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tauchten, kann man auch daraus erkennen (hier diktirt offen-
bar Michelangelo selbst!), dass er nicht allein die mensch-
liche Schönheit geliebt hat, sondern überhaupt jedes schöne
Ding, ein schönes Pferd, einen schönen Hund, eine schöne
Gegend, eine schöne Pflanze, einen schönen Berg, einen
schönen Wald und jegliches Ding, das in seiner Art schön
und ausgezeichnet war, was er dann mit wunderbarer Er-
regung bewunderte x).«
Der letzte Passus hat seine besondere Bedeutung. Er
beweist einerseits, dass Varchi recht gehabt, wenn er bei
Michelangelo die Kenntniss des Platonischen Symposions
voraussetzt; er giebt anderseits einen Fingerzeig, wie man
die Vorstellungen des griechischen Philosophen benutzte, um
das Interesse mehr und mehr von den concreten Dingen
abzulenken.
Denn die Worte Condivi's geben offenbar eine An-
spielung auf Cap. XXVIII des »Göttlichsten Gastmahls«.
Diotima belehrt hier Sokrates, wie, wer es in der wahren
T) Ha eziandio amata la bellezza del corpo, come quello, che otti-
mamente la conosce: e di tal guisa amata, che appo certi uomini carnali,
e che non fanno intendere amor di bellezza, se non lascivo e disonesto, ha
porto cagione di pensare, e di dir male di lui: come sö Alcibiade giovane
formosissimo, non fosse stato da Socrate castissimamente amato: dal cui
lato, quando seco si posava, soleva dire non altrimenti levarsi, che dal lato
del suo padre. Io piu volte ho sentito Michelangelo ragionare e discorrere
sopra 1'Amore: e udito poi da quelli, che si trovaron presenti, lui non altri-
menti dell' Amor parlare, di quel che appresso di Platone scritto si legge.
Io per me non so quel che Platone sopra cio si dica: so bene, che aven-
dolo io cosi lungamente e intrinsecamente praticato, non senti mai uscir di
quella bocca se non parole onestissime, e che avevau forza d'estinguere
nella gioventu ogn' incomposto e sfrenato desiderio, che in lei potesse cadere.
E che in lui non nascesser laidi pensieri si pud da questo anco conoscere,
che egli non solamente ha amata la bellezza umana, ma universalmente ogni
cosa bella ecc., ammirandole con maraviglioso affetto. Condivi a. a. 0.
cap. LXV.
tauchten, kann man auch daraus erkennen (hier diktirt offen-
bar Michelangelo selbst!), dass er nicht allein die mensch-
liche Schönheit geliebt hat, sondern überhaupt jedes schöne
Ding, ein schönes Pferd, einen schönen Hund, eine schöne
Gegend, eine schöne Pflanze, einen schönen Berg, einen
schönen Wald und jegliches Ding, das in seiner Art schön
und ausgezeichnet war, was er dann mit wunderbarer Er-
regung bewunderte x).«
Der letzte Passus hat seine besondere Bedeutung. Er
beweist einerseits, dass Varchi recht gehabt, wenn er bei
Michelangelo die Kenntniss des Platonischen Symposions
voraussetzt; er giebt anderseits einen Fingerzeig, wie man
die Vorstellungen des griechischen Philosophen benutzte, um
das Interesse mehr und mehr von den concreten Dingen
abzulenken.
Denn die Worte Condivi's geben offenbar eine An-
spielung auf Cap. XXVIII des »Göttlichsten Gastmahls«.
Diotima belehrt hier Sokrates, wie, wer es in der wahren
T) Ha eziandio amata la bellezza del corpo, come quello, che otti-
mamente la conosce: e di tal guisa amata, che appo certi uomini carnali,
e che non fanno intendere amor di bellezza, se non lascivo e disonesto, ha
porto cagione di pensare, e di dir male di lui: come sö Alcibiade giovane
formosissimo, non fosse stato da Socrate castissimamente amato: dal cui
lato, quando seco si posava, soleva dire non altrimenti levarsi, che dal lato
del suo padre. Io piu volte ho sentito Michelangelo ragionare e discorrere
sopra 1'Amore: e udito poi da quelli, che si trovaron presenti, lui non altri-
menti dell' Amor parlare, di quel che appresso di Platone scritto si legge.
Io per me non so quel che Platone sopra cio si dica: so bene, che aven-
dolo io cosi lungamente e intrinsecamente praticato, non senti mai uscir di
quella bocca se non parole onestissime, e che avevau forza d'estinguere
nella gioventu ogn' incomposto e sfrenato desiderio, che in lei potesse cadere.
E che in lui non nascesser laidi pensieri si pud da questo anco conoscere,
che egli non solamente ha amata la bellezza umana, ma universalmente ogni
cosa bella ecc., ammirandole con maraviglioso affetto. Condivi a. a. 0.
cap. LXV.