VITA DI GVGLIELMO MARCII. j>5-
quelle coseconsitte la difficulta. perche il tignerò di colori à òlio, ò in al-
tro modoè poco,òniente j&chesia diaffano , etrasparente non ècosa di
molto momento. Ma il cuocergli à fuoco, è fare, che regghinoalle percos-
se dell’acqua, e si conseruino sempre, è ben fatica degna di lode. Onde que«
fio eccellente maestro merita lode grandissima, per non essere chi in quella
proleilione di disegno, d’inucnzione,di colore&di bontà habbiamai fat-
totanto. Fece poi l’occhio grandedi detta chiesadentroui la venuta dello
Spirito Santo, & coli il battesimo di Christo,per San Giouanni,doueegli fe-
ceChriltonel Giordano chealpertaSan Giouanni, ilquale ha preio vnataz
za d’acqua per battezarlo ; mentrechevn vecchionudo si Icalza ; & certi an
geli preparano la vesteper Chri Ilo ; & sopra è il padre,che manda lo Spirito
Santo al figliuolo. Quella finestra è lopra il battesimo in detto duomo , nel«
quale anchoralauorò la finestra della resurrezzione di Lazaro quattridua»
no -, doue è impossibile mettere in si poco spazio tante figure; nellequali si co
nosce lo spauéto.Sc lo stupire di quel popolo, & il fetore del corpo di Laza
ro,ilqualefa piagete,& insieme rallegrare la due sorelle dellalua relurrellio
ne. Et in quella opera sono squagliamenti infiniti di colore lopra colore nel
vetro, & viuilsima certo pare ogni minima cola nel suo genere. Et chi vuol
vedere quanto habbia in quella arte potuto la mano del priore nella finellra
di San Matteo sopra la cappella di esso A portolo ; guardi la mirabile inucne
zione di quella historia5 & vedrà viuo Christo chiamare Matteo dal banco,
cheloseguiti, ilquale aprendo le braccia perriceuerlo in le, abbandona le
acquistatericchezze, & thelori.Etin quello mentre, vno A portolo addor-
métato appiè di certe scale, si vede essere suegliato da vn’altro con prontezza
grandilìima, & nel medesimo modo,vi si vede anchora vn S, Piero fauella»
re con San Giouanni, si belli l’vno, & l’altro, che veramente paiono diuini;
in quella finestramedesima sono i tempi di prospettiua, lescale, & lefigure
talmente composte,& i paesi si proprii fatti, che mai non si penlerà, che sieri
vetri: ma cosa piouuta da cielo à consolazione de gli huomini. Fece in detto
luogo lafinestra di Santo Antonio,& di san Niccolo bellissime,& due altre,
dentroni nella vna la storia quando Christo caccia i vendenti del tempio, &
nell altra l’adultera ; opere veramente tutte tenute egregie & marauigliole,
E t talmen te furono di lode, di carezze, & di premi) le fatiche, & le virtù del
priore dagli Aretini riconosciute, & egli di tal cosa tanto contento & sodis-
satto, cheli riloluette eleggere quella città per patria, & di Franzese.che era
diuentare Aretino. Appretto considerando (eco medesimo,l’arte de’ verri es
sere poco eterna,per le rouine,che nalcono ognora in tali opre, gli venne de
siderio di darsi alla ptttura,& coli da gli operai di quel Velcouado,prese àfa«
re tregrandilsime volteàfresco,penlàndolalciar di le memoria. Et gli Areti
niin ricompensa glifecero darevn podere, ch’era della fraternità diSanta
Maria della Misericordia, vici no alla terra, con boni ssime cale à godimento
della vita sua. Et vollero che finita tale opera folle stimato per vno egregio ar
tefice il valor di quella,& che gli operai di ciò,gli facelsino buono il tutto.
Perche egli si mite in animo di farli in ciò valere,& alla similitudine delle co
sedeltà cappella di Michelagnolo, fece le figure perla altezza grandishme.
