I.
Firenze nel 1402.
Per le nazioni come pe’ singoli individui, non è già la
vita, sotto qualsivoglia aspetto si consideri, un prodursi e un
trasformarsi periodico di forze, senza intermittenze, propor-
zionale al tempo ; sì che si possa determinarne le leggi, come
per la caduta dei gravi o pel moto degli astri. Non v’ ha
Hegel nè Vichi, che dal passato valgano a predire con ma-
tematica precisione le varie fasi del progresso avvenire d’ un
popolo; come, ad esempio, Newton, dall’osservazione d’un
fatto e dal comprenderne la causa, è portato ad affermare,
senza tema di smentita, lo schiacciamento polare.
Così, poiché la Mente con lo studio indefesso, con le in-
dagini assidue è pur riuscita a strappar alla Natura i più
riposti segreti, e già si applaude per aver atterrata la sfinge
dal formidabile enigma, ecco l’Ignoto rizzarlesi ancor a fronte,
e sfidarla a coglierlo, attraverso il fluir degli eventi: ecco
porsi sott’altra forma l’enigma stesso. V’ ha di fatti in questo
lentissimo avvicinarsi — che è realmente un precipitare verti-
ginoso del mondo verso un centro, sol di quando in quando
confusamente presentito — v’ ha momenti in cui, per cagioni,