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MCCCCC, SETTEMBRE.
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ducati 100, per comprar formenti per il castello; e
sier Lunardo Grimani, cassier, era renitente.
Di Cao d’Istria, di sier Piero Querini, podestà
et capetanio, do teiere di 7, et una di 9. In la prima,
come era ritorna uno Zuan Biaxio, explorator suo,
stato a Bichacho. Referisse esser stato dal conte Mi-
chiel de Bagdai, a Spiron, dove vene lì turchi 300 /
a cavalo a far preda, e fo causa Carzego, qual con
cavali 500, con il conte Xarcho, andò 8 zornate di
camino in lochi de’ turchi, e fè gran bulini ; e quel
zorno tornono essi turchi, restò di dannizar Bicha-
chi, tamen nostri dipredò Bistriza ; et dice turchi è
pochi in Bossina, e a questi nostri corsse niun li fo
a Foposito, e in Bossina non è, salvo li deputadi
turchi. Item, fo a Modruza, dal conte Bernardini,
e dice il trar di bombarde si fa è per bechar qual
cossa. Iterum F à rimandato per saper. Per un’altra
letera, di 7, manda una letera scritali per Damian
di Tarsia; lo avisa di questa coraria fè il conte
Xarcho in locho di turchi ; et nota Gharzego voi dir
ducha in quelli lenguazi, eh’ è il ducha Zuan Cor-
vino. Qual, il suo titolo è questo, come si ave una
letera data a Irapina : Johannes Corvinus Oppavice
Lipthomiceque dux, ac regnorum Dalmatico, Croatice
et Sclavonioe banus. La mansioni, dà al principe, è :
Illustrissimo principi et domino, domino et patri no-
bis honorando. Item, par in ditte letere di Damian
di Tarsia, scrive nostri haver depreda in tre lochi
dii turcho : Umicha, Sinilla e Mistara, e fato gran
prede.
Del ditto podestà, di 9. Come Pasqual Ingaldeo,
capetanio di schiavi, li scrive di 8, da San Canziam,
manda la letera, come polachi à corsso a’ danni dii
turcho in ver Bossana ; conclude non vi esser, e voi
poner la vita si verano in Frinì.
Da San Lorenzo dii Pasnadego, di sier Alban
Zane, podestà. Come de lì non è monition ; perhò
dimanda alcune cosse, qual fo balotade.
In questa matina vene davanti il principe et co-
legio sier Pollo Contarmi, quondam sier Piero da la
saita, è debitor a le cazude di ducati zercha 180, voi
gratia, pagar di tanti prò’, atento non habi altro al
mondo; videlicel li oficij risponda. Balotà 2 volte.
315 Da poi disnar vene il principe im pregarti, qual fo
etiam per l’avogaria. Et sier Piero Morexini, avoga-
rtor, andò in renga, e menoe, cazadi li parenti di sier
Nicolò di Prioli, quondam sier Hironimo, e di ma-
ttona Marieta Diedo, monacha a San Zacharia, e ma-
dona Marieta da Molili, monacha a Santa Chiara, di
Veniexia ; et fè lezer il processo fato per viam in-
quisilionis, per la comission data per il principe. Et
I Diarii di M. Sanuto. — Tom. III.
examinati alcuni, provato chiaro, messe la parte, re-
tenirlo, aliter chiamarlo eie. Ave 3 non sinciere, 38
di no, 120 di la parte. E fu presa.
Item, sier Hironimo Lion, e] cavalier, andò in
renga, et come avogador expose il caso di Zorzi
Negro, olim secretarlo dii capetanio zeneral, a Ihoro
comesso, per parte presa qui, posta por sier Antonio
Venier, savio ai ordeni. Et disse, non trovava in lui
colpa alcuna. Fè lezer quello depose ditto sier Anto-
nio Venier, poi il constituto, et do letere, una di Ma-
rio Becichemi, e l’altra di maistro Francesco Belirn,
medico di esso zeneral. Messeno la parte, che ’l fusse
relaxado prò nume. Ave 9 non sincere, 31 di no,
122 di la parte.
