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Sanutus, Marinus; Fulin, Rinaldo [Editor]; Barozzi, Nicolò [Editor]; Stefani, Federico [Editor]
I diarii (1496-1533) (Tomo 3): [1.10.1499 - 31.3.1501] — Venezia: a spese degli autori, 1880

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https://doi.org/10.11588/diglit.67589#0295
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561

MCCCCC, LUGLIO.

562

Fono electi cinque di X savij a (ansar : sier Marco
Foscolo, fo consier, sier Lucha Zivran, fo consier,
sier Marco Morexini, fo podestà e capetanio in Cao
d’Istria, sier Alvise Grimani, fo patron a F arsenal,
et sier Alvise da Muda, fo in Cao d’Istria.
Fu posto per i cai di 40, savij dii conscio, sier
Piero Capello e sier Zorzi Emo, savij a tera forma, far
per gran conscio, per scurtinio, e quatro man di ele-
tion, uno podestà et uno capetanio a Cremona : habbi
di salario quello hanno questi, ma stagi 16 mexi. Et
sier Antonio Trum, el consier, sier Lunardo Grimani,
savio a tera ferma, messeno li ditti rectori haves-
seno solum ducati 50 al mexe. Andò le do parte: Gl
dii consier, 83 di savij e di cai di 40. Et questa fu
presa. Quelli sarano electi, scriverò di solo.
Fu posto per sier Marco da Molili, sier Jacomo
Gabriel, savij ai ordeni, di armar do galie, zoè quella
dii papa e una bastarda, in luogo di le do grosse fu
preso di armar; et li sopracomiti metti doman ban-
co. Et sier Antonio Trun, el consier, sier Zuan Be-
ndo Nani, cao di 40, et Jo, Mario Sanudo, metessemo
di star su quello era preso. Andò in renga sier Ja-
como Gabriel. Poi montò suso sier Zuan Trivixan,
provedador sopra i officij ; dò bota al colegio non
fevano le provision bisogna a tanta materia, e parlò
sapientissimamente. Li rispose sier Piero Capello, e
si justitìchò ; laudò l’armar galie sotil. Poi montò in
renga sier Alvise Zustignan, quondam sier Marco, è
a le ràxon nuove, nepote dii zeneral novo, dicendo
quello esser in bordine, e si voi partir questa sera,
ma il colegio non 1’ havea expedido. Li rispose sier
Zorzi Emo, e juslificò il colegio. Andò le parte: una
non sincera, una di no, 57 dii consier e nostra, 62
di do savij ai ordeni. E questa fu presa. Et nota, che
vulssi andar in renga, e, si parlava, non si perdeva.
219 Di sier Marco Orio, capetanio di le nave armade,
di 4, date in nave, a dì 4, a Cao Bianco. Come ave
fortuna ; avisa il suo navegar, et è soto il capetanio
Venier. È in tutto galie 24 sotil, grosse 9, nave 8 ;
stimma, velie 4L Et è tre nave lì, mal conditionate,
zoè patroni Piero Paxim, Jacomo Vesentin et Fran-
cesco Feliciam ; sì che quelle cosse è in tal termeni.
Dii dito, di XI, data ivi. Di la fortuna ave a dì 4
da sera ; durò fino a dì 6, et lui à pie’ cinque di aqua
in nave sopra el parangal. Item, ne la segonda for-
tuna à smarido la nave Malipiera, patron Francesco
Feliciam, e Piero de Paxim e il barzoto è andati a la
Nata. Item, è galie sotil 33, grosse 14, et nave 7 ; à
lui in nave homeni 320, non à ’ulo li 40 homeni
dovea venir etc.
Di sier Jacomo Venier, capetanio di le galie gros-
1 Diarii di M. Sanuto — Tom. Ili,

se, data in galla, a dì 6 luio, in porto di Custodi, a
capo di r isola de la Zefalonia. Come, a dì 28, zonse
il zeneral con galie tre, et scrive mal di esso zene-
ral. Et quella sera zonse le tre galie di la guarda,
aferma 1’ arma’ turcha vegnir versso 1’ Arta, et la
notte, versso la diana, 1’ armiraio dii zeneral fé co-
mandamento a le galie grosse se metesseno in mar,
senza altra specifichatiom, unde le galie si levò et
messeno su le volte sora Cao dii Duellato, e cussi fé
le nave ; e la matina, con tute le galie sotil, se messe
su le volte sul predito Cao. E 1’ armata nimicha ha-
via vista di le nostre predite galie, e nostri di Ihoro,
che erano alhora a San Nicolò in l’isola di Sancla
Maura. La sera a 1’ imburnir, ditto zeneral fé velia
con le galie sotil, senza lassar ordine a le galie gros-
se che erano su le volte ; et dite galie grosse, con le
nave, velizono sopra ditto Cao el luni; el marti da
sera rifreschò provenza con mar grosso, et le nave
tolse il vento im poppe via, e le galie grosse introno
im Porto Ferra, in F isola di la Zefalonia, con 9 ga-
lie grosse ; e poi, al tempo, tornono a velizar e vol-
tizar ; e turchi li vedeva. La notte bonazò, et per il
corso di le aque, do conserve scorsse in Canal de
A’iscardo. A di 4 da matina parse X galie sotil con
il provedador Contarini, qual li scrisse esso sier Ja-
como Venier dovè esser su F Arta, e poi a F Anti
Paxu per unir F armata insieme ; tamen la opinioni
di esso sier Jacomo era, tutti stesse su quel Cao eh’ è
porto habele. Item, a dì do bave uno zovaneto cor-
fuato di F armata, provier di una fusta, qual scampò
da’ turchi. Disse ditta armata era zonta a San Nicolò,
et lui fuzite, e vene per terra sora il Cao dii Duellato,
e fu preso per sier Domenego Capelo, sopracomito.
Disse etiam dita armata esser velie 250, et esser fu-
ziti più di 1000 christiani di l’armata ; è mal in bor-
dine, et voi andar a Modon, et è mal in bordine. Et 219*
a dì 5, andò sora il colfo di l’Arta, mia 5 lontani de
lì, con le galie grosse, et non vete ninna velia. Item,
la galia Bondimiera, Leza e Delfina, grosse, sono
mal conditionate, et sono tenere di velie; et era ve-
nuto a li Guardiani per tuorlo im poppe.
Dii ditto, data a dì X, in galia, im porto di la
Purga. Come zonse le do nave armade di comuni,
con altre cinque nave, et dii numero di 9 mancha la
nave Malipiera, fo Mema, e il barzoto è stà a la Nata,
su F isola di la Zefalonia, per fortuna, e doman tutti
sarano insieme unita, e vete l’arma’ turchescha ve-
nir dentro di Cao dii Duellato, e al Cavo di San Ste-
phano versso F Arta, et vete quella levar e tutto eri
navegar, et la vete intrar in Canal de Viscardo, va
in Val di Alexandria, per esser bon porto e aqna.

 
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