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Giornata
d’uno Ambruo.gio Anselmini, che stava in Canipo-
reggi, il quale d’ una sua donna, chiamata Monna
Mita, avea avuto un figliuolo, il quale Tingoccio
insieme con Meuccio visitando alcuna volta queila
sua comare, la quale era una beliiisima e vaga
donna, non ostante il comparatico s’ innamorò di
lei, e Meuccio similmente piacendogli ella molto,
e molto udendola commendare a Tingoccio, se
ne innamorò* E di queilo amore l’un siguardava
dall’ altro , ma non per una medesima cagione.
-rringoccio si guardava di scoprirlo a Meuccio per
a cattività, che a lui medesimo pareva fare d’
amar la comare, e sarebbesi vergognato, che al-
cun 1’ avesse saputo. Meuccio non se ne guarda-
va per quefio, ma perchè già avveduto s’ era,
ch’ ella piaceva a Tingoccio. Laonde egli diceva,
Se ioquesto gli discuopro, egli prenderà gelosiadi
me, e potendole ad ogni suo piacere parlare, sic-
come compare, in ciò ch’ egli potrà le mi mette-
rà in odio, e così mai cosa che mi piaecia di lei
io non avrò. Ora amando questi due giovani
(come detto è) avvenne che Tingoccio, al quale
era più destro il potere alla donna aprire ogni suo
desiderio, tanto seppe fare e con atti e con parole,
ch’ egli ebbe di lei il piacer suo. Di cheMeuccio
s’ accorse bene, e quantunque molto gli dispia-
cesse , pure sperando di dovere alcuna volta per-
venire al fine del suo desiderio, acciocchè Tingoc-
cio non avesse materia nè cagione di guastargli, o
d’impedirgli alcun suo fatto , faceva pur vista di
non avvedersene. E così amando i due compag-
ni l’ uno più felicemente che l’ altro, avvenne,
che
Giornata
d’uno Ambruo.gio Anselmini, che stava in Canipo-
reggi, il quale d’ una sua donna, chiamata Monna
Mita, avea avuto un figliuolo, il quale Tingoccio
insieme con Meuccio visitando alcuna volta queila
sua comare, la quale era una beliiisima e vaga
donna, non ostante il comparatico s’ innamorò di
lei, e Meuccio similmente piacendogli ella molto,
e molto udendola commendare a Tingoccio, se
ne innamorò* E di queilo amore l’un siguardava
dall’ altro , ma non per una medesima cagione.
-rringoccio si guardava di scoprirlo a Meuccio per
a cattività, che a lui medesimo pareva fare d’
amar la comare, e sarebbesi vergognato, che al-
cun 1’ avesse saputo. Meuccio non se ne guarda-
va per quefio, ma perchè già avveduto s’ era,
ch’ ella piaceva a Tingoccio. Laonde egli diceva,
Se ioquesto gli discuopro, egli prenderà gelosiadi
me, e potendole ad ogni suo piacere parlare, sic-
come compare, in ciò ch’ egli potrà le mi mette-
rà in odio, e così mai cosa che mi piaecia di lei
io non avrò. Ora amando questi due giovani
(come detto è) avvenne che Tingoccio, al quale
era più destro il potere alla donna aprire ogni suo
desiderio, tanto seppe fare e con atti e con parole,
ch’ egli ebbe di lei il piacer suo. Di cheMeuccio
s’ accorse bene, e quantunque molto gli dispia-
cesse , pure sperando di dovere alcuna volta per-
venire al fine del suo desiderio, acciocchè Tingoc-
cio non avesse materia nè cagione di guastargli, o
d’impedirgli alcun suo fatto , faceva pur vista di
non avvedersene. E così amando i due compag-
ni l’ uno più felicemente che l’ altro, avvenne,
che