Delle Tstorie.
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di torgli la coniodità d’eseg'uirlo. Queslo sospetto
di Lodovico conosciuto da’ Vencziani s fu preso da
ioro per occasìone, e giudicarono potere (come
sempre avevano fatto) vincere con la pace, poichè
con Ja gucrra avevano perduto; e praticato segre-
tamente fra loro c il Signor Lodovico s accordo,
i’ Agosto del 1484* conclusero. II quale come
venue a notizia degli altri confederati difpiacque
affai, massìmamente poichè viddero come a’ Vene*
ziani s’avevano a restituire ie terre tolte, e laseiare
loro Rovigo e il Polesine ch’ eglino avevano al Mar-
cbese di Ferrara occupato, e appresso riaver tutte
quelle preminenze che iòpra quella Città per antico
avevano avute. E pareva a ciascuno d* aver farto
una guerra dove s’ era speso assai, e acquistato nel
trattarla onore, e nel finirla vergogna , poichè lc
terre prese s’erano rendute, e non ricuperate le per-
dute. Ma furono costretti i collegati ad ac-cettarla,
per essère per le spese ssracchi, e per non volere
far prova piu, per i difctti e ambizione d’altri, Cel-
la fortuna Ibro. Mentre che in Lombardia le colè
jn tal forma si goveraavano, il Pipa, mcdiante'Melr
<er Lorenzo strigneva città di Castello, per cacciar-
ne Niccolò Viteili, il quale dalla lega, per tirare il
Papa aila voglia sua, era stato abbandonate : E nel-
lo strignere la terra, quelli che di dentro erano par-
tigiani di Niccolò uscirono fuora , e venuti alle ma-
ui con i nemici gli ruppero. Onde che ’l Papa ri-
vocò il Conte Girolamo di Lombmdia, e fecelo ve-
nir a Roma, per instaurare le forze sue, e ritorna-
re aquella impresa. Ma giudicando dipoi, che fostè
meglio guadagnarsi Messèr Niccolò con la pace , che
d
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di torgli la coniodità d’eseg'uirlo. Queslo sospetto
di Lodovico conosciuto da’ Vencziani s fu preso da
ioro per occasìone, e giudicarono potere (come
sempre avevano fatto) vincere con la pace, poichè
con Ja gucrra avevano perduto; e praticato segre-
tamente fra loro c il Signor Lodovico s accordo,
i’ Agosto del 1484* conclusero. II quale come
venue a notizia degli altri confederati difpiacque
affai, massìmamente poichè viddero come a’ Vene*
ziani s’avevano a restituire ie terre tolte, e laseiare
loro Rovigo e il Polesine ch’ eglino avevano al Mar-
cbese di Ferrara occupato, e appresso riaver tutte
quelle preminenze che iòpra quella Città per antico
avevano avute. E pareva a ciascuno d* aver farto
una guerra dove s’ era speso assai, e acquistato nel
trattarla onore, e nel finirla vergogna , poichè lc
terre prese s’erano rendute, e non ricuperate le per-
dute. Ma furono costretti i collegati ad ac-cettarla,
per essère per le spese ssracchi, e per non volere
far prova piu, per i difctti e ambizione d’altri, Cel-
la fortuna Ibro. Mentre che in Lombardia le colè
jn tal forma si goveraavano, il Pipa, mcdiante'Melr
<er Lorenzo strigneva città di Castello, per cacciar-
ne Niccolò Viteili, il quale dalla lega, per tirare il
Papa aila voglia sua, era stato abbandonate : E nel-
lo strignere la terra, quelli che di dentro erano par-
tigiani di Niccolò uscirono fuora , e venuti alle ma-
ui con i nemici gli ruppero. Onde che ’l Papa ri-
vocò il Conte Girolamo di Lombmdia, e fecelo ve-
nir a Roma, per instaurare le forze sue, e ritorna-
re aquella impresa. Ma giudicando dipoi, che fostè
meglio guadagnarsi Messèr Niccolò con la pace , che
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