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Rosellini, Ippolito
I monumenti dell'Egitto e della Nubia (Band 2,2): Monumenti civili — Pisa, 1834

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https://doi.org/10.11588/diglit.4732#0068
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68

temente dalla scrittura . Quei medesimi caratteri
che danno alle figure egiziane un certo marchio lo-
cale, onde manifestamente se ne conosce la natura
originaria e indigena di quel paese, provano- tutto
il contrario nelle greche figure dello stile più vetu-
sto ; nelle quali ( non avendo ancora la felicità di
quel cielo e l'altezza d'ingegno de' suoi abitatori
fecondato l'arte e fattala divina), sì le forme, che i
modi e gli ornamenti, chiaramente rivelano Fori-
gine loro primitiva . La somiglianza delle figure
egiziane con le greche del vecchio stile, è un fatto
piuttosto maraviglioso per la sua evidenza, che sog-
getto a dubitazione. E questo fatto, congiunto al-
le testimonianze de' greci scrittori, i quali afferma-
no che le arti primamente dall'Egitto alla Grecia pro-
vennero, costituisce un argomento di tanto peso,
che agevole non sarebbe provare che stato fosse
altramente. Erodoto non è per certo scrittore da
sospettarsi invido, o malevolo alla sua Grecia; e
pur nel secondo libro delle sue Storie, tali e tante
cose, o religiose o civili, asserisce avere i Greci ap-
preso dagli Egiziani, che concepire non si può, o
in q-ual modo i primi le arti conoscessero ignoran-
do quelle cose che dall'Egitto appresero, o in qual
maniera di quelle egiziane dottrine e istituzioni
giovar si potessero, senza apprenderne ancora le ar-
ti (i). E finalmente la fiacchezza e Fincertitudine

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