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Trombetta, Paolo
Donatello — Roma [u.a.]: Loescher, 1887

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https://doi.org/10.11588/diglit.66195#0373

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— 295 —

rezziamo come figliuolo, e lo lisciamo, lo vestiamo il meglio
per noi si possa, affinchè oneste e liete accoglienze gli faccia
il mondo.
Ogni creazione in tal senso è un’opera d’Arte.
E tanto più ella è vitale, quanto più la simpatia, pronuba
all’amplesso iu cui si strinsero l’Io e la Cosa, fu potente ; quanto
più codesti due termini son grandi e più la loro compenetra-
zione intera.
Dunque — sensibilità squisita (non nevrosi) perchè le cose
operino potentemente su di noi; capacità somma di negarsi
in esse; forza assimilatrice per trasformarle in noi; attitudine
a manifestar la vita che in noi rivivono — ecco le condizioni
indispensabili a produrre opera d’Arte che abbia stile.
E però a intendere lo stile di Donatello, come di ogni altro
grande, è mestieri studiar l’uomo e il mondo in cui visse.

II.
L’uomo.

L’uomo! E come conoscerlo meglio che nella vita?
Ma la vita di questo Artista è tutta nell’Opera sua, in quel-
l’Opera che studiammo il meno male per noi si potesse.
Poco, ben poco ci resta da dire per farlo conoscere nelle
sue relazioni con gli altri uomini.
Qualche notizia accattata qua e là, qualche aneddoto nar-
rato da Vasari in questa o quella Vita d’artefice è tutto ciò
che abbiamo per farci un’idea delle rare qualità d’animo di
Donatello.
 
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