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lo; ma se ciò stato fosse, sarebbesi tanto più la
moglie stessa chiamata nutrice; e niente di que-
sto trovasi nella tomba, benché essa siavi rap-
presentata e nominata più volte. Di qual re poi
fosse figlio il fanciullo non può determinarsi, per-
chè nessun reale cartello leggesi in quel sepol-
cro . Erano queste pertanto rappresentanze coin-
memorative delle consuetudini e degli uffizi del
defunto: ciò che più raramente suole incontrar-
si, poiché i soggetti civili figurati nelle tombe ave-
vano perlopiù una generale allusione a tutto ciò
che nella vita si pratica, come ampiamente dimo-
strammo.

Le offerte di cibo e bevanda che più spesso si
rappresentano fatte ai defunti dai figli e dai paren-
ti , sono talvolta misticamente figurate per una dea
cui apparteneva la cura di nutrire i defunti. Ab-
biamo in un grande e bel sepolcro tebano, il sogget-
to che vedesi alla fi";, i della tav. M. C. n.° CXXXIV.
A destra si figura un lago di regolari forme, ove
galleggiano ninfee, nuotano pesci ed oche, e sulle
sponde germogliano piante di papiro, e vi passeg-
giano aironi, come tuttodì in Egitto sulle sponde
del Nilo, o dei laghi si veggono. È questo lago un
simbolo dell'Egitto stesso e delle acque fecondatri-
ci che lo irrigano: di mezzo al quale, ovvero di su
la sponda, innalzasi un grande albero , in cui tosto
si ravvisa il sìcorhoro (fìcus-sycomorus L. ), non tarla-
to per la forma delle sue foglie, quanto per quella
 
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