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Vasari, Giorgio
Le Vite De' Piv Eccellenti Pittori, Scvltori, E Architettori: Scritte Da M. Giorgio Vasari Pittore Et Architetto Aretino, Di Nuouo dal Medesimo Riuiste Et Amplicate Con I Ritratti Loro Et con l'aggiunta delle Vite de' viui, & de' morti Dall'anno 1550. infino al 1567. (Primo Volume della Terza Parte): Delle Vite De’ Piv Eccellenti Pittori, Scvltori, E Architettori. Di Nuouo dal Medesimo Riuiste Et Ampliate Con I Ritratti Loro Et con l’aggiunta delle Vite de’viui, & de’ morti Dall’anno 1550, insino al 1567 — In Fiorenza: Appresso i Giunti, 1568

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https://doi.org/10.11588/diglit.57284#0248
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1®?- TERZA PARTE
gni di ftampe,tutti gh dei,intaglia ti poi da Giacopo Caraglio, quado Satur-
no si muta in cauallo ; & particolarmente quando Plutone rapisce Proserpi
na. Lauorò vna bozza della decollazione di s.Gio.Batista, che Roggi è in vni
chiesiuola su la piazza de’Saluiati in Roma.Succedendo in tanto il saccho di
Roma,fu il ponevo Rollo fatto prigionede’Tedeschi,&molto mal trattato.
Perciocheoltralo (pogliarlode’vestimenti,scalzo,e senza nulla in cella,gli fe
cero portare addotto pesi,&lgombrare quali tutta la bottega d’un pizzica-
gnolo. Perii che da quelli mal condotto, si condulse appena in Perugia,do-
ve da Domenico di Paris pittore fu molto accarezzato,& vinelli to ; & egli di
legnò per lui vn cartone di vna tauola de’Magi,ilquale apprettò lui lì vede,
cosa bellilsima.Ne molto restò in tal luogo,perche intendendo,ch’ai Borgo
era venuto il Velcouo de Tornabuoni,fuggito egli ancora dal lacco, lì tras-
ferì quiui,pcrcheglieraamicissimo.Erain quel tépoal Borgo Raffaello dal
Colle pittore,creato di Giulio Romano,che nella sua patria haueua preso a
fere,per S.Croce,compagnia di Battuti,vna tauola p poco prezzo,dell aqua
le,come amoreuole lì lpogliò,& la diede al Rodo; accioche in quella città ri
manette qualche reliquia di suo. Perii chela compagnia si ritenti, ma il Ve!
cono gli fece molte comodità.Onde finita la tauola,chegl’acqstò nome,ella
fu meda in s.Croce : perche il deporto,che vi è di croce è cosa molto rara, &
bella,per hauere osieruato ne’colori vn certo chè,tenebroso per l’eclille.che
fu nella morte di Christo.e per edere Hata lauorata con grandilsima diligé-
za. Gli fu dopo fatto in Citta di Cartello,allogazione d’una tauo)a, la quale
volendo lauorare,mentreches’ingessaua,leruinò vn tetto addotto, chel’in
sranle tutta,& a lui venne vn mal di febbre si bestiale,che ne fu quali per mo
rire: per ilche da Cartello si fe portare al Borgo.Seguitando quel malecó la
quartana,si trasferì poi alla Pieue a s.Stefano a pigliare aria j & vltimamen-
te in Arezzo. doue fu tenuto in casa da Benedetto Spadari ; ilquale adoperò
di maniera col mezzo di Gio. Antonio Lappoli AretinOi&rdi quanti amici,
& parentiessi haueuano,chegli fu dato a lauorare in fresco alla Madóna del
le Lagrime,una volta allogata già à Niccolo Soggi pittore. Et perche tal me
moria si lalciasiein quella città, gliele allogarono per prezzo di tre céro seri-
to seudi d’oro.Ondeil Rodo cominciò cartoni in vna danza, che gli haueua
no conlegnata in vn luogo detto Morello j &quiui ne sinì quattro. Invno
sece i primi parenti,legati allo albero del peccato j & la N. Donna, che caua
loro il peccato di boccasfigurato per quel pomo,& lotto i piedi il serpente»
& nell’aria(volendo figurare,ch’era vestita del Sole,& della Luna)fece Febo
& Diana ignudi.Nell’altra,quando l’Arca federes è porcata da Mosè,figura
taper la nostra Donna,da cinque virtù circondata.In vn’altra è il Trono di
Salamene,pure figurato per la medesima,a cui si porgono voti,per lignifica
re quei,che ricorrono a lei per grazia,con altre bizarrie, che dal bello inge-
gno di M.Giouanni Polastra canonico Aretino,& amico del Rollò, furono
crollate: A compiacenza del quale fece il Rodò vn bellissimo modello di tur
ta l’opera,che è hoggi nelle nostre calè d’Arezzo. Disegnò anco vno studio
d’ignudi per quell’opera,che è cosa rarilsima; onde fu vn peccato,eh ‘ella nó
fi finii!e.perche seegli l’hauesse meda in opera,&fattala a olio,come haueua
a farla in sielco,ella sarebbe fiata veramente vn miracolo. Ma egli fu tempre
nemicò
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