VITA DI LIONARDO DA VINCI. 13
credere, che 1' animo suo grandissimo,& eccellentjssimo, jper esser troppo ve-
lontaroso fosse impedito , e che il voler cercare sempre eccellenza sopra eccel- '" """r
lenza,e perfèttione sopra perfettione ne folle cagione, talché l'opera folle ritar- ",'qfodiTC
data dal delio, come dille il nostro Petrarca -, e nel vero quelli, che vedono il ^^ refe
modello, che Lionardo fece di terra grande, giudicano non hauer mai villo più &„,$„,„fa.
bella cosa , ne più superba, il quale durò fino , che i Francesì vennero a Milano /< .
con Lodouico Rè di Francia , che lo spezzarono tutto . E vi smarirono anche
vn modello picciolo di cera, ch'era tenuto perfetto , insieme con vn libro di no- Modellimelo
tomia di Caualli , fatta da lui per suo (ìndio . Attese dipoi , ma con maggior cu- bre di notte
ra , alla notomia de gli huomin1, aiutato , e scambieuolmente aiutando in que- '* " citali
sto M. Marc'Antonio della Torre, eccellente Filosofo ,che allhora leggeua ilo ft"^""^
Pania , e scriueua di quella maniera , e fù de' primi ( come odo dire ) che comin- ffan!
ciò a illusirarecon la dottrina di Galeno le cose di medicina , & a dar vera luce fadiau&'li.
alla notomia, sino a quel tempo inuolta in molte, e grandissime tenebre d' igno- gentemite dal
ranza -, & in quello si seruì marauigliosamente dell' ingegno , opera , e mano di Pta,
Lionardo , che ne fece vn libro disegnato di mattila rolla ,e tratteggiato di pen-
na , ch' egli di sila mano scorticò , e ritraile con grandissima diligenza , dou'egli
fece tutte le ossature, & a quelle congiunse poi con ordine tutti i nerui, e coper-
se di muscolii primi appicati all'olio, Sci secondi , che tergono il fermo, &i
terzi, che muouono , & in quelli à parte per parte di brutti caratteri serine lette-
re, che sono satte con la mano mancina a rouerscio,e chi non hà pratica a legge-
re, non l'intende,perche non si leggono se non con lo specchio. Di quelle car-
te della notomia de gli huomini , n'è gran parte nelle mani di M. Francefco da
Melzo , Gentilhuomo Milanese, che nel tempo di Lionardo era bellissimo fan-
ciullo, emolto amato daliii, così, come hoggi è bello, e gentile vecchio ,che le
hà care , etiene, come per reliquie tal carte insieme, con il ritratto della felice
memoria di Lionardo, e chi legge quelli serirti , par' imponibile , che quel dilli®
no spirito babbi così ben ragionato dell'arte , e de'muscoli, e nerui, e vene, e
cotanta diligenza d'ogni cola .Come anche sono nelle mani di N.N. Pittor Mi- Smista ed.
lanese alcuni serirti di Lionardo, pur di caratteri serirti co la mancina a rouerseio, ranori matti*
che trattano della Pittura, e de' modi del disegno,e colorire. Costui,non è molto, #i:
che venne a Firenze a vedermi, defiderando Rampar quest'opera,e la condusse a
Roma per dargli esito, ne sò poi, chi di ciò sa seguito . E per tornare alle opere
di Lionardo, venne al suo tempo in Milano il Rè di Francia , onde pregato Lio* ' Lionefamfc
nardo di far qualche cosa bizzarra , fece vn Leone , checaminò parecchi passi , tosbiore^
pois'aperse il petto, e si mostrò tutto pieno di gigli . Prese in Milano Salai Mila- ',-,^
nese per suo creato, il qual' era vaghissimo di gratin, e di bellezza > hauendo bei'!"^'' ' '
capelli , ricci , & inanellati, de'quali Lionardo si d Iettò molto, & a lui insegnò. '
molte cose dell' arte, e certi lauori,che in Milano si dicono essere di Salaì,ma fu-
rono ritocchi da Lionardo. Ritornò a Firenze, douetrouò, che i Frati de'Serui t,
haueuano allogato a Filippino F opere della tauola dell' Aitar maggiore deliaci v cfÀvncar
Nontrata , per il che fù detto da Lionardo, che volentieri haurebbe fitta vi e „;, 4 vum
simil cosa. Onde Filippino intesociò , come gentil persona , ch'egli era , lene §& „ $c,hì
tolse giù, & i Frati , perche Lionardo la d pignesse^se lo tolsèro in casa, facendo ^ r^sa t?d
le spesealui, & à tutta la sua famiglia . E così li tenne in pratica lungo tempc , 10 < marro*
ne mai cominciò nulla . Finalmente fece vn cartone dentroui vna 'nossra D<w -glia %
na , & vna Sant'Anna , con vn Chiisto , la quale non pure sece marauigbaicr
tutti
credere, che 1' animo suo grandissimo,& eccellentjssimo, jper esser troppo ve-
lontaroso fosse impedito , e che il voler cercare sempre eccellenza sopra eccel- '" """r
lenza,e perfèttione sopra perfettione ne folle cagione, talché l'opera folle ritar- ",'qfodiTC
data dal delio, come dille il nostro Petrarca -, e nel vero quelli, che vedono il ^^ refe
modello, che Lionardo fece di terra grande, giudicano non hauer mai villo più &„,$„,„fa.
