Qui il Grand’Uomo si scorge nel disegno, nel
colorito, nella maniera, nel partito etc. ma pecca certamente nella Composi-
zione. Sembra a mio credere fatto il Quadro senza la previa lettura del fatto
S. Luca ehe e quell’Evangelista, ehe riferisce il Mistero dell’Annunciazione al
cap. 1 v. 28 scrive, ehe l’Angelo Gabriele essendo entrato in Casa di Maria
Vergine la salutasse dicendo gli: Io vi saluto voi ehe siete piena di grazia. Il
Signore e con voi, voi siete benedetta tra le donne. A queste parole del-
l’Angelo Maria si turbö, ed assicurandola l’Angelo / f. 62 / stesso di non
temer cos’alcuna gli annunziö ch’Ella avrebbe messo al Mondo un figlio al
quäle avrebbe dato il nome di Gesü. Udite queste parole Maria disse
all’Angelo come ciö sarebb’egli accaduto dacche Ella non sapeva ancora
cos’era commercio con un’uomo? L’Angelo gli rispose Lo Spirito S. verrä
sopra di voi e nascerä da voi il figlio di Dio. Maria allora disse Ecco l’Ancilla
del Signore. La vostra parola si adempisca in me. E pronunziate queste
parole l’Angelo disparve. Questo e il racconto dell’Evangelista. Vengo ora alla
composizione del Quadro. Si presenta avanti agli occhi dello Spettatore una
tela alta Piedi 10 di Parigi e pollici due e larga 4 e cinque pollici. Al di sopra
del Quadro l’Illustre Pittore ha immaginato una gloria ove si vede il Padre
Eterno vestito di bianco a guisa del vecchio dei giorni, tal quäle nell’Apo-
clisse, e in Ezechiello e descritto. Questi elevando le sue mani in atto di
glorificare il mistero ehe va a compirsi trovasi circondato da una quantitä
numerosa di Angeli. Per quanto per altro questi sian ben disegnate, e naturali
e vivi nel loro colorito, non e per altro ehe non pecchino le loro mosse di una
Monotonia ehe dispiace; oltrecche non sono ehe copie esatte degli Angeli
della Tribuna di S. Pietro fatti dal Bernini, e modellati dal Cavalier Mengs
poco prima di metter mano a questo Quadro. I due Angeli poi, ehe restano
immediatamente sotto le braccia aperte dell’Eterno Padre, hanno la sem-
bianza, e la forma di due femmine ciocche darebbe a credere ehe la Chiesa

Romana' abbia adottato l’opinione de Rabbini ehe hanno ammesso la di-
stinzione del sesso negli Angeli. Alla meta della Tela v’e lo Spirito Santo
rivolto verso la Vergine la quäle e collocata dalla parte / f. 63 / sinistra dello
Spettatore ehe guarda il Quadro, ed essa Vergine e situata in ginocchione
sopra un ginocchiatojo, e con un gesto di mani, ehe e molto tenero, bello ed
espressivo alla risposta Evangelica di Maria Ecce Ancilla Domini fiat mihi
etc. parole ehe denotano il compimento del mistero. In faccia a Lei si vede
l’Angelo Gabriele in piedi colla mano destra aperta, e rivolta verso la
Vergine, e nella sinistra impugna un ramo di giglio. Ognun vede ehe il gesto
dell’Angelo non puö significare ehe il saluto ehe secondo S. Luca fu fatto alla
Vergine allorche essa n’ebbe l’apparizione cioe vi saluto o Maria voi ehe sieta
piena di grazia. Il Signore e con voi, voi siete benedetta tra le donne. A tenor
dunque di questo gesto e secondo il racconto Evangelico dovea la Vergine
stare in atto di esprimere il Quomodo fiet illud; essendo queste le parole
ch’essa pronunziö immediatamente dopo il saluto. Ma il gesto della Vergine
tal quäle il Quadro la rappresenta non esprime ehe l’Ecce Ancilla Domini fiat
mihi. I due gesti dunque sia dell’Angelo, ehe della Vergine non si confrontano
col racconto Evangelico. E se l’azione della Vergine nel Quadro esprime il
compimento del mistero: il gesto dell’Angelo e tale ehe annunzia il saluto
dato alla Vergine anteriore secondo il Vangelo alla rassegnazione e risposta
di Maria.
Ecce Ancilla Domini fiat mihi. L’idea dunque del Quadro del Cavalier Mengs
tal quäle il gesto dell’Angelo lo rappresenta o dovea portare un gesto in
Maria ehe esprimesse il quomodo fiet istud ehe fu la risposta immediata al
saluto, oppure bisogna confessare ehe il Pittore non ha colpito il momento da
combinare col Vangelo i gesti delle due sue figure, ehe torna lo stesso ehe
dire ch’Egli ha dipinto il Quadro senza la previa lettura del fatto / f. 64 /
Forse il Cavalier Mengs ha variato il gesto dell’Angelo per non cadere
nell’idea acciocche aveano fatto Pussino, e Annibale Caracci ehe avendo
dipinto lo stesso soggetto dell’Annunziata hanno messo l’Angelo coll’Indice
alzato in alto verso lo Spirito S. denotando e quasi accennando le parole
evangeliche Spiritus Sanctus superveniet in te, et Virtus Altissimi obum-
brabit tibi etc. e allora combina molto bene il gesto di Maria, ehe ha le mani
congiunte al Petto in segno di umiltä, e divozione, come l’hanno rappresen-
tata il Pussino, Caracci e Mengs, ma nel caso dei due primi Professor! il gesto
e adeguato alle proposte parole dell’Angelo quando ehe nel caso del Quadro
di Mengs Maria fa questo stesso gesto a contrattempo e si puö dire di questo
soggetto dell’Annunziata, ehe chi lo dovrä: fare non poträ uscire dal gesto ehe
fan fare all’Angelo Caracci e Pussino combinandolo con quello ehe fan fare a
Maria' poicche qualunque altro ehe si facesse fare o sarebbe immaginario, o
non secondo la veritä del Vangelo, oppure si verrebbe a supporre ehe
l’Angelo non proponga, ma risponda alle parole Ecce Ancilla Domini, quando
si sa, ehe immediatamente dopo questo l’Angelo Domini, quando si sa, ehe
immediatamente dopo questo l’Angelo disparve.
Io non farö parola del Rotolo ehe il Pittore ha messo sopra l’inginocchiatojo
stesso. La perfezione delle Donne ebree di quel tempo consisteva piü nella
vita contemplativa ehe nell’orazione vocale’. In fatti Basnagio nella Storia
de’Giudei al tom.6.1. part. lib. 6 cap. 5 p. 23 citando il trattato di Maimonide
de Studio Legis dice ehe non era permesso di apprende: la legge a una
Donna. Il taceant di S. Paolo diretto alle Donne lo conferma. / f. 65 / Il

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