VITA DI GIVLIANO ET ANT. 0
ma sila talmente era cresciuta, che a preghi del Duca di Cala uria fece il mo«
dello d’vn palazzo, per commilsione del magnifico Lorenzo che doueua ser
uire a Napoli,& consuniò gran tempo a condurlo. Mentre adunque lo lauo
raua il Cartellano diOstia Vescouo allora della Rouerc,ilqualesu poi co’l té
po Papa Giulio. 11. volendo acconciare, & mettere in buono ordine quella
fortezza, vdita la sama di Giuliano, Mandò per lui a Fiorenza : Et ordinatoli
buonaprouisione velo tenne due anni, a satui tutti quegli vtili,& comodità
che poteua con l’arte sua. Et perche il modello del Duca di Calauria non pa
ti(Te,& finir si pote(Te,ad Antonio fuo fratello lasciò,che con suo ordine lo fi
«irte,il quale nel lauorarlo haueua con diligenza seguitato,& finito,e (Tendo
Antonio ancora di sofficienza in tale arte non meno che Giuliano. Perilche
foconsigliato Giuliano da Lorenzo vecchio a presontarlo egli stesso, accio
thè in tal modello porcile mostrare le difficoltà,che in erto haueua fatto ; La
onde parti per Napoli, &presentato l'opera, honoratamen te fu riceuuto,
non con meno stupore de lo auerlo il magnifico Lorenzo mandato con tan-
to garbata maniera; quanto con marauigliaperilmagisterìo de l’opera nei
modello. Il quale piacque si, che si diede con celerità principio all’opera vici
no al Cartel nuouo. Poi che Giuliano fu fiato a Napoli vn pezzo, nel chiede
re licenza al Duca,per tornare a Fiorenza,gli fu fatto dal Re presenti di caual
li,& vedi,&fra l'altred’vna tazza d’argento con alcune centinaia di ducati,
i quali Giuliano non volle accettare,dicendo,che staua con padrone,ilquale
non haueua bisogno d’oro ne d’argento. E se pure gli voleua far presen te, o
alcun legno di guidardone,per mostrare,che vi forte flato, gli donassealcu-
nadelesueanticaglieaiuaelezzione. Le quali il Reliberalissimamentc per
amor del magnifico rorenzo, & per le virtù di Giuliano gli concessc: & que
stefurono la testad uno Adriano Imperatore, hoggisopra la porta del giar»
dino in caia Medici,vna femmina igniuda,piu che’l naturale,& vn Cupido,
che dorme, di marmo tutti tondi. Le quali Giuliano mandò a presentare al
magnifico Lorenzo, che per ciò nemostrò infinita allegrezza, non restando
mai di lodar l’atto del liberaliisimo artefice,il quale rifiutò l’oro, & l’argcn»
tp per l’artificio, cosa che pochi auerebbono fatto, questo Cupido e oggi in
guardaroba dei Duca Cosimo . Ritornato dunque Giuliano a Fiorenza fu
grarilsimamente raccolto dal magnifico Lorenzo, alquale venne capriccio }»
sodisfareafrate Mariano da Ghinazzano,literatilsimo del’ordine de’frati
eremitani di santo Agostino; di edificargli fuor de la parta s. Gallo vn cóuen
to,capace per cento frati, del quale ne fu da molti architetti fatto modelli,&
in vi timo si mise in opera quello di Giuliano. Il che fu cagione che Lorenzo
lo nominò da questa opera Giuliano da san Gallo .Onde Giuliano,che da o
gni vno si sentiua.chiamare da san Gallo, dille vn giorno burlando al magni
fico Lorenzo, colpa del vostro chiamarmi da san Gallo,mi sate perdere il no
me del calato antico, & credendo auere andare inanzi per antichità,ri torno
a dietro. Perche rorenzo gli nlpole;che piu tosto voleua, che per la sua virtù
egli forte principio d’vn calato nuouo,chedependessi da altri. Onde Giulia
no di. tal cosa fu contento. Seguitandoli prato l’opera di san Gallo insicine có
ie altre fabriche di Lorenzo, non fts finita ne quella ne 1’altre, per la morte
di elio Lorenzo. Et poi ancora poco viua in piede rimale tal fabricadisan