bella cosa , ne più superba, il quale durò fino , che i Francesì vennero a Milano /< .
con Lodouico Rè di Francia , che lo spezzarono tutto . E vi smarirono anche
vn modello picciolo di cera, ch'era tenuto perfetto , insieme con vn libro di no- Modellimelo
tomia di Caualli , fatta da lui per suo (ìndio . Attese dipoi , ma con maggior cu- bre di notte
ra , alla notomia de gli huomin1, aiutato , e scambieuolmente aiutando in que- '* " citali
sto M. Marc'Antonio della Torre, eccellente Filosofo ,che allhora leggeua ilo ft"^""^
Pania , e scriueua di quella maniera , e fù de' primi ( come odo dire ) che comin- ffan!
ciò a illusirarecon la dottrina di Galeno le cose di medicina , & a dar vera luce fadiau&'li.
alla notomia, sino a quel tempo inuolta in molte, e grandissime tenebre d' igno- gentemite dal
ranza -, & in quello si seruì marauigliosamente dell' ingegno , opera , e mano di Pta,
Lionardo , che ne fece vn libro disegnato di mattila rolla ,e tratteggiato di pen-
na , ch' egli di sila mano scorticò , e ritraile con grandissima diligenza , dou'egli
fece tutte le ossature, & a quelle congiunse poi con ordine tutti i nerui, e coper-
se di muscolii primi appicati all'olio, Sci secondi , che tergono il fermo, &i
terzi, che muouono , & in quelli à parte per parte di brutti caratteri serine lette-
re, che sono satte con la mano mancina a rouerscio,e chi non hà pratica a legge-
re, non l'intende,perche non si leggono se non con lo specchio. Di quelle car-
te della notomia de gli huomini , n'è gran parte nelle mani di M. Francefco da
Melzo , Gentilhuomo Milanese, che nel tempo di Lionardo era bellissimo fan-
ciullo, emolto amato daliii, così, come hoggi è bello, e gentile vecchio ,che le
hà care , etiene, come per reliquie tal carte insieme, con il ritratto della felice
memoria di Lionardo, e chi legge quelli serirti , par' imponibile , che quel dilli®
no spirito babbi così ben ragionato dell'arte , e de'muscoli, e nerui, e vene, e
cotanta diligenza d'ogni cola .Come anche sono nelle mani di N.N. Pittor Mi- Smista ed.
lanese alcuni serirti di Lionardo, pur di caratteri serirti co la mancina a rouerseio, ranori matti*
che trattano della Pittura, e de' modi del disegno,e colorire. Costui,non è molto, #i:
che venne a Firenze a vedermi, defiderando Rampar quest'opera,e la condusse a
Roma per dargli esito, ne sò poi, chi di ciò sa seguito . E per tornare alle opere
di Lionardo, venne al suo tempo in Milano il Rè di Francia , onde pregato Lio* ' Lionefamfc
nardo di far qualche cosa bizzarra , fece vn Leone , checaminò parecchi passi , tosbiore^
pois'aperse il petto, e si mostrò tutto pieno di gigli . Prese in Milano Salai Mila- ',-,^
nese per suo creato, il qual' era vaghissimo di gratin, e di bellezza > hauendo bei'!"^'' ' '
capelli , ricci , & inanellati, de'quali Lionardo si d Iettò molto, & a lui insegnò. '
molte cose dell' arte, e certi lauori,che in Milano si dicono essere di Salaì,ma fu-
rono ritocchi da Lionardo. Ritornò a Firenze, douetrouò, che i Frati de'Serui t,
haueuano allogato a Filippino F opere della tauola dell' Aitar maggiore deliaci v cfÀvncar
Nontrata , per il che fù detto da Lionardo, che volentieri haurebbe fitta vi e „;, 4 vum
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tolse giù, & i Frati , perche Lionardo la d pignesse^se lo tolsèro in casa, facendo ^ r^sa t?d
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ne mai cominciò nulla . Finalmente fece vn cartone dentroui vna 'nossra D<w -glia %
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tutti