i veltri, significa astuti, fallaci, maligni etc. V.
Suida voce Kepns^j e Kepm-tft^stv. Arpocrazione
Lex. v. KspKffl-4-
Da ciò chiaramente si ricava, che il nome di
Cercope, il quale davasi comunemente a tutti i
ladroni ed agli scellerati , nel nostro caso sia
parimente un nome generico.
Àyopa ICspitanrav , è un proverbio , che di-
nota le adunanze degli uomini astuti e malvagi
( Erasm. adag. ), ed in Alene era celebre il foro
de' Cercopi, ove vendevansi le cose derubate (Ju-
uius adag. 638 ).
(i32) Costoro a cagion deH'ajuto scambievole,
che prestavansi nelle loro ribalderie, furon poscia
denominati Uxaa&Aos dal chiavistello, e Ax[axv
dalla incudine.
Diotimo , citato da Erasmo , voce Kspxa'4- >
dice, che i primitivi loro nomi fiusser Olo ed Eu-
ribato.
(r33) Tanto grido menò fra gli antichi si fatta
avventura, che diede origine a questo proverbio
onde significare, che bisognava guardarsi di non
inciampare in uno più forte.
( Erasm. Adag. )
Erodoto ( lib. I, e. 7 ) ricorda una rupe, presso
la sede de Cercopi, detta Melampige.
(i3|) Ateneo ( lib. XII, e. 1 ) riferisce, che Ste-
sicoro , nato nell' Olimpiade XXXVII e morto
nella LVJ, sia stato il primo, che abbia attribuito
ad Ercole la pelle del bone e la clava , sog-
giungendo che i poeti più antichi,come Omero,
Esiodo e Xanto, lo avevan sempre descritto ar-
mato al par degli altri guerrieri.
Secondo Strabone però (lib. XV.), Ercole fu
la prima volta rappresentato colla pelle lionina
e colla clava da Pisandro da Camiro, nell'isola
di Lesbo, il quale secondo Fabricio (Bibl. graec.
tom. I, pag 157.) fiorì nell'Olimpiad. XXXIII.
Laonde quand' anche vogliasi stare all'autorità
di Strabone, come di autore più antico e più
grave, puossi conchiudere che i monumenti, nei
quali vedesi Ercole coperto della pelle del lione
debbono alla succennata Olimpiade stimarsi po-
steriori.
Noi abbiara difatti nella cassa di Cipselo,
monumento anteriore di parecchie Olimpiadi alla
età di Pisandro, un esempio esattamente conforme
( 99 )
a quanto i summentovati scrittori ci riferiscono.
Imperocché, sebbene in essa si vedesse per ben
sei volto rappresentato questo eroe, pure dalle
parole di Pausania, che con tanta esattezza la
descrisse, non si ricava ch'egli andasse coperto
deHa pelle lionina, anzi Io averlo questo scrit-
tore più volte ravvisato dal suo atteggiamento, e
dalla favola in che figurava, e non mai da' suoi
particolari attributi, par chiaramente mostrarci
com'egli fosse ivi rappresentato da guerriero, e
non già contraddistinto dalla pelle del lione,
ch'essendogli particolarmente attribuita, agevole
render dovea il riconoscerlo.
Dalle su esposte cose dunque conseguita, che
la nostra scultura riguardar si debba come po-
steriore all'età di Stesicoro o di Pisandro, e come
uno de' primi esempì, in cui siasi visto Ercole
fornito di lai caratteristici attributi.
(i3o) Pausania, nel lib. 11, e. 23, della sua
Periegesi, riferisce di aver veduto in Argo, vi-
cino al sacrato del fiume Cefiso, una testa di
Medusa scolpita sulla pietra, che vantavano opera
de Ciclopi.
Se gli Argivi narrato avessero il vero allo
storico, dovriasi questo monumento tenere per
anteriore ad Omero, del pari che le mura di
Tirinto di Argo, e di quelle che al tempo di
Perseo vennero innalzate in Micene, ove, sopra
una delle porte, esiston tuttavia due boni scol-
piti sulla pietra, opere tutte cicopliche. V. Geli,
Argolis tav. 9, e io.
Il poeta però, benché ricordi Perseo qual pre-
stantissimo eroe del tempo andato Depuri* ffoiv-
toùV àpiSsiitsrov àv5p<5v ( Iliad. XIV. e. 320 ),
pure non fa alcun cenno della di lui avventura
con Medusa.
Egli in vero descrive le Gorgoni qua' mostri,
il cui sguardo era micidiale, ed in questo senso
figurato par debbansi intendere le di lui espres^
sioni, quando descrivendo l'egida, che Minerva
pose sugli omeri per la pugna, dice:
Ev Ss ts FopysiYi ks^ixXyÌ Sstyoto •ffsXojpoi»
AstVYl TS, CJptSpàVYÌ TS, At'oS TSj>«S MjlÓjOiQ
(Iliad. V. e. 7I1 e 7I2 ),
L'altra , con cui paragona egli lo sguardo
d'Ettore che insegue gli achei, allo sguardo della
Gorgone Fopyóis ó^pt«T iy&v e ruotar bieco le
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Suida voce Kepns^j e Kepm-tft^stv. Arpocrazione
Lex. v. KspKffl-4-
Da ciò chiaramente si ricava, che il nome di
Cercope, il quale davasi comunemente a tutti i
ladroni ed agli scellerati , nel nostro caso sia
parimente un nome generico.