ma sila talmente era cresciuta, che a preghi del Duca di Cala uria fece il mo«
dello d’vn palazzo, per commilsione del magnifico Lorenzo che doueua ser
uire a Napoli,& consuniò gran tempo a condurlo. Mentre adunque lo lauo
raua il Cartellano diOstia Vescouo allora della Rouerc,ilqualesu poi co’l té
po Papa Giulio. 11. volendo acconciare, & mettere in buono ordine quella
fortezza, vdita la sama di Giuliano, Mandò per lui a Fiorenza : Et ordinatoli
buonaprouisione velo tenne due anni, a satui tutti quegli vtili,& comodità
che poteua con l’arte sua. Et perche il modello del Duca di Calauria non pa
ti(Te,& finir si pote(Te,ad Antonio fuo fratello lasciò,che con suo ordine lo fi
«irte,il quale nel lauorarlo haueua con diligenza seguitato,& finito,e (Tendo
Antonio ancora di sofficienza in tale arte non meno che Giuliano. Perilche
foconsigliato Giuliano da Lorenzo vecchio a presontarlo egli stesso, accio
thè in tal modello porcile mostrare le difficoltà,che in erto haueua fatto ; La
onde parti per Napoli, &presentato l'opera, honoratamen te fu riceuuto,
non con meno stupore de lo auerlo il magnifico Lorenzo mandato con tan-
to garbata maniera; quanto con marauigliaperilmagisterìo de l’opera nei
modello. Il quale piacque si, che si diede con celerità principio all’opera vici
no al Cartel nuouo. Poi che Giuliano fu fiato a Napoli vn pezzo, nel chiede
re licenza al Duca,per tornare a Fiorenza,gli fu fatto dal Re presenti di caual
li,& vedi,&fra l'altred’vna tazza d’argento con alcune centinaia di ducati,
i quali Giuliano non volle accettare,dicendo,che staua con padrone,ilquale
non haueua bisogno d’oro ne d’argento. E se pure gli voleua far presen te, o
alcun legno di guidardone,per mostrare,che vi forte flato, gli donassealcu-
nadelesueanticaglieaiuaelezzione. Le quali il Reliberalissimamentc per
amor del magnifico rorenzo, & per le virtù di Giuliano gli concessc: & que
stefurono la testad uno Adriano Imperatore, hoggisopra la porta del giar»
dino in caia Medici,vna femmina igniuda,piu che’l naturale,& vn Cupido,
che dorme, di marmo tutti tondi. Le quali Giuliano mandò a presentare al
magnifico Lorenzo, che per ciò nemostrò infinita allegrezza, non restando
mai di lodar l’atto del liberaliisimo artefice,il quale rifiutò l’oro, & l’argcn»
tp per l’artificio, cosa che pochi auerebbono fatto, questo Cupido e oggi in
guardaroba dei Duca Cosimo . Ritornato dunque Giuliano a Fiorenza fu
grarilsimamente raccolto dal magnifico Lorenzo, alquale venne capriccio }»
sodisfareafrate Mariano da Ghinazzano,literatilsimo del’ordine de’frati
eremitani di santo Agostino; di edificargli fuor de la parta s. Gallo vn cóuen
to,capace per cento frati, del quale ne fu da molti architetti fatto modelli,&
in vi timo si mise in opera quello di Giuliano. Il che fu cagione che Lorenzo
lo nominò da questa opera Giuliano da san Gallo .Onde Giuliano,che da o
gni vno si sentiua.chiamare da san Gallo, dille vn giorno burlando al magni
fico Lorenzo, colpa del vostro chiamarmi da san Gallo,mi sate perdere il no
me del calato antico, & credendo auere andare inanzi per antichità,ri torno
a dietro. Perche rorenzo gli nlpole;che piu tosto voleua, che per la sua virtù
egli forte principio d’vn calato nuouo,chedependessi da altri. Onde Giulia
no di. tal cosa fu contento. Seguitandoli prato l’opera di san Gallo insicine có
ie altre fabriche di Lorenzo, non fts finita ne quella ne 1’altre, per la morte
di elio Lorenzo. Et poi ancora poco viua in piede rimale tal fabricadisan