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Trombetta, Paolo
Donatello — Roma [u.a.]: Loescher, 1887

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https://doi.org/10.11588/diglit.66195#0251

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— 195 —

Altri si fermi a cercarvi difetti, e ben gli approdi : noi stu-
pefatti non sappiam che esclamare: Gloria a Donatello! gloria
al Rinnovatore della Scultura ! alla terra che lo partorì e che
l’educò! al secolo in cui visse! Benedetti gli studi, gli sforzi
per cui a tanta perfezione si condusse! gli stenti che gli fu-
rono altrettanti sproni! le aberrazioni inevitabili! gli errori,
fecondi di bene!
E non è soltanto venerazione la nostra per la virtù somma
di tanto uomo: è riconoscenza il sentimento che proviamo:
riconoscenza d’averci migliorati, ritemprati, dandoci di mirare
ancora una volta svelata la Bellezza, che è per noi la più
compiuta manifestazione del Divino sulla terra.
VII.
Le Tombe.
Grl’ innumerevoli monumenti funebri eretti nel Medio-Evo si
posson tutti ridurre, come fu già osservato,1 a due tipi principali,
che stanno l’uno all’altro come la Statua al Bassorilievo.
Il primo di tali tipi riscontrasi in tutta la sua magnifi-
cenza grandiosa nelle tombe dei Visconti a Milano e a Pavia,
non che in quelle degli Scaligeri a Verona. Il mausoleo è
isolato, e consta d’un sarcofago su cui giace l’effìgie del de-
funto, sotto un baldacchino coronato superiormente da una
statua, per lo più equestre, dell’estinto, che, rappresentandocelo
come era da vivo, fa contrasto all’altra, in cui c’è raffigurato
qual si vide sul letto di morte, immobile, esangue.
Del secondo tipo — che vuoisi creazione d’Arnolfo di
Cambio, il quale per primo l’adottò, sul finir del secolo XIII,

1 Muntz; op. cit.
 
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