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Rosellini, Ippolito
I monumenti dell'Egitto e della Nubia (Band 1,3,1): Monumenti del culto — Pisa, 1838

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https://doi.org/10.11588/diglit.4685#0139
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era usata a

109

trae in simigliante maniera prigioni i nemici (1).
Qui una iscrizioncella posta verticalmente nei due

lati inferiori della piccola stela, esprime: 61 XJUt

Jtcf HIK&g, MX K&£.-e[: va stringendosi (2) le terre
straniere (i nemici delle terre straniere) nella sua
vendetta (3). Dietro il capo del re è un altro car-
tello, ove avrebbe dovuto leggersi il nome-proprio
dmenoftèp; ma lo scriba vi pose, forse per errore,
li stessi caratteri dei prenome, più il titolo, Vap-
provato del Sole. In altri due caratteri posti sotto
al cartello, un po'a sinistra, si esprime l'altro più
ordinario titolo *f~0UJtg,, vivificatore. Il primo di
essi caratteri è un equivalente della piramidetta "f*,
come mostreremo in progresso.

La fig. C, ci mostra lo stesso Faraone percotente
con l'arme sciópsc9 simbolo della forza, un nemico
genuflesso in atto di chieder pietà.

Nella fig. D, il re armato d'ascia, come alla fig.
A, stringe sul capo due nemici avvinti. Tra le im-

an re aven-

aendo seco
tra le sue

presentano

[re, che sì

ri si ragione-
unenti di Me-

(1) Veggasi la tav. M. R. n.° XLVII, fig. a.

(2) La voce XAJL, qui determinata da un nodo di quelle
corde con le quali si legano i prigioni, significa Tatto stesso
del re, che si stringe tra le braccia due nemici. In copto
TTOUJUL obturare, e laudere.

(3) Questo carattere rappresenta la mano chiusa in pugno J^f ?

che nei testi è determinativo della voce -» K^JA.. che signi-

fica far vendetta, prender per forza, e simili; come in copto
 
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