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551

MCCCCLXXXXIX, MARZO.

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via di la Pieve hanno : come uno messo dii signor
Paulo Vitelli fu a parlar a Juliano di Medici per li-
berarlo, lo hanno mandato via. Et che sono in con-
229 * sulto col conte di far fati, e questo per le querimonie,
et dice voler chavalchar e promove nove cosse ; e
poi diceva la diflcultà, adeo è di pocha sustantia. E
il magnifico Piero voi certi danari, spese il fratello
Cardinal, zoè ducati 600 di carlini : a Roma li hanno
risposo non haver ordine di la Signoria nostra ; et
che stratioti sono insolenti. Et il conte voi andar a
soraveder li lochi dii conte Checho et maxime Monte
Dolio eh’ è suo, et par habi certa praticha con lui.
Et in l’altra dii 23, mandano lettere abute da Bibie-
na. Et par quelli dii ducha non erano ancor partiti,
perchè misier Donnino non voi si partino con peri-
colo ; et el proveditor li ha rescrito essi proveditori
fazino il ducha d’Urbim rescriva, ilerum ubedissa il
nostro proveditor. Et esser venuto uno trombeta dii
Vitelli non voi più dar salvoconduto. Ilem, li man-
dano a Bibiena 10 sacheti di farina, per via di alcu-
ni li porta, et voriano etiam mandar qualche vituaria
per la via di Val di Bagno, et haveanp mandato a
questo effecto li Marco di Santi, Ihoro secretano.
Da Bibiena di sier Piero Mar zelilo, di 20. Co-
me eri fo lì uno trombeta di Paulo Vitelli, qual si
abochó con Juliano di Medici, et quello li disse, poi
partito, li havea ditto il socorso nostro esser dispera-
to, e a Castel Delze le zente di la Signoria si sminui-
vano per non haver danari, e li oferiva, quando con
esso proveditor e il resto si volesse partir, di darli
salvaconduto aliler non lo daria più. Et che li rispose
esso Juliano che quanto a lui li sapeva risponder, ma
dii proveditor e zente no ; et che havia inteso esso
proveditor esser disposto non si partir mai de lì ■ et
cussi conclude mai esser per partirsi se non a pezo
a pezo. Et havia hauto lettere dii ducha d’Urbin di 17
che comandava a li soi soto pena di la sua disgracia
ubedisano in tutto esso proveditor; et che li havia
dito quella note andasseno la mità fuori di Bibiena,
e l’altra mità di esse zente, zoè balestrieri e parte di
homini d’arme, restasseno ; e questo per poter haver,
con le vituarie poche hanno ; et Ihoro dicono non
voler andar la mità ; sichè non vedeva altro remedio
che alezerirsi, acciò le vituarie durasenofino a pasqua
et forsi ancora fin 1’ altra setimana.
Da Pisa di proveditori, di 19. Come per reme-
diar a le zente d’arme a li cridori faceano, voleano
dar ducati do et uno sacho de grano per uno, per
sovention. Et che non hanno voluto tuor el principe
don Forante, fiol dii ducha di Ferrara, dicendo non
esser ubligà a mostra. Ilem, stratioti son partiti per

Lucha, non sanno si ritornerà ; et era tornato Lucha
Tazi et altri stratioti, si disolve. Ilem, quel zorno era
comparso do galie sotil et 4 di Napoli, voltizando
fora le Foze, poi se levono e andono in canai di Piom-
bin, driedo una nave à fato danno a navilii zenovesi,
et hanno fato bona compagnia a le barche nostre
venivano lì in la Foze ; et che quelli galioti erano
desperati, voleano venir per terra a la Signoria no-
stra alcuni per intender si se voi che i morano li,
opur debino partirsi perchè non hanno da viver. 11
morbo è a Cassina : è morto 8, over 10, et novamen-
te erano morti alcuni et do stratioti.
Di sier Vicenzo Valier, di 19, a la Signoria. In
materia di stratioti, et che a Lucha hanno auto du-
cati 5 Vs per uno, e mandati verso Pistoja.
È da saper, per il consejo di X fu sospeso la parte
presa in pregadi: che sier Fedrigo Malipieroprovedi-
tor montasse su le galfe erano a Pisa.
Da Roma di l’ or alar, di 19. Come era stato 221
dal papa per aver il Perdoni di santo Antonio et
quel di San Zacharia, che era el dì di pasqua, tamen
nulla potè far con soa Santità. Et si duol la Signoria
non dagi risposta a le sue proposition e proposte ; et
esso orator scusoe, et il papa disse : si quella Signoria
ne proverà, cognoserà, li sarò bon. Et di Franza
dice non haver nulla di la liga nè dii matrimonio,
ma ben dii licentiar di oratori dii re Fedrico, con
parole alte, quali sono zà di qua dei monti, etiam che
prepara 700 lanze et 4000 fanti la regia majestà per
mandar in Aste ; et dice questo è vero, e il ducha di
Milan sta con gran timor, e il reverendissimo Asca-
nio è di mala voja, si voi mostrar gajardo etc. 11 pa-
pa disse l’ha da pensar, el dice voler lassar il stalo e
darlo a Massimiliano e andar con la persona in Ale-
magna, poi li dimandò quello el credeva havesse
ad esser di l’acordo con fiorentini ; rispose esso ora-
tor teniva de sì perchè la Signoria nostra non voi si
non liberlas Pisarum, et dii resto sarà fazile. Ilem, lui
sa è venuto a Roma messo di Franza, et è tornato
via subito, sichè il papa sa di la liga e mostra non
haver nulla. Ascanio solicita pur soa beatitudine si
lassi intender quello voi far a le cosse de Italia ; e il
papa li da parole et si divulga di una liga si trata
con Spagna, il re di romani e li principi de Italia ; et
che il protonotario Stanga, era lì orator per il ducha
de Milan, va a Napoli orator, et quel de Milan, era a
Siena vien a Roma, sichè il ducha non voi più in
corte homini atenti a beneficii, zoè eclesiastici. Ilem,
domino Gracilasso orator ispano è pur lì, e li do al-
tri oratori hyspani non vano fuori, stanno con poca
reputation, solicitano licentia.
 
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