Àyopa ICspitanrav , è un proverbio , che di-
nota le adunanze degli uomini astuti e malvagi
( Erasm. adag. ), ed in Alene era celebre il foro
de' Cercopi, ove vendevansi le cose derubate (Ju-
uius adag. 638 ).
(i32) Costoro a cagion deH'ajuto scambievole,
che prestavansi nelle loro ribalderie, furon poscia
denominati Uxaa&Aos dal chiavistello, e Ax[axv
dalla incudine.
Diotimo , citato da Erasmo , voce Kspxa'4- >
dice, che i primitivi loro nomi fiusser Olo ed Eu-
ribato.
(r33) Tanto grido menò fra gli antichi si fatta
avventura, che diede origine a questo proverbio
onde significare, che bisognava guardarsi di non
inciampare in uno più forte.
( Erasm. Adag. )
Erodoto ( lib. I, e. 7 ) ricorda una rupe, presso
la sede de Cercopi, detta Melampige.
(i3|) Ateneo ( lib. XII, e. 1 ) riferisce, che Ste-
sicoro , nato nell' Olimpiade XXXVII e morto
nella LVJ, sia stato il primo, che abbia attribuito
ad Ercole la pelle del bone e la clava , sog-
giungendo che i poeti più antichi,come Omero,
Esiodo e Xanto, lo avevan sempre descritto ar-
mato al par degli altri guerrieri.
Secondo Strabone però (lib. XV.), Ercole fu
la prima volta rappresentato colla pelle lionina
e colla clava da Pisandro da Camiro, nell'isola
di Lesbo, il quale secondo Fabricio (Bibl. graec.
tom. I, pag 157.) fiorì nell'Olimpiad. XXXIII.
Laonde quand' anche vogliasi stare all'autorità
di Strabone, come di autore più antico e più
grave, puossi conchiudere che i monumenti, nei
quali vedesi Ercole coperto della pelle del lione
debbono alla succennata Olimpiade stimarsi po-
steriori.
Noi abbiara difatti nella cassa di Cipselo,
monumento anteriore di parecchie Olimpiadi alla
età di Pisandro, un esempio esattamente conforme
( 99 )
a quanto i summentovati scrittori ci riferiscono.
Imperocché, sebbene in essa si vedesse per ben
sei volto rappresentato questo eroe, pure dalle
parole di Pausania, che con tanta esattezza la
descrisse, non si ricava ch'egli andasse coperto
deHa pelle lionina, anzi Io averlo questo scrit-
tore più volte ravvisato dal suo atteggiamento, e
dalla favola in che figurava, e non mai da' suoi
particolari attributi, par chiaramente mostrarci
com'egli fosse ivi rappresentato da guerriero, e
non già contraddistinto dalla pelle del lione,
ch'essendogli particolarmente attribuita, agevole
render dovea il riconoscerlo.
Dalle su esposte cose dunque conseguita, che
la nostra scultura riguardar si debba come po-
steriore all'età di Stesicoro o di Pisandro, e come
uno de' primi esempì, in cui siasi visto Ercole
fornito di lai caratteristici attributi.
(i3o) Pausania, nel lib. 11, e. 23, della sua
Periegesi, riferisce di aver veduto in Argo, vi-
cino al sacrato del fiume Cefiso, una testa di
Medusa scolpita sulla pietra, che vantavano opera
de Ciclopi.
Se gli Argivi narrato avessero il vero allo
storico, dovriasi questo monumento tenere per
anteriore ad Omero, del pari che le mura di
Tirinto di Argo, e di quelle che al tempo di
Perseo vennero innalzate in Micene, ove, sopra
una delle porte, esiston tuttavia due boni scol-
piti sulla pietra, opere tutte cicopliche. V. Geli,
Argolis tav. 9, e io.
Il poeta però, benché ricordi Perseo qual pre-
stantissimo eroe del tempo andato Depuri* ffoiv-
toùV àpiSsiitsrov àv5p<5v ( Iliad. XIV. e. 320 ),
pure non fa alcun cenno della di lui avventura
con Medusa.
Egli in vero descrive le Gorgoni qua' mostri,
il cui sguardo era micidiale, ed in questo senso
figurato par debbansi intendere le di lui espres^
sioni, quando descrivendo l'egida, che Minerva
pose sugli omeri per la pugna, dice:
Ev Ss ts FopysiYi ks^ixXyÌ Sstyoto •ffsXojpoi»
AstVYl TS, CJptSpàVYÌ TS, At'oS TSj>«S MjlÓjOiQ
(Iliad. V. e. 7I1 e 7I2 ),
L'altra , con cui paragona egli lo sguardo
d'Ettore che insegue gli achei, allo sguardo della
Gorgone Fopyóis ó^pt«T iy&v e ruotar bieco le
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