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innanzi sul cammino della civiltà. 1 Quei rudi e austeri repub-
blicani aveano per l’Arte un gran disprezzo : la consideravano
occupazione da schiavi, e agli schiavi la lasciavano « ut ha-
berent — come s’esprime Cicerone — liceo oblectamenta et solatia
servitutis ». Numa proibì le immagini d’uomini e d’animali; 2
sotto gli ultimi re fu concesso scolpire statue soli tre piedi
alte. 3 Dal primo scultore, di cui ci sia stato tramandato il
nome 4 —- quel Mamurius Vetturius che, sotto Numa, ripro-
dusse io scudo sacro, caduto, secondo la leggenda, dal cielo
come pegno della protezione divina contro la peste — fino a
Novius Plautius, il cui nome si legge sulla base d’un piccolo
gruppo assai grossolanamente eseguito, corrono non meno di
cinquecent’anni. Molti altri scultori vissero a Roma verso la
fine del V e il cominciar del VI secolo, tra i quali non è pos-
sibile distinguere i Greci, che, ottenuta la libertà, adottarono,
come usava, i nomi dei loro patroni.
Ma, com’è noto, l’Arte non diventò di moda che nella
Roma imperiale, quando gli artisti greci, venutivi in gran
numero, fecero dei buoni discepoli. 5 Ricchi cittadini spesero
ingenti somme ad acquistare statue, quadri, pietre incise, og-
getti d’arte d’ogni specie ; e soventi, per essere ignoranti, com-
prarono come opera di Prassitele o di Myron un marmo o
un bronzo d’un qualche artefice dozzinale. 6
Ai tempi d’Augusto i portici e i teatri furono ornati di
statue greche, e d’altre innumerevoli, scolpite dai migliori di-
scepoli dei greci artisti venuti a Roma. Ma il gusto di questi
ultimi anch’esso a poco a poco si perverti. Sotto l’osceno Ti-
1 Livio; Lib. I, c. 21.
2 Plutarco ; Numa.
3 Onde il loro nome di Tripedanece — Dechazelle; Studii sulla
storia delle Arti, cit. da Pere.
4 Plutarco, ivi.
5 Cantù, Storia degVItal.
6 Fedro (Lib. V; Fav. 1") si burla di costoro.
innanzi sul cammino della civiltà. 1 Quei rudi e austeri repub-
blicani aveano per l’Arte un gran disprezzo : la consideravano
occupazione da schiavi, e agli schiavi la lasciavano « ut ha-
berent — come s’esprime Cicerone — liceo oblectamenta et solatia
servitutis ». Numa proibì le immagini d’uomini e d’animali; 2
sotto gli ultimi re fu concesso scolpire statue soli tre piedi
alte. 3 Dal primo scultore, di cui ci sia stato tramandato il
nome 4 —- quel Mamurius Vetturius che, sotto Numa, ripro-
dusse io scudo sacro, caduto, secondo la leggenda, dal cielo
come pegno della protezione divina contro la peste — fino a
Novius Plautius, il cui nome si legge sulla base d’un piccolo
gruppo assai grossolanamente eseguito, corrono non meno di
cinquecent’anni. Molti altri scultori vissero a Roma verso la
fine del V e il cominciar del VI secolo, tra i quali non è pos-
sibile distinguere i Greci, che, ottenuta la libertà, adottarono,
come usava, i nomi dei loro patroni.
Ma, com’è noto, l’Arte non diventò di moda che nella
Roma imperiale, quando gli artisti greci, venutivi in gran
numero, fecero dei buoni discepoli. 5 Ricchi cittadini spesero
ingenti somme ad acquistare statue, quadri, pietre incise, og-
getti d’arte d’ogni specie ; e soventi, per essere ignoranti, com-
prarono come opera di Prassitele o di Myron un marmo o
un bronzo d’un qualche artefice dozzinale. 6
Ai tempi d’Augusto i portici e i teatri furono ornati di
statue greche, e d’altre innumerevoli, scolpite dai migliori di-
scepoli dei greci artisti venuti a Roma. Ma il gusto di questi
ultimi anch’esso a poco a poco si perverti. Sotto l’osceno Ti-
1 Livio; Lib. I, c. 21.
2 Plutarco ; Numa.
3 Onde il loro nome di Tripedanece — Dechazelle; Studii sulla
storia delle Arti, cit. da Pere.
4 Plutarco, ivi.
5 Cantù, Storia degVItal.
6 Fedro (Lib. V; Fav. 1") si burla di costoro.