TERZA PARTE
do prima arino à Roma, se bene era pratico nell’altrecose molto dilegno,
ma conosciutoil bisogno, se bene era in la con gl’anni, si diede à diseg nare,
& (Indiare; & cosiapoco apoco le migliorò,quanto si vide poi nelle finestre
che fece nel palazzo del detto Cardinale in Cortona, & in quell’altro di filo
ri.& in vn’occhio,che è nella detta piene sopra la facciata dinanzi à man rit-
ta,entrando in chiesa,dotte è l’arme di Papa Leone X. è parimentein due fi-
nestre piccole, che sono nella compagnia del Giesu. In vna delle quali è vn
Christo, e nell’altra vn Santo Honofrio. lequali opere sono assai differenti,
e molto migliori delle prime. Dimorando dunque,comesièdetto,costui in
Cortona,mori in Arezzo Fabiano di Stagio Sassoli Aretino,stato bonissìmo
maestro di fare sinestregrande. Ondehauendogl’operai del Vescouado al<
legato tre sinestre, che sono nella cappella principale diventi braccia l’vna
à Stagio figliuolo del detto Fabiano,& à Domenico pecori pittore, quando
furono finite,& poste à i luoghi loro -, non molto lodisfecero agl’Aretini,an
cora,che follerò assai buone,è piu tolto lodeuoli,che nò.Hora auuenne,che
andando in quel tempo M.Lodouico bellichini Medico eccellente, & de’
primi,che gouernasse la citta d’Arezzo, à medicare in Cortona la madre del
detto Cardinale,egli si dimelticò aliai col detto Guglielmo,colquale, quan-
do tempo gl’auanzaua,ragionaua molto volentieri, e Guglielmo parimen-
te,che allhora si chiamaua il Priore, per hauere di que’ giorni hauuto il be-
neficio d’vna prioria,pose affezzione al detto medico; ilquale vn giorno do»
mandò Guglielmo, se con buona grazia del Cardinale anderebbe à fare in
Arezzo alcune finestre ; & fluendogli promello,con licenza,& buona grae
zia del Cardinalela si condulle. Stagio dunque,delquale si è ragionato di so
pra,hauendodiuisa la compagnia con Domenico, raccertò in casa suaGti-
glielmo; ilquale per la prima opera in vna finestra di santa Lucia, cappella
degl’albergotri nel Vescouado d’Arezzo,fece ella Sara, &vn. sSaluestro tan
to bene,che questa opera può dir si veramente fatta di viuissime figure, e nó
di vetri colorati-, e tralparent? : ò almeno pittura lodata,e marauigliosa. per
che oltre al magisterio delle carni,sono (quagliati i vetri ; cioè leuata in alcu
luogo la prima pelle,e poi colorita d’altro colore, come sarebbe à dire, porto
in sui vetro rodo squagliatoopera gialla,& in su l’azurro bianca, e verde laa
uorata, laqual cosa in quello mestiero è difficile, c miracolosa. Il vero duna
que,e primo colorato viene tutto da vno de’ lati,come dire il colore rollo,a-
zurró.ò verde,e l’altra parte, che è grolla quanto il taglio d’vn coltello,ò poa
co piu; bianca.Molti per paura di non spezzarei vetri, per non hauere gran
pratica nel maneggiargli,non adoperano punta di ferro,per squagliarh, ma
in quel cambio,per piu sicurtà, vanno incauando i detti vetri con vna ruota
di rame,in cima vn ferro : & coli apoeo apoco tanto fanno con lo smeriglio,
che laiciono la pelle sola del vetro bianco, ilquale viene molto netto.Quans
do poi sopra detto vetro rimaso bianco.si vuol fare di colore giallo, allora si
da, quando si vuole metter à fuoco apunto per cuocerlo con vn pennello, d*
argento calcinato,che è vn colore limile al bolo, ma vn poco grolle; &que«
(lo al fuoco si fonde sopra il vetro , &fachescorrendo si attacca, penetran-
do aderto verro, & fa vn belltssimo giallo, Iquali modi di fare ninno ado-
però meglio, ne con piu artificio, & ingegno del priore Guglielmo. & in
