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Serradifalco, Domenico LoFaso Pietrasanta di
Le antichità della Sicilia (Band 2) — Palermo, 1834

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https://doi.org/10.11588/diglit.3400#0090
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( 86 )

NOTE

PER LA PARTE TERZA

(i) Sin dal principio del passato secolo con-
lavansi nella sola Roma Cornila statue antiche
Oberlin lìJon. Orò. anliqu. pag. 127).

(2) The Journal of sciences and the cn'ts.
London 1819 voi. 6.

Spon Itin. e. 5.
Hirt in Volfs Analect.
Miiller Eginetic.

(3) Queste sculture preziosissime furon con-
cepite da Fidia , che l'eseguì insiem co' suoi
discepoli Alcamene ed Agoracrite, non essendo
da dubitare che, sebben egli per l'ordinario la-
vorasse materie più preziose, pure avesse talvol-
ta scolpito il marmo. Difatti Aristotile (Elhic.
ad Nicom. lib. VI, e. 7 ) chiamollo oo$os h-
Sovpyos dotto scultore di marmo, mentre a
Policleto diede in vece semplicemente l'epiteto
di «yJptavTwotou statuario, perchè non eserci-
tava l'arte sua che sul bronzo solamente. Esse
forman la parte più bella della collezione di
lord d' Elgin , ed oggidì si conservan nel real
museo di Londra. Altri pezzi del fregio e delle
metope del Partenone sono state ultimamente
discoperte da M.r Pittakys.

Vedi Quatremère de Quincy Best, des deux
frontons du tem. de Minerve a Athen Paris
J82S.

E. Q. Visconti Memoires sur les ouvrag. de
sculpt. dans. la coli, de M. C. d'Elgin Lon-
dres 1816.

Bullettino dell' lnst. di Corrisp. archeol.
i833, n.° io di novembre.

Gli accessori, in queste sculture erano di
bronzo.

(4) Stuart. Antiqu. oj Athen. voi. Ili, eh.

1.

(5) il tempio di Apollo Epicurio sorge sul
monte Cofylius a 4-° stadi da Figalia , oggidì
Paulizza. Pausania ne la ricordo nel lib. Vili,
e. 4i, e ci dà a conoscere ch'esso era tulto,
compreso il tetto, di marmo, e che Ictino ai
tempi di Pericle, n'era sfato l'architetto.

Gli alto-rilievi di questo tempio, oggidì nel
real Museo di Londra, furon pubblicati, insieme
alla sua pianta, in Roma nell'anno i8i4- sui
disegni di G. M. Wagner; ma dopo il furono
assai meglio dall'eruditissimo signor barone di
Stakelberg nella sua bell'opera su questo tempio.

(6) Queste sculture vennero scoperte nel mag-
gio del 1829 da' signori Dubois e Blouet. Esse
ornavano il pronao e il postico del tempio,
ma se ne rinvennero soltanto pochi frammenti,
i quali però corrispondono esattamente alla de-
scrizione, che nel lib. V, ciò ne ha lasciata
Pausania.

Alcuni archeologi pretendono che siano state
metope ; altri con maggior fondamento avvisano
che appartengono ad un fregio istoriato simile
a quello del tempio di Teseo, la qual congettura
è molto conforme alle parole di Pausania.

Su questi alto-rilievi potrà consultarsi il rap-
porto di M. Lenormant nel Bullettino dell'lnst.
de Corrisp. archeol. n.Q 11 di febbraio i832,
pag. 17, n.° in di marzo dello stesso anno
pag. 37, e la memoria di F. G. Welcker.

(7) Le cariatidi, di che è parola, fan parte
della collezione del conte d'Elgin, e sono nel
real museo di Londra.

Egli semhra che il tempio di Pandroso, cogli
altri due d'Erecteo e di Minerva Poliade ad esso
contigui, sia stato costrutto durante la guerra
del Peloponneso. È certo però che l'anno 4-oa.
 
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