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Machiavelli, Niccolò; Valenti, Giuseppe ¬de¬ [Editor]; Boccaccio, Giovanni [Oth.]
La Sublime Scuola Italiana: Ovvero Le Più Eccellenti Opere Di Petrarca, Ariosto, Dante, T. Tasso, Pulci, Tassoni, Sannazzaro, Chiabrera, Burchiello. Macchiavelli, Boccaccio, Casa, Varchi, Sperone Speroni, Lollio, Gozzi, Martinelli, Algarotti (Prosatori ; Vol. 4): [Celebri E Interessanti Opere In Prosa Di Niccolò Macchiavelli] — Berlino, Stralsunda, 1788 [VD18 14337088]

DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.30438#0037
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Libro Ottavo.

5“©i

reftate a Poggibonzi, ogni dì correvano alle mura
di Siena. Nondimeno alla fìnc tutte questc speranze
tornarono vane. In prima morì il Conte Carlo nel
mezzo della speranza delle sue vittorie : la cui mor-
te ancora migliorò le condizioni dei Fiorcntini, se
la vittoria chc da quella nacque si folTe saputa usare.
Pcrchè intcsasi la morte del Conte, subito le genti
della Chiesa ( che erano di già tutte inseme a Pe-
rugia ) presero speranza di potere opprimere legen-
ti Fiorentine, euscite in campagna, posero illoroal-
loggiain-ento sopra il Lago propinquo a’nemici 3.
miglia. Dall’ altra parte Giacopo Guicciardini, il qua-
le (ì trovava di quello esercito comissario, con il con-
sìglio del Magnifico Roberto da Rimino, il quale,
morto il Conte Carlo, era rimaso il primo e il più
riputato di quello esercito, conosciuta la cagione
dello orgoglio dei nemici, deliberarono aspettarlit
talchè venuti alle mani, propinqui al Lago dove già
Annibale Cartaginese dettc quella memorabile rotta
a Romani, furono le genti della Chiesa rotte. La
qual vittoria fu ricevuta in Firenze con lode de’ Ca-
pi e piacere di ciascuno; c sarebbe stata con onore
e utile di quella impresa, se i disordini chc nacque-
ro neilo esercito, che fi trovava a Poggibonzi non
avessfero ogni cosa perturbato. E così il bene che
fcce 1’ uno esercito fu dall’ altro interamente distrut-
to ; perchè avendo quelle genti fatto preda sopra il
Sanese, venne nella divisione d’ essa differenza tra
il Marchcse di Ferrara e quello di Manrova. Tal-
chè venuti all’ armi, ccn ogni qualità d’ offesa s’
assalirono; e fu tale, che giudicaildo i Fiorentini
non si poiere più d'ambedue valere, si consentì che

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