LOHO S'ieONDO.
JI3
sc; a tanta grandezza l’ avcvano condotto ie discor-
dic di Fircnze. Grande veramentc e ndsera cittày
ia qualc nè la memoria delle passate divisioni , nè la
paura di Uguccione, nè i’ autorita d’ un Rc avc-
vano potuta tener ferma, tanto che in maiilììmo stato
fi trovava, scndo fuora da Uguccione corsi, e dsn~
tro da Lando d’ Agobbio sacchcggiata. Erano gli
amici del Re e cojitrarj a Lando e suoi seguacifa-
miglie Nobili, e popolane grandi, c tutti Guelfi*
Nondimcno per avcr gli avvcrsarj lo Stato in ma-
no, non potevano se non con gr.ande !oro peri-
€o]o scoprirsi. Pure deliherati di bberarsi da sidiso-
nesta tirannide scrissero segretamcnte al, Re Ro-
bertO', che facesse suo Vicario a Firenze ii Conte
Guido da Buttifolie. II che subito fu dal Rc ordi-
nato, c Ja parte nemica (ancora chc i Signori fosse-
ro contrarj aj Re ) non ai'cìi per le buone qualità
del Conte opporsegli. Nondimeno non aveva mol-
ta autorità, perclte' i Signori c G'onfalonieri deller
eompagnic Lando e la sua parte favorivano. E
mentre- che iiv Fircnze in questi rravagii si vivcva
passò Ja fìgliuola del Rc Àlbcrto della Magnn , la
qualc andava a trovar Carlo, figliuolo del Re R.o-
berto, suo marito. Costei fu onorata assai d.agli
nmici del Rc, e con Ici dellc condizioni della città
e della tirannide di Lando e suoi partigiani si dol-
sero, tanto che prima che ella partisse, mcdianrist
i’avori suoi e quelli che dnl Rc ne furono porti, i
cittadini s’ unirono, e a Lando su tolta l’ autorità
e pieno di preda e di fangue rimandato ad Agob-
bio, Fu nel riformare il govcrno la Signoda al
Re per tre anni prorogata, e pcrchc di già erau©
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sc; a tanta grandezza l’ avcvano condotto ie discor-
dic di Fircnze. Grande veramentc e ndsera cittày
ia qualc nè la memoria delle passate divisioni , nè la
paura di Uguccione, nè i’ autorita d’ un Rc avc-
vano potuta tener ferma, tanto che in maiilììmo stato
fi trovava, scndo fuora da Uguccione corsi, e dsn~
tro da Lando d’ Agobbio sacchcggiata. Erano gli
amici del Re e cojitrarj a Lando e suoi seguacifa-
miglie Nobili, e popolane grandi, c tutti Guelfi*
Nondimcno per avcr gli avvcrsarj lo Stato in ma-
no, non potevano se non con gr.ande !oro peri-
€o]o scoprirsi. Pure deliherati di bberarsi da sidiso-
nesta tirannide scrissero segretamcnte al, Re Ro-
bertO', che facesse suo Vicario a Firenze ii Conte
Guido da Buttifolie. II che subito fu dal Rc ordi-
nato, c Ja parte nemica (ancora chc i Signori fosse-
ro contrarj aj Re ) non ai'cìi per le buone qualità
del Conte opporsegli. Nondimeno non aveva mol-
ta autorità, perclte' i Signori c G'onfalonieri deller
eompagnic Lando e la sua parte favorivano. E
mentre- che iiv Fircnze in questi rravagii si vivcva
passò Ja fìgliuola del Rc Àlbcrto della Magnn , la
qualc andava a trovar Carlo, figliuolo del Re R.o-
berto, suo marito. Costei fu onorata assai d.agli
nmici del Rc, e con Ici dellc condizioni della città
e della tirannide di Lando e suoi partigiani si dol-
sero, tanto che prima che ella partisse, mcdianrist
i’avori suoi e quelli che dnl Rc ne furono porti, i
cittadini s’ unirono, e a Lando su tolta l’ autorità
e pieno di preda e di fangue rimandato ad Agob-
bio, Fu nel riformare il govcrno la Signoda al
Re per tre anni prorogata, e pcrchc di già erau©