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Boccaccio, Giovanni; Valenti, Giuseppe ¬de¬ [Editor]
La Sublime Scuola Italiana: Ovvero Le Più Eccellenti Opere Di Petrarca, Ariosto, Dante, T. Tasso, Pulci, Tassoni, Sannazzaro, Chiabrera, Burchiello. Macchiavelli, Boccaccio, Casa, Varchi, Sperone Speroni, Lollio, Gozzi, Martinelli, Algarotti (Prosatori ; Vol. 5): [Il Decamerone O Sia Le Cento Novelle Di Messer Giovanni Boccaccio] — Berlino, Stralsunda, 1788 [VD18 14337096]

DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.30439#0283
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Q UINTA,

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e avcndo ogni cosa'udka da lui , ’come fìata era, e
partir volendosi , il richiamò Gianni e disscgli. Deh
Signor mio (se esTer può) impetratemi una grazia
da chi così mi fa fìare. Ruggieri doinandò, quale ?
a cui Gianni disse, Ic> veggio, che io debbo e to-
stamente rnorirc, voglio adunque di grazia, checo-
me io sono con questa giovane, la quale io ho più
che la mia vira atnata, e cila me, con le reni] a iei
voltato, ed ella a me, chc noi h'amo co’ vih l’ uno
till’ altro rivoiri, acciocchè morendo io , vedendo il
viso suo, ne polsa andar consolato. Ruggieri riden-
do disse. Volentieri? Io farò sì, che tu la.vedrai
ancor tanto, che ti rincresceià. E partitosi cìa lui
comandò a coioro, a’ quali imposio era di dover
quesca cosa mandare ad esecuzione, che senza altro
comandamento del R.e non doveffero più avanri fa-
re, che fatto sosse, e lènza dimorare ai R.a se n’an-
dò. Al quale , quantunque turbato il vedesse, non
lasciò|di dire ii parer luo, e disscgli. Re, di che
t’ hanno offeso i due giovani, i quali là giù nella
piazza hai comanckro che arsi sieno? II Re giieie
disse. Seguitò Ruggieri, II failo commeffo da lo-
ro il rnerita bene, ma non da te, e come i faiii me-
ritan punizione, così i benefici meritan guidcrdone,
oltre alla grazia e alla misericordia. Conosci tu chi
coloro sieno, i quali tu vuogli, che s’ àrdano? Ii
Re rispose di no. Disse ailor Ruggieri. E io vo-
giio che tu gii conosca, acciocchè tu veggi, quan-
to discretamente tu ti Iasci agli imperi deli’ ira rra-
sportare. II giovane è figliuolo di Landolfo diPro-
cida, sratei cainal di Messer Gian di Procida, per
Rk 3 1* ope»
 
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