DI DIVERSI 189
apprezzate,e premiate dai Principi, & Signori,in quella maniera, che ha sé
prefatto perl’adietro l’Illustrissima casa de’Medici,& hora fa piu che mai ; e
nella maniera,che fece il detto Re Francesco veramente magnanimo. Mat-
teo dunque dando al seruigio di questo Re,fece non pure per sua Maestà mo l
te cole,rare ma quasi à tutti i piu nobili Sig.e baroni di quella cortejnon es-
sendoui quasi ninno,che non hauesse ( vsandosi molto allora di portare Ca
mei,&altre simili gioie al collo,e nelle berette) dell’operesue. fece al detto
ne vna tauola per l’altare della capella di sua Maesta, che si facetia portare in
viaggio: tutta piena di figure d’oro,parte tonde,e parte di mezzo nlicuo, có
moltegioic in tagliate, sparse per le membra delledette figure. incauò pari
menti molti cristalli, gl’esempi de quali in solfo,& gelso,si veggiono in mol
ti luoghi: ma particolarmente in Verona,doue sono tutti i pianeti bellillìm 1..
& vna Verene con vn Cupido,che volta le spalle, ilquale non può esser piu
bello.in vn bellissimo Calcidonio, slato trouato in vn fiume intagliò diur-
namente Matteo la teda duna Deanira quasi tutta tonda con la spoglia del
Leoncin testa,e con la superficie lionata; & in vn filo di color rollo, che era
in quella pietra, accomodò Matteo nel fine della teda del Lione il rouescio
di quella pelle, tanto bene, che pareua scorticata di fresco. in vn’altra mac-
chia accomodò icapeg!i;& nel biaco la facci a,& il petto e tutto con mirabi-
le inagistei io.laquale tesla hebbeisieme cól’altre cole il detto ReFracesco.
& vna inpronta ne ha hoggi in Verona il Zoppo orefice, che fu suo discepa
lo. fu Matteo liberalilsimo.e di grande animo; in tanto, che piu torto hareb
bedonato l’operesue , che vendutele per vilisspno prezzo . perchehauc
do fatto àvn barone vn Cammeo d’importaza, e volendo colui pagarlo vna
miseria, lo pregò strettamente Matteo,che volesse accettarlo in cortesia: ma
colui,non lo volendo in dono,e pur volendolo pagarepiccolislìmo prezzo:
venne in collera Matteo, & in presenza di lui con vn martello lo diacciò. fe
ce Matteo per lo medesimo Re molti cartoni per panni d’arazzo, & con olii,
come volle il Re,bi(ognòcheandasiein fiandra,e tanto vi dimorali?,che fus
sono tessuti di seta,ed’oro. i quali finiti,&condotti in Francia,furono tenu
ti cola bellisiìma. finalmente,come quasi tutti gl’huomini fanno, se ne tor-
nò Matteo alla patria,portando (eco molte cote rare di que’paesi, e partico-
tarmente alcune tele di paesi fatte in Fiandra a olio, & à guazzo, elauorati
dabonissimemani'; lequahsono ancorapermemoriadilui tenute in Vero-
na molto care dal signor Luigi,& signor Girolamo Stoppi, tornato Matteo
à Verona si accomodo di stanza in vna grotta canata lotto vn sallo , alquale
< sopra il giardino de frati Giesuati;luogo,che oltre all’essèr caldissimo il ver
no, emolto frelcola (late, havna bellillima veduta, ma non potè goderli
Matteo qlla staza fatta à tuo capriccio, quato harebbe volutorpcheliberato
che fu della lua prigionia il Re Francesco,mandò subito,per vno à polla àri-
chiamar Matteo in Francia,e pagargli la prouisione,eziadio del tempo, che
era (lato in Verona. c giunto la,lo fece maestro de conij della Zeccha. on«
de Matteo presa moglie in Francia, s’accomodo, poi che coli piacquea! Re
suo signore,a viuetein que’paesi. Della qual moglie hebbe alcunifi-
glinoli,maàlui tanto dillimili,che n’hebbe poca contentezza, fu Matteo co
h gentile, & cortole, che chiunche capitana in Francia, non puredella sua
apprezzate,e premiate dai Principi, & Signori,in quella maniera, che ha sé
prefatto perl’adietro l’Illustrissima casa de’Medici,& hora fa piu che mai ; e
nella maniera,che fece il detto Re Francesco veramente magnanimo. Mat-
teo dunque dando al seruigio di questo Re,fece non pure per sua Maestà mo l
te cole,rare ma quasi à tutti i piu nobili Sig.e baroni di quella cortejnon es-
sendoui quasi ninno,che non hauesse ( vsandosi molto allora di portare Ca
mei,&altre simili gioie al collo,e nelle berette) dell’operesue. fece al detto
ne vna tauola per l’altare della capella di sua Maesta, che si facetia portare in
viaggio: tutta piena di figure d’oro,parte tonde,e parte di mezzo nlicuo, có
moltegioic in tagliate, sparse per le membra delledette figure. incauò pari
menti molti cristalli, gl’esempi de quali in solfo,& gelso,si veggiono in mol
ti luoghi: ma particolarmente in Verona,doue sono tutti i pianeti bellillìm 1..