Fu posto per sier Antonio Tram, el consier, di
cassar l’oficio sora le aque, et quello ponerlo a li
provedadori di comun. Ave la parte: 7 non sin-
ciere, 67 di no, 86 de sì. Et fu preso di cassarlo.
Fu posto per tutti li savij, scriver al governador
et castelam di Brandizo, venendo l’armada yspana
lì, li lazi bona compagnia ; tamen custodissano la
terra e ’l castello. Ave 31 di no.
Fu posto per li consieri, cai di 40, et loro savij,
di scriver a Roma a F orator, in recomandation di
uno fìol dii conte Vetor di Martinengo, li sia dato
per benefici] ducati 200 d’intrada. Et have tutto il
conscio, atento li soi optimi meriti.
Fu posto per tutti, dar licentia a tute nave sono
qui, per andar in Levante, vadino e habino zorni X
di muda. Ave tutto il conscio, 4 solum di no.
Fu posto, per li savij di terra ferma et ordeni,
dar a Marco da Canal, qual si à porta ben a Zara,
et è stà ferido da’ turchi, ducati 5 al mexe di pro-
vision et cavali 5 di quelli stratioli, et stagi a La-
vrana. Ave tutto il conscio.
Fu posto, per tutti li savij, scriver al governador
di Otranto, debbi far minar le caxe fate a presso le
mure, con questo li sia pagato eie. Sier Antonio
Trun, el consier, contradixe, et insieme con sier
Polo Pixani, el cavalier, sier Marco da Molili e sier
Antonio Venier, savij ai ordeni, messe de indusiar.
Andò le parte : 24 la nostra, et il resto di F indusia.
E fo preso d’indusiar.
A dì 16 seplembrio. In colegio veneno li fioli fo
di sier Antonio Zantani, morto provedador a Mo-
dom, racomandandosi fusse provisto al Ihoro viver.
Comesso al colegio li aldino, et vengino al conscio
di pregarti.
Vene sier Alvise Venier, electo provedador a
Corfù, qual prima non havia voluto comparer, et
disse : Poi che par cussi a la terra, son contento di
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MCCCCC, SETTEMBRE.
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ducati 100, per comprar formenti per il castello; e
sier Lunardo Grimani, cassier, era renitente.
Di Cao d’Istria, di sier Piero Querini, podestà
et capetanio, do teiere di 7, et una di 9. In la prima,
come era ritorna uno Zuan Biaxio, explorator suo,
stato a Bichacho. Referisse esser stato dal conte Mi-
chiel de Bagdai, a Spiron, dove vene lì turchi 300 /
a cavalo a far preda, e fo causa Carzego, qual con
cavali 500, con il conte Xarcho, andò 8 zornate di
camino in lochi de’ turchi, e fè gran bulini ; e quel
zorno tornono essi turchi, restò di dannizar Bicha-
chi, tamen nostri dipredò Bistriza ; et dice turchi è
pochi in Bossina, e a questi nostri corsse niun li fo
a Foposito, e in Bossina non è, salvo li deputadi
turchi. Item, fo a Modruza, dal conte Bernardini,
e dice il trar di bombarde si fa è per bechar qual
cossa. Iterum F à rimandato per saper. Per un’altra
letera, di 7, manda una letera scritali per Damian
di Tarsia; lo avisa di questa coraria fè il conte
Xarcho in locho di turchi ; et nota Gharzego voi dir
ducha in quelli lenguazi, eh’ è il ducha Zuan Cor-
vino. Qual, il suo titolo è questo, come si ave una
letera data a Irapina : Johannes Corvinus Oppavice
Lipthomiceque dux, ac regnorum Dalmatico, Croatice
et Sclavonioe banus. La mansioni, dà al principe, è :
Illustrissimo principi et domino, domino et patri no-
bis honorando. Item, par in ditte letere di Damian
di Tarsia, scrive nostri haver depreda in tre lochi
dii turcho : Umicha, Sinilla e Mistara, e fato gran
prede.
Del ditto podestà, di 9. Come Pasqual Ingaldeo,
capetanio di schiavi, li scrive di 8, da San Canziam,
manda la letera, come polachi à corsso a’ danni dii
turcho in ver Bossana ; conclude non vi esser, e voi
poner la vita si verano in Frinì.
