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Rosellini, Ippolito
I monumenti dell'Egitto e della Nubia (Band 1,3,1): Monumenti del culto — Pisa, 1838

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https://doi.org/10.11588/diglit.4685#0104
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7'i

Tra i monumenti che ricordano la memoria di
Amenóf I, è uno dei quattro piccoli spechi o ta-
bernacoli incavati nella montagna d'Ibrim in Na-
bla, presso Ibsambul, ove la sua immagine si rap-
presenta sedente nel mezzo di una sala o tempiet-
to (i). Il suo noto cartello prenome, preceduto
dai titoli soliti, dio buono, signore, serve a quali-
ficar quella immagine. Tiene nella man destra il
carattere della vita, e regge con la sinistra uno
scettro: la testa ha coperta dell'elmo usato dai Fa-
raoni in guerra. Due uomini gli stanno davanti,
presentandogli ciascuno V insegna della vittoria,
consistente in una piuma fitta sulla cima di uno
scettro od asta. Per tal maniera si rappresentano
quivi due atlofori, capitani, o principi figli del
re, che per quella insegna si distinguevano, i qua-
li significano con tale atto la vittoria che Amenóf I
aveva riportato sopra gl'Hiksciós.

Mi occorre di giustificare la significanza di que-
st'oggetto, che io chiamo insegna di vittoria, poi-
ché l'immortale Autore della Grammaire ègyptien-
ne tradusse, porteur de chasse-mouche (2) quel ti-
tolo dei principi reali, che io ho costantemente tra-
dotto, JTe[£.l-Jt£.cyT, ilporta-insegna-della-vittoria,
Yatloforo (3). Secondo Champollión, l'istrumento

(t) Vengasi la tav. M. R. n.° XXVIII, fig. 1.

(2) Gramm. égypt. p. 68.

(3) Monum. Stor. t. 1, p. 273 e segg. t. u, p. 8 e segg. ed
altrove.


 
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