quelle
do prima arino à Roma, se bene era pratico nell’altrecose molto dilegno,
ma conosciutoil bisogno, se bene era in la con gl’anni, si diede à diseg nare,
& (Indiare; & cosiapoco apoco le migliorò,quanto si vide poi nelle finestre
che fece nel palazzo del detto Cardinale in Cortona, & in quell’altro di filo
ri.& in vn’occhio,che è nella detta piene sopra la facciata dinanzi à man rit-
ta,entrando in chiesa,dotte è l’arme di Papa Leone X. è parimentein due fi-
nestre piccole, che sono nella compagnia del Giesu. In vna delle quali è vn
Christo, e nell’altra vn Santo Honofrio. lequali opere sono assai differenti,
e molto migliori delle prime. Dimorando dunque,comesièdetto,costui in
Cortona,mori in Arezzo Fabiano di Stagio Sassoli Aretino,stato bonissìmo
maestro di fare sinestregrande. Ondehauendogl’operai del Vescouado al<
legato tre sinestre, che sono nella cappella principale diventi braccia l’vna
à Stagio figliuolo del detto Fabiano,& à Domenico pecori pittore, quando
furono finite,& poste à i luoghi loro -, non molto lodisfecero agl’Aretini,an
cora,che follerò assai buone,è piu tolto lodeuoli,che nò.Hora auuenne,che
andando in quel tempo M.Lodouico bellichini Medico eccellente, & de’
primi,che gouernasse la citta d’Arezzo, à medicare in Cortona la madre del
detto Cardinale,egli si dimelticò aliai col detto Guglielmo,colquale, quan-
do tempo gl’auanzaua,ragionaua molto volentieri, e Guglielmo parimen-
te,che allhora si chiamaua il Priore, per hauere di que’ giorni hauuto il be-
neficio d’vna prioria,pose affezzione al detto medico; ilquale vn giorno do»
mandò Guglielmo, se con buona grazia del Cardinale anderebbe à fare in
Arezzo alcune finestre ; & fluendogli promello,con licenza,& buona grae
zia del Cardinalela si condulle. Stagio dunque,delquale si è ragionato di so
pra,hauendodiuisa la compagnia con Domenico, raccertò in casa suaGti-
glielmo; ilquale per la prima opera in vna finestra di santa Lucia, cappella
degl’albergotri nel Vescouado d’Arezzo,fece ella Sara, &vn. sSaluestro tan
to bene,che questa opera può dir si veramente fatta di viuissime figure, e nó
di vetri colorati-, e tralparent? : ò almeno pittura lodata,e marauigliosa. per
che oltre al magisterio delle carni,sono (quagliati i vetri ; cioè leuata in alcu
luogo la prima pelle,e poi colorita d’altro colore, come sarebbe à dire, porto
in sui vetro rodo squagliatoopera gialla,& in su l’azurro bianca, e verde laa
uorata, laqual cosa in quello mestiero è difficile, c miracolosa. Il vero duna
que,e primo colorato viene tutto da vno de’ lati,come dire il colore rollo,a-
zurró.ò verde,e l’altra parte, che è grolla quanto il taglio d’vn coltello,ò poa
co piu; bianca.Molti per paura di non spezzarei vetri, per non hauere gran
pratica nel maneggiargli,non adoperano punta di ferro,per squagliarh, ma
in quel cambio,per piu sicurtà, vanno incauando i detti vetri con vna ruota
di rame,in cima vn ferro : & coli apoeo apoco tanto fanno con lo smeriglio,
che laiciono la pelle sola del vetro bianco, ilquale viene molto netto.Quans
do poi sopra detto vetro rimaso bianco.si vuol fare di colore giallo, allora si
da, quando si vuole metter à fuoco apunto per cuocerlo con vn pennello, d*
argento calcinato,che è vn colore limile al bolo, ma vn poco grolle; &que«
(lo al fuoco si fonde sopra il vetro , &fachescorrendo si attacca, penetran-
do aderto verro, & fa vn belltssimo giallo, Iquali modi di fare ninno ado-
però meglio, ne con piu artificio, & ingegno del priore Guglielmo. & in
quelle