& vna Verene con vn Cupido,che volta le spalle, ilquale non può esser piu
bello.in vn bellissimo Calcidonio, slato trouato in vn fiume intagliò diur-
namente Matteo la teda duna Deanira quasi tutta tonda con la spoglia del
Leoncin testa,e con la superficie lionata; & in vn filo di color rollo, che era
in quella pietra, accomodò Matteo nel fine della teda del Lione il rouescio
di quella pelle, tanto bene, che pareua scorticata di fresco. in vn’altra mac-
chia accomodò icapeg!i;& nel biaco la facci a,& il petto e tutto con mirabi-
le inagistei io.laquale tesla hebbeisieme cól’altre cole il detto ReFracesco.
& vna inpronta ne ha hoggi in Verona il Zoppo orefice, che fu suo discepa
lo. fu Matteo liberalilsimo.e di grande animo; in tanto, che piu torto hareb
bedonato l’operesue , che vendutele per vilisspno prezzo . perchehauc
do fatto àvn barone vn Cammeo d’importaza, e volendo colui pagarlo vna
miseria, lo pregò strettamente Matteo,che volesse accettarlo in cortesia: ma
colui,non lo volendo in dono,e pur volendolo pagarepiccolislìmo prezzo:
venne in collera Matteo, & in presenza di lui con vn martello lo diacciò. fe
ce Matteo per lo medesimo Re molti cartoni per panni d’arazzo, & con olii,
come volle il Re,bi(ognòcheandasiein fiandra,e tanto vi dimorali?,che fus
sono tessuti di seta,ed’oro. i quali finiti,&condotti in Francia,furono tenu
ti cola bellisiìma. finalmente,come quasi tutti gl’huomini fanno, se ne tor-
nò Matteo alla patria,portando (eco molte cote rare di que’paesi, e partico-
tarmente alcune tele di paesi fatte in Fiandra a olio, & à guazzo, elauorati
dabonissimemani'; lequahsono ancorapermemoriadilui tenute in Vero-
na molto care dal signor Luigi,& signor Girolamo Stoppi, tornato Matteo
à Verona si accomodo di stanza in vna grotta canata lotto vn sallo , alquale
< sopra il giardino de frati Giesuati;luogo,che oltre all’essèr caldissimo il ver
no, emolto frelcola (late, havna bellillima veduta, ma non potè goderli
Matteo qlla staza fatta à tuo capriccio, quato harebbe volutorpcheliberato
che fu della lua prigionia il Re Francesco,mandò subito,per vno à polla àri-
chiamar Matteo in Francia,e pagargli la prouisione,eziadio del tempo, che
era (lato in Verona. c giunto la,lo fece maestro de conij della Zeccha. on«
de Matteo presa moglie in Francia, s’accomodo, poi che coli piacquea! Re
suo signore,a viuetein que’paesi. Della qual moglie hebbe alcunifi-
glinoli,maàlui tanto dillimili,che n’hebbe poca contentezza, fu Matteo co
h gentile, & cortole, che chiunche capitana in Francia, non puredella sua