Settima
609
ebbe nome Rinaìdo* e amando sommamente Tina
sua vicina, e assai bella donna, e moglied’ un ricco
uomo, e sperando, se modo potesse avere di parlarle
senza so'spetto* dover avere da lei ogni cosa, che egli
dessderasse, non vedendone alcuno, ed essendo ’ia
donna gravida, pensoss di volere suo compar di-
venire, e acontatosi colmarito di lei per quel mo-
do che più onesto gll parve gliele disse, e fu fat-
to- Essendo adunque Rinaldo di Madonna Agne-
sa diventito 'compare, ed avendo alquanto d’ ar-
bitrio più colorato di poterle parlare, ailìcuratosi»
quello della sua intenzione con paroie le fece
conoscere, che eila molto davanti negli atti deglì
occhi suoi avea conosciuto, ma poco perciò gli
Vàlse (quantunque d’ averlo udito non dispiaceise
allo donna). Addivenne non guari poi (che fche
si fosse la 'cagione) che fìinaldo si rendè frate, *e
chente che egli si trovasse la pastura, egli perseve-
rò in quello. 'E avvènga *che egli alquanto di
que’ tempi, che frate si fece, aveiTe dalst un de
lati posto 1’ amore, che alla sua comar portava»
e certe altre siue vanità, pure in processo di tem-
po senzà lasciar l’ abìto se le riprese, e cominciò
a diiettarsi d’ apparere, e di vestir di buon panni,
e d’ eisere in tutte le sue cose leggiadretto, e or-
nato , èd a fare delie canzoni, e de’ sonetti, e delt
le ballate, e a cantare, e tutto pienO d’ altre cose
a queste simili* lYIa che dico io di frate fìinaldo
nostro dì cni parliamo ? quali son quegli, che c0*
$ì non 'facciano? Ahi vitupero del guasto mon-
do, elsi non si vergognano d’ apparir grasfi, dJ
apparir coloriti nel viso, d’ apparir murbidi ne
frofaù VoU Vh ' fìr vesti-
609
ebbe nome Rinaìdo* e amando sommamente Tina
sua vicina, e assai bella donna, e moglied’ un ricco
uomo, e sperando, se modo potesse avere di parlarle
senza so'spetto* dover avere da lei ogni cosa, che egli
dessderasse, non vedendone alcuno, ed essendo ’ia
donna gravida, pensoss di volere suo compar di-
venire, e acontatosi colmarito di lei per quel mo-
do che più onesto gll parve gliele disse, e fu fat-
to- Essendo adunque Rinaldo di Madonna Agne-
sa diventito 'compare, ed avendo alquanto d’ ar-
bitrio più colorato di poterle parlare, ailìcuratosi»
quello della sua intenzione con paroie le fece
conoscere, che eila molto davanti negli atti deglì
occhi suoi avea conosciuto, ma poco perciò gli
Vàlse (quantunque d’ averlo udito non dispiaceise
allo donna). Addivenne non guari poi (che fche
si fosse la 'cagione) che fìinaldo si rendè frate, *e
chente che egli si trovasse la pastura, egli perseve-
rò in quello. 'E avvènga *che egli alquanto di
que’ tempi, che frate si fece, aveiTe dalst un de
lati posto 1’ amore, che alla sua comar portava»
e certe altre siue vanità, pure in processo di tem-
po senzà lasciar l’ abìto se le riprese, e cominciò
a diiettarsi d’ apparere, e di vestir di buon panni,
e d’ eisere in tutte le sue cose leggiadretto, e or-
nato , èd a fare delie canzoni, e de’ sonetti, e delt
le ballate, e a cantare, e tutto pienO d’ altre cose
a queste simili* lYIa che dico io di frate fìinaldo
nostro dì cni parliamo ? quali son quegli, che c0*
$ì non 'facciano? Ahi vitupero del guasto mon-
do, elsi non si vergognano d’ apparir grasfi, dJ
apparir coloriti nel viso, d’ apparir murbidi ne
frofaù VoU Vh ' fìr vesti-