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Rosellini, Ippolito
I monumenti dell'Egitto e della Nubia (Band 3,1): Monumenti del culto — Pisa, 1844

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https://doi.org/10.11588/diglit.4684#0090
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colore violetto è un effetto che ora apparisce, ca-
gionato da una sostanza mordente di cui furon ri-
coperte le figure dove esser dovevano dorate. Tolta
o caduta per opera del tempo la lamina dell'oro,
lo strato inferiore dato in preparamento, che aveva
forse in origine un altro colore, esposto al contat-
to dell'aria, rivestì una tinta violetta. Alcune fi-
gure adunque del tempio di Kalabscieh, come quel-
le del tempio di Dakke, furono ricoperte d'oro (i).

Vediamo ora alcuni dei quadri che meglio ca-
ratterizzano il culto di questo tempio.

Nelle pareti del santuario è il quadro che riferi-
sco alla fig. i della Tav. M. d. C. n ° XV. Si vede
sedere un dio con urèo in testa e con le insegne
solite, di Oeri o primogenito di Ammone, in mez-
zo alla dea Iside (2) e ad Horus. Le due deità collate-
rali presentano lo pschent superiore e inferiore,
per dinotare che investono il dio che sta nel mez-
zo del dominio sulla regione superiore e inferiore,
vale a dire, sull'Alto e Basso-Egitto. Il nome di
esso dio, che sta sopra scritto, è JtipTOvp o
JUlXotX (nnvp) che più ordinariamente scrivesi,
soppressa la T, JUl?\OvX e ìaTvOtTvi Me lui e Ma-
iali il dio . E questo è il dio principale del tempio
di Kalabscieh. Sulla deità ieracocefala che siede a

(1) Sopra pag. 66 e seg., e v. tra i monumenti di Phile
e nel Pantheon.

(2) L'iscrizione della dea è guasta, ma essa porta in testa il
carattere simbolico del suo nome.
 
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