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Trombetta, Paolo
Donatello — Roma [u.a.]: Loescher, 1887

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https://doi.org/10.11588/diglit.66195#0386

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- 308 —

persona. E molto nota la CVI ristampata in parecchie colle-
zioni col titolo Amoris illeciti medela. Ma non meno salace è
la CXXII che fu scritta da Enea Silvio a richiesta di Sigi-
smondo duca d’Austria, e si finge diretta da Annibaie capo dei
Numidi alla bella Lucrezia, figlia del re degli Epiroti. Dicono
dovesse servire a commuovere un’ amata dal duca ; non sa-
premmo affermare quanto ottenesse l’intento, chè, per la mas-
sima parte l’Epistola è un inventario delle bellezze di Lucrezia,
che farebbe arrossire ogni donna onesta.

IV.
Il “ Simbolo „ il “ Tipo „ il “ Ritratto „
nell’opera di Donatello.

Conosciuto l’Artista, conosciuto il Mondo che nell’Arte sua
riflesse e trasfigurò, studiata l’Opera e inteso fino a che punto
quell’ Io immenso e quell’ immensa Realtà vi sono compene-
trati, non ci resta, per fornire questo rapido studio dello Stile
di Donato, che a vedere come in esso i vari stili che hanno
segnato le grandi fasi dell’Arte si trovino come integrati.
Tre sono, secondo il Blanc, gli stili che rispondono ai tre
aspetti principali della Scultura:
1’ Egiziano, che traduce il Simbolo ;
il Greco che incarna il Tipo;
il Romano ch’eccelle nel Ritratto.
La Scultura egiziana, la più antica di tutte, nata nel tempi®,
destinata a esprimere, quasi una scrittura in pietra, le idee
religiose, ha un carattere eminentemente simbolico. Comincia
dalla semplice delineazione della figura, poi s’addentra nella
 
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