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Trombetta, Paolo
Donatello — Roma [u.a.]: Loescher, 1887

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https://doi.org/10.11588/diglit.66195#0234

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— 180 —

V.
Transizione.
Passando, il più rapidamente che per noi siasi potuto in
rassegna, le opere della prima maniera di Donatello (e diciamo
prima, non cronologicamente parlando) le opere, cioè, in cui
lo Scultore non mirò che alla rappresentazione di quel che
siam convenuti chiamar Carattere, abbiam visto com’ Egli —
dopo aver con l’Altorilievo Annunziata fatto in certo qual
modo prova delle proprie forze, dopo aver con la figura del-
l’An^eZo in esso sculto mostrato di poter cominciare dove
Andrea Pisano e l’Orcagna avevan finito; dopo aver con la
figura della Vergine inalberato il vessillo della rivoluzione, e
con la testa d’essa Madonna dato saggio del come si fosse
assimilati gli elementi dei modelli, di cui avea fatto un con-
tinuo studio, per più di tre anni, a Roma — l’abbiam visto,
dicevamo, con la Maddalena, inaugurare il Realismo, studiando
la Natura, imitandola in tutto e per tutto, non fedelmente,
si esagerandone le deformità e le bruttezze; — esagerazione
non premeditata, ma effetto della foga e dell impeto creatore.
Dopo la Maddalena e il S. Giovanni del Campanile, condotto coi
medesimi intenti, abbiamo notato, come, a poco a poco — prima
col S. Pietro e col S. Marco, poi col Cristo, poi col Giosuè rappre-
sentante Gìannozzo Mannetti, e con la statua erroneamente
 
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