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Trombetta, Paolo
Donatello — Roma [u.a.]: Loescher, 1887

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https://doi.org/10.11588/diglit.66195#0034

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— 4

anche dai più virtuosi intelletti non mai escogitabili appieno —
tanto elle son recondite e complesse — con intensità, senza
paragone maggiore che in altri, opera la misteriosa attrazione
di quel centro; e, all’intimo impulso ubbidendo, un uomo, una
gente molto più ascendono dell’ infinita spirale che s’appunta
in Dio.
Uno di tali momenti fu, per l’Italia, il secolo XV.
Al « Surge » erompente fatale dalla sua stessa coscienza,
la veggiam rizzarsi di scatto e riprendere il suo posto di te-
difera delle nazioni. Momento solenne! Spezzato il bozzolo,
entro cui per vital necessità si rinchiudeva, lo spirito italico
torna, immortai filugello, a batter l’ali desioso di nuova luce.
Dalla paurosa caldaia, in cui bollivano gli elementi più etero-
genei — fugate al crepuscolo dello splendido giorno del Rina-
scimento le streghe, che tutta la lunga notte del Medio-Evo gli
han rimestati, menando a tondo l’oscena ridda — ecco uscir,
meraviglia inaudita, l’Uomo — l’Uomo moderno — non più
monaco, barone, cavaliere, giullare, schiavo della gleba; ma
principe — sia pur illegittimo; condottiero — sia pur merce-
nario; cittadino — sia pur regicida; naturalista, umanista,
scopritor di nuove terre... — l’Uomo nell’accezione fìnor più
concreta della parola.
Oh! gran Secolo, in cui, franti i ceppi di lunga servitù igno-
miniosa, l’individuo — fin allora compresso, soffocato, negato —
dopo che si fu ridesto vigoroso nel poema di Dante, cominciò
a comprendere e ad affermare il proprio valore ; mentre, orga-
nismo vitale, gli si poneva contro lo Stato moderno : e il Papa
e l’imperatore « ces deux moitiés de Dieu » — l’uno di
sotto alla clamide di Carlo Magno, l’altro fra le pieghe del
piviale di Leone — furon da noi pei primi scrutati e giudi-
cati; e, dissepolto il mondo antico, tornò in onore la Natura,
nè sonò più degradazione la vita, peccato la bellezza, e sor-
rise ribenedetta a’ suoi figli la terra — gloriosissimo Secolo XV
— salve! Quanto di bene e di male s’agita in noi, i nostri
 
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