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Boccaccio, Giovanni; Valenti, Giuseppe ¬de¬ [Editor]
La Sublime Scuola Italiana: Ovvero Le Più Eccellenti Opere Di Petrarca, Ariosto, Dante, T. Tasso, Pulci, Tassoni, Sannazzaro, Chiabrera, Burchiello. Macchiavelli, Boccaccio, Casa, Varchi, Sperone Speroni, Lollio, Gozzi, Martinelli, Algarotti (Prosatori ; Vol. 6): [Il Decamerone O Sia Le Cento Novelle Di Messer Giovanni Boccaccio] — Berlino, Stralsunda, 1789 [VD18 1433710X]

DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.30408#0140
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726

Giornata

mò, Lo scolare urìendosi chiamare, lodò Iddio,
credendoh troppo bene entrar dentro, e accostato-
ii ali’ uscio disse. Eccomi quì Madonna. Aprite
per Dio , che io mi nuoio di freddo. La donna
disse. O si che io so, che tu se’ uno assiderato»
e anche è il freddo molto grande, perchè costì sia
un poco di neve. Gi<à so io, che eile son molto
maggiori a Parigi. lo non ti posso ancora aprire,
perciocchè queflo mio maladetto fratello, che ier-
sera ci venne meco a cenare, non se ne va anco-
ra, ma egli se ne andrà toflo, e io verrò incon-
tanente ad aprirti. Io mi son teflè con gran fatica
scantonata da lui per venirti a confortare, che I’
aspettar non ti rincresca. Disse lo scolare. Deh
JVIadonna, io vi prego perDio, che voi m’ apriate,
acciocchè io possa costi dentro rtare al coperto,
perciocchè da poco in quà s’ è messa la più folta
ueve del mondo, e nevica tuttavia» e io v’ acten-
derò, quanto vi sarà a grado. Disse la donna.
Qimè ben mio dolce, che io non posso, che que-
ssio uscio fa sì gran romore, quando s’ apre, che
leggiermente sarei sentita da fratelmo, se io t’
aprissi, ma io voglio andare a dirgli, che se ne
vada, acciocchè io possa poi tornare ad aprirti.
Disse lo scolare. Ora andate tosto, e priegovi,
che voi facciate fare un buon fuoco, acciocchè
come io entrerò dentro, io mi possa riscaldare,
che io son tutto divenuto sì freddo, che appena
sento di me. Disse la donna. Questo non dee
poter essere, se quelio è vero, che tu m’ hui più
volte scritto , cioè, che tu per l’ ainor di me ardi
tutto , ma io son certa, che tu mi berH. Ora io

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