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Rosellini, Ippolito
I monumenti dell'Egitto e della Nubia (Band 3,1): Monumenti del culto — Pisa, 1844

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https://doi.org/10.11588/diglit.4684#0151
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J49

toposte insegne, si riferisce ai primi, e adombra
la mitica storia di Osiride. Ma due cagioni rendo-
no difficile, e quasi direi impossibile, il darne una
letterale interpretazione: la prima deriva dalla ma-
teria, arcana e mistica e spesso allusiva a dottrine
e tradizioni che non bene conosciamo, o che igno-
riamo del tutto: l'altra consiste nella studiata ri-
cercatezza di caratteri e gruppi, vizio proprio di
quei tempi della ultima decadenza. In generale le
iscrizioni geroglifiche dell'epoca romana sono, e
per pessima esecuzione, e per superfluità e affetta-
zione di elementi, e per insolite combinazioni, dif-
ficilissime a interpretarsi. Dirò, senza pretendere
di star sempre fedele alla lettera, o di trarre un
senso sempre chiaro dalla ordinaria significazione
dei caratteri, ciò che mi sembra potersene ricavare.
Comincia sotto il primo ordine a sinistra della
tavola, corrispondentemente alla figura del re. So-
no (qui rappresentati) i capi grandi (cioè le deità
sopra figurate) assistenti? al gran principe (Osiri-
de) dalla giovinezza di lui vivente, dio che ha re-
gnato due volte nel mondo (innanzi e dopo sua
morte ) et cantera . Vatto di Taten (i) è di stabili-
re a lui ( ad Osiride) il cielo per dominazione sua
in.....; configurando (alla maniera dello sculto-
re o del vasajo ) V astro nel germe del cielo e del-

(i) Titolo abbreviato che significa Phtah rappresentato so-
pra al lavoro del torno.

T. i. io
 
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