Ecpotein lui talmente la voglia di farli eccellente iu tale arte, che anchora
quelle coseconsitte la difficulta. perche il tignerò di colori à òlio, ò in al-
tro modoè poco,òniente j&chesia diaffano , etrasparente non ècosa di
molto momento. Ma il cuocergli à fuoco, è fare, che regghinoalle percos-
se dell’acqua, e si conseruino sempre, è ben fatica degna di lode. Onde que«
fio eccellente maestro merita lode grandissima, per non essere chi in quella
proleilione di disegno, d’inucnzione,di colore&di bontà habbiamai fat-
totanto. Fece poi l’occhio grandedi detta chiesadentroui la venuta dello
Spirito Santo, & coli il battesimo di Christo,per San Giouanni,doueegli fe-
ceChriltonel Giordano chealpertaSan Giouanni, ilquale ha preio vnataz
za d’acqua per battezarlo ; mentrechevn vecchionudo si Icalza ; & certi an
geli preparano la vesteper Chri Ilo ; & sopra è il padre,che manda lo Spirito
Santo al figliuolo. Quella finestra è lopra il battesimo in detto duomo , nel«
quale anchoralauorò la finestra della resurrezzione di Lazaro quattridua»
no -, doue è impossibile mettere in si poco spazio tante figure; nellequali si co
nosce lo spauéto.Sc lo stupire di quel popolo, & il fetore del corpo di Laza
ro,ilqualefa piagete,& insieme rallegrare la due sorelle dellalua relurrellio
ne. Et in quella opera sono squagliamenti infiniti di colore lopra colore nel
vetro, & viuilsima certo pare ogni minima cola nel suo genere. Et chi vuol
vedere quanto habbia in quella arte potuto la mano del priore nella finellra
di San Matteo sopra la cappella di esso A portolo ; guardi la mirabile inucne
zione di quella historia5 & vedrà viuo Christo chiamare Matteo dal banco,
cheloseguiti, ilquale aprendo le braccia perriceuerlo in le, abbandona le
acquistatericchezze, & thelori.Etin quello mentre, vno A portolo addor-
métato appiè di certe scale, si vede essere suegliato da vn’altro con prontezza
grandilìima, & nel medesimo modo,vi si vede anchora vn S, Piero fauella»
re con San Giouanni, si belli l’vno, & l’altro, che veramente paiono diuini;
in quella finestramedesima sono i tempi di prospettiua, lescale, & lefigure
talmente composte,& i paesi si proprii fatti, che mai non si penlerà, che sieri
vetri: ma cosa piouuta da cielo à consolazione de gli huomini. Fece in detto
luogo lafinestra di Santo Antonio,& di san Niccolo bellissime,& due altre,
dentroni nella vna la storia quando Christo caccia i vendenti del tempio, &
nell altra l’adultera ; opere veramente tutte tenute egregie & marauigliole,
E t talmen te furono di lode, di carezze, & di premi) le fatiche, & le virtù del
priore dagli Aretini riconosciute, & egli di tal cosa tanto contento & sodis-
satto, cheli riloluette eleggere quella città per patria, & di Franzese.che era
diuentare Aretino. Appretto considerando (eco medesimo,l’arte de’ verri es
sere poco eterna,per le rouine,che nalcono ognora in tali opre, gli venne de
siderio di darsi alla ptttura,& coli da gli operai di quel Velcouado,prese àfa«
re tregrandilsime volteàfresco,penlàndolalciar di le memoria. Et gli Areti
niin ricompensa glifecero darevn podere, ch’era della fraternità diSanta
Maria della Misericordia, vici no alla terra, con boni ssime cale à godimento
della vita sua. Et vollero che finita tale opera folle stimato per vno egregio ar
tefice il valor di quella,& che gli operai di ciò,gli facelsino buono il tutto.
Perche egli si mite in animo di farli in ciò valere,& alla similitudine delle co
sedeltà cappella di Michelagnolo, fece le figure perla altezza grandishme.
Ecpotein lui talmente la voglia di farli eccellente iu tale arte, che anchora