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Boccaccio, Giovanni; Valenti, Giuseppe ¬de¬ [Editor]
La Sublime Scuola Italiana: Ovvero Le Più Eccellenti Opere Di Petrarca, Ariosto, Dante, T. Tasso, Pulci, Tassoni, Sannazzaro, Chiabrera, Burchiello. Macchiavelli, Boccaccio, Casa, Varchi, Sperone Speroni, Lollio, Gozzi, Martinelli, Algarotti (Prosatori ; Vol. 5): [Il Decamerone O Sia Le Cento Novelle Di Messer Giovanni Boccaccio] — Berlino, Stralsunda, 1788 [VD18 14337096]

DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.30439#0130
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350

Gl ORNATA

domandava d’ una altrn. E così domandando il
fìgliuojo , e il padre rispondendo , per avventnra si
scontrarono in una brigata di belle giovani donne
e ornate, che da un paio di nozze venieno, le qua-
li come i! giovane vide, così domandò i! pacire che
cosa queJJe fossero. ,A cui il padre disse* Figliuol
inio bassa gii occhi in terra-, non le guatare, ch’el-
Je lòn ma!a cosa, Disse aliora iì figiiuoJo, O co-
me si chiamano? II padre per non destare nel concu»
piscibile appetito det giovane alcuno inehinevoJe de-
siderio men che utile , non le volle nominare per
lo proprio noniej cio-è femminc, ma disse : El.le si
chiamano Papere. Maravigliosa cosa a audire! Co-
lui, che mai più alcuna veduta non avea , non cu-
randosi de’ palagi, non del bue, non de! cavalJo,
non deli’ asino , non de’ danari, nè d’ aJrra cosa,
che vcduta avesse, subitamcnte disse. Padre mio io
vi pricgo, clte voi faceiate, che io abbia una di
di qnelle Papere. Qirnè figliuoi mio, diste ii padre,
taci, el!e lon mala cosa. A cui it giovane doi'nan-
dando dissc, O son così fatte le maie cose? Sì disse
ii padre, Ed egli aliora disse. Io non so che voi
vi ditc, nè perchè queste sien mala cosa, quanto a
me, non è ancora paruta vedere atcuna così bella, nè
così piacevote, cotne queste sono, Elle son più bel-
le, che gli angioli dipinti, che vci m* avete più
volte mostrati.. Deh se vi cal di me, fate che noi
ce ne meniamo una colà su di queste Papere, e io
le daró beccare. Disse il padre. Io non vogiio, tu
non sai, donde elle siimbeccano, e sentì inconta-
nente più aver di forza la natura, che il suo inge-
gno , € pentisiì d’ averio menato a Firenze*

Ivla..
 
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