Da San Lorenzo dii Pasnadego, di sier Alban
Zane, podestà. Come de lì non è monition ; perhò
dimanda alcune cosse, qual fo balotade.
In questa matina vene davanti il principe et co-
legio sier Pollo Contarmi, quondam sier Piero da la
saita, è debitor a le cazude di ducati zercha 180, voi
gratia, pagar di tanti prò’, atento non habi altro al
mondo; videlicel li oficij risponda. Balotà 2 volte.
315 Da poi disnar vene il principe im pregarti, qual fo
etiam per l’avogaria. Et sier Piero Morexini, avoga-
rtor, andò in renga, e menoe, cazadi li parenti di sier
Nicolò di Prioli, quondam sier Hironimo, e di ma-
ttona Marieta Diedo, monacha a San Zacharia, e ma-
dona Marieta da Molili, monacha a Santa Chiara, di
Veniexia ; et fè lezer il processo fato per viam in-
quisilionis, per la comission data per il principe. Et
I Diarii di M. Sanuto. — Tom. III.
examinati alcuni, provato chiaro, messe la parte, re-
tenirlo, aliter chiamarlo eie. Ave 3 non sinciere, 38
di no, 120 di la parte. E fu presa.
Item, sier Hironimo Lion, e] cavalier, andò in
renga, et come avogador expose il caso di Zorzi
Negro, olim secretarlo dii capetanio zeneral, a Ihoro
comesso, per parte presa qui, posta por sier Antonio
Venier, savio ai ordeni. Et disse, non trovava in lui
colpa alcuna. Fè lezer quello depose ditto sier Anto-
nio Venier, poi il constituto, et do letere, una di Ma-
rio Becichemi, e l’altra di maistro Francesco Belirn,
medico di esso zeneral. Messeno la parte, che ’l fusse
relaxado prò nume. Ave 9 non sincere, 31 di no,
122 di la parte.
Fu posto per sier Antonio Tram, el consier, di
cassar l’oficio sora le aque, et quello ponerlo a li
provedadori di comun. Ave la parte: 7 non sin-
ciere, 67 di no, 86 de sì. Et fu preso di cassarlo.
Fu posto per tutti li savij, scriver al governador
et castelam di Brandizo, venendo l’armada yspana
lì, li lazi bona compagnia ; tamen custodissano la
terra e ’l castello. Ave 31 di no.
Fu posto per li consieri, cai di 40, et loro savij,
di scriver a Roma a F orator, in recomandation di
uno fìol dii conte Vetor di Martinengo, li sia dato
per benefici] ducati 200 d’intrada. Et have tutto il
conscio, atento li soi optimi meriti.
Fu posto per tutti, dar licentia a tute nave sono
qui, per andar in Levante, vadino e habino zorni X
di muda. Ave tutto il conscio, 4 solum di no.
Fu posto, per li savij di terra ferma et ordeni,
dar a Marco da Canal, qual si à porta ben a Zara,
et è stà ferido da’ turchi, ducati 5 al mexe di pro-
vision et cavali 5 di quelli stratioli, et stagi a La-
vrana. Ave tutto il conscio.
Fu posto, per tutti li savij, scriver al governador
di Otranto, debbi far minar le caxe fate a presso le
mure, con questo li sia pagato eie. Sier Antonio
Trun, el consier, contradixe, et insieme con sier
Polo Pixani, el cavalier, sier Marco da Molili e sier
Antonio Venier, savij ai ordeni, messe de indusiar.
Andò le parte : 24 la nostra, et il resto di F indusia.
E fo preso d’indusiar.
A dì 16 seplembrio. In colegio veneno li fioli fo
di sier Antonio Zantani, morto provedador a Mo-
dom, racomandandosi fusse provisto al Ihoro viver.
Comesso al colegio li aldino, et vengino al conscio
di pregarti.
Vene sier Alvise Venier, electo provedador a
Corfù, qual prima non havia voluto comparer, et
disse : Poi che par cussi a la terra, son contento di
50