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https://doi.org/10.11588/diglit.1693#0142
DI M. SEBASTIAN SERLIO
cost come nelle Scene Comiche ,&T rag} che, si imitano lì casamenti, & altri edisìcij con sarti seto della
sitturci : cefi ancora in quefìa si potran bene imitare gli arbori & l’berbe co fiori. Et quejìe cofe quan-
to saranno di maggior spefa tanto più lodcuoli faranno:penhe,nel uero,son proprie di genero^^magnani-
mi, & ricchi Signori, mmici della brutta auaritia. Quesìo già uiddero gli occhi mìei in alcune feene or-
dinate dall'intendente Architetto Girolamo Cjenga,ad insamia del suo padrone Francesco tJMaria Du-
ca di Orbino, doue io compre si tanta liberalità nel Trencipe,tanto giudicio & arte nell'Architetto, &
tanta belletta nelle cofe fatte, quanto in altra opera fatta dall1 arte, che da mefta fiata ueduta giamai.
( 0 Dìo immortale ) che magnisicentia era quella di neder tanti arbori, & frutti, tante herbe, & siori
diuersi, tutte cofe fatte di sinitima seta di variati colori, le ripe & i fassi copiosi di diuerse conche mari-
ne,di lumache, & altri anmaletti,di tronchi di coralli di più colorici madre perle,& di granchi mari-
ni inserti ne’ Jafsi, con tanta siuersitta di cose belle, che à volerle senuere tutte, io sarei troppo longo in
quesia parte. Io non dirò de Satiri,delle Tssnse,delle S irene,&diuersi monslri,ò animali frani,fatti con
tal artisìcio,che acconci fopragli h uomini et fanciulli,fecondo la grandcxja loro,?? quelli andan-
do, & mouendosi fecondo la sua natura,rapprefentauano essì animali uiui.Et se non ch'io fa-
rei troppo prolifso : ionarrerei gli babiti fuperbi di alcuni passori,fatti di ricchi drap-
piloro & di seta, foderati di sinìssime pelli d’animali feluatici.‘Direi ancora de'
uessimenti d’alcuni pescatori, liquali non furono men ricchi degli altri ,le
reti de’ quali erano di sila doro sino,et d’altri fimi srumenti tutti do-
rati . Direi di alcune pafiorelle & Ninfe,gli babiti delle quali
spreTgauano l’auaritia. Ma io la silerò tutte quéssecofe
ne gì! intelletti de’giudicio fi Architetti Jiquali sa-
ranno fempre di quesìe cofe, quando done-
ranno silmili padroni consormi alle^j
lor uoglie ,& gli dono piena li-
ccntia, con larga mano
di operarci tutto
quello ckeuor
ranno.
Desilimi
cost come nelle Scene Comiche ,&T rag} che, si imitano lì casamenti, & altri edisìcij con sarti seto della
sitturci : cefi ancora in quefìa si potran bene imitare gli arbori & l’berbe co fiori. Et quejìe cofe quan-
to saranno di maggior spefa tanto più lodcuoli faranno:penhe,nel uero,son proprie di genero^^magnani-
mi, & ricchi Signori, mmici della brutta auaritia. Quesìo già uiddero gli occhi mìei in alcune feene or-
dinate dall'intendente Architetto Girolamo Cjenga,ad insamia del suo padrone Francesco tJMaria Du-
ca di Orbino, doue io compre si tanta liberalità nel Trencipe,tanto giudicio & arte nell'Architetto, &
tanta belletta nelle cofe fatte, quanto in altra opera fatta dall1 arte, che da mefta fiata ueduta giamai.
( 0 Dìo immortale ) che magnisicentia era quella di neder tanti arbori, & frutti, tante herbe, & siori
diuersi, tutte cofe fatte di sinitima seta di variati colori, le ripe & i fassi copiosi di diuerse conche mari-
ne,di lumache, & altri anmaletti,di tronchi di coralli di più colorici madre perle,& di granchi mari-
ni inserti ne’ Jafsi, con tanta siuersitta di cose belle, che à volerle senuere tutte, io sarei troppo longo in
quesia parte. Io non dirò de Satiri,delle Tssnse,delle S irene,&diuersi monslri,ò animali frani,fatti con
tal artisìcio,che acconci fopragli h uomini et fanciulli,fecondo la grandcxja loro,?? quelli andan-
do, & mouendosi fecondo la sua natura,rapprefentauano essì animali uiui.Et se non ch'io fa-
rei troppo prolifso : ionarrerei gli babiti fuperbi di alcuni passori,fatti di ricchi drap-
piloro & di seta, foderati di sinìssime pelli d’animali feluatici.‘Direi ancora de'
uessimenti d’alcuni pescatori, liquali non furono men ricchi degli altri ,le
reti de’ quali erano di sila doro sino,et d’altri fimi srumenti tutti do-
rati . Direi di alcune pafiorelle & Ninfe,gli babiti delle quali
spreTgauano l’auaritia. Ma io la silerò tutte quéssecofe
ne gì! intelletti de’giudicio fi Architetti Jiquali sa-
ranno fempre di quesìe cofe, quando done-
ranno silmili padroni consormi alle^j
lor uoglie ,& gli dono piena li-
ccntia, con larga mano
di operarci tutto
quello ckeuor
ranno.
Desilimi