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Sanutus, Marinus; Fulin, Rinaldo [Editor]; Barozzi, Nicolò [Editor]; Stefani, Federico [Editor]
I diarii (1496-1533) (Tomo 3): [1.10.1499 - 31.3.1501] — Venezia: a spese degli autori, 1880

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https://doi.org/10.11588/diglit.67589#0100
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171 MCCCCC,
di missier Zumi Jacomo, e furono a le man insieme,
e rupeli, e fracassoli, e tra presi e morii pochi ne
scamporono. Fu preso el ditto Zuan da Casal con li
altri capi. Et che a Milano si aspetta 1000 cavali di
la guarda dii re de’ romani, e fanti 3000; centra li
quali era andati monsignor el Cardinal di San Seve-
rino, con alcuni zenthilomeni milanesi; et da poi se-
guitava la persona del prefato re, con el qual se di-
ceva venir persone 20 milia. Item, che ’l castel di
Novara havia tolto termine 3 zorni, et cadaum che
voleva poteva parlar con quelli dentro, e asporta-
vano di haver ditto castello marti a bore 20. Item,
che ’l signor Lodovico partì di campo, limi, a dì 23,
et eri zonse a Milano, se diceva per esser a parla-
mento con quelli del castello, e che marti e mercore
el castello non havea trato bota alcuna, centra el con-
sueto ; non si sa si ’l sia sta per la solemnità di la
Madona, o per altro. El signor Lodovico, a’ 25, si do-
vea partir per tornar in campo ; et a dì 25, la ma-
tina, era zonto a Milano uno fameio cavalchante del
65 re Fcdrico, per stafeta, venuto in gran pressa ; qual
fu mandato a levar da 1’ hostaria per el signor Lo-
dovico, e acompagnato honora lamento a la sua pre-
sentia. Et questo è quanto ha potuto saper.
In questa sera, fu sona gran conseio a San Mar-
cilo et a Rialto per da matina, a petition di avoga-
dori di commi, per menar sier Antonio Grimani,
procurator, fo capetanio zeneral di mar.
A d' ultimo marzo, da matina. Intrò 7 galie
grosse di viazi in questa terra, state in armada, zoè
Barato et Alexandria, menate da li governadori fono
mandate. Et da poi vene etiam quelle di Fiandra, et
vene Nicoleto dal Lauro, era scrivali di sier Fantin
Querini in Fiandra, e portò nova di la venuta di Al-
vise Manenti, secretano nostro, da la Porta, con un
orator dii turche ; et cussi el ditto Manenti zonse qui
ozi a nona, et el prefato messo dii turcho alozò in
caxa sua per bordine di la Signoria nostra, nome
Alexio, è con cinque persone etc.
Da poi disnar, fu gran conseio. Vene il princi-
pe etc. Et sier Nicolò Michiel, dotor et cavalier, avo-
gador di comuni, inlroduxe el caso dii Grimani,
come altrove scriverò. Or li patricij se reduseno a
bona horra a gran conseio, e poi vene di prexon
suso sier Antonio Grimani, procurator, con vesta
negra a manege pizole, canudo et senza bareta in
testa ; etiam vene sier Alvise Marcello, fo capetanio
di le nave, sier Andrea Baxadona, fu capetanio di le
galie di Barbaria, e tutti li patroni di le galie grosse,
excepto sier Francesco Michiel, che per pregadi fu
relaxato, acciò el Michiel, avogador, potesse menar el <

MARZO. 172
Grimani. Et venuto prima il principe con li consie-
ri, el canzelier grande mandò zoso di conseio li otì-
ciali, zoè tavola dil’intrada, de l’insida, ternarie,
dacie dii vin, messetaria, juslicia vechia, consoli di
merchadanti, doanna di mar e apontadori, et poi li
parenti di nominati di sopra. E sier Zuan Antonio
Minio, e li altri avochati, andono a la Signoria, di-
mandando fusseno cazadi di conseio li parenti di
provedadori di l’armata; et a rincontro erano li
avogadori, tra li qual sier Marco Sanudo parloe
ben, che non doveano esser cazadi, et che non li
haveano intromessi, e disse : Fè lezer le scriture ; e
poi si ’b parerà, serenissimo principe, a la vostra
sublimità, li farò cazar. Et cussi terminò la Signoria
fusse facto. E mandato fuori tutti, chi non era di
conseio, sotto pena a li padri etc., sier Nicolò Mi-
chiel, avogador, andò in renga, e con gran scilenlio
de tutti, essendoli .senta a li piedi sier Antonio Gri-
mani et li altri rei, comenziò in questa forma, succi-
nole qui descripta.
Sumario di la renga di sier Nicolò Michiel, dolor e
cavalier, avogador, quando menò sier Antonio
Grimani.
Pensando molte volle fra me, serenissimo prin-
cipe eie. ; e fece certo exordio, aducendo exempli di
romani conira galli, capetanio Mario, qualli fonno
rerum domini, et la sententia che fu fata, che, ha-
vendo fato a modo de’ francesi, li trataremo a modo
francese, che li fè taiar la testa ; item Spurio Caspio
(sic), do volte triumfò, poi li fo taià la testa ; de’ greci
Pausania, capetanio de’ lacedemoni], fuzite in tempio
dece Minerva?, el lo tolseno fuori etc. Poi intrò in
el caso, dicendo : Questo missier Antonio Grimani,
qual è stato la calamità dii slado nostro, reo homo,
petulante, superbo, jactabondo, rebello di questa re-
publica, inimico dii stado, indegno capetanio, qual
è perso Lepanto per soa caxon ; e che sier Zuan
Moro, fo retor, e sier Hironimo Trini, castelam, ex-
pediti ini pregadi, ebeno podio per sta causa dii
mal, questo indegno capetanio, sì che Lepanto è per-
so, et perso la nostra reputatici). Qual capetanio ha-
via 169 navilij grossi sotto di lui, e per lui tutto Le-
vante è resentito, perso i dacij di fuora di mar, e i
dacij de Veniexia, nè più si navega, e tutto per soa
causa. E lui, Grimani, galde, à magazen pien di spe-
cie, e à vadagnà ducati 20 milia, e va dicendo che
’l merita previsioni. Provision, missier Antonio? Que-
sto stado trema, a tal Pavé vu condolo ! Tamen spe-
 
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