66 TERZA PARTE
de'pilastri non reggete così gran peso, perche scriuendo a Giuliano , che se vo-
Iena tale opera, andasse a vedere egli, come animoso, e valente; andò, e mostrò
con facilità quella poter voltarle che a ciò gli battana l'animo; e tate, e tale ra-
gioni allegò loro, che l'opera gli fu allogata. Dopo la quale allogationefecQ,
Spedire l'opera di Prato, e co i medesimi Maestri muratori , e scarpellini a Lore-
tosi condurre. E perche tale opera hauesse fermezza nelle pietre , e Caldezza, e
forma, e (labilità, e facesse legatione, mandò a Roma per la Pozzolana ; ne cal-
ce fù,che con ella non fosse temperata, e murata ogni pietra , e così in termine
di tre anni quella sinita , e libera rimase perfetta . Andò poi a Roma , doue Or
Papa Aledandro VI. restaurò il tetto di Santa Maria maggiore , che ruinaua , e
vi fece quel palco, ch'ai presente si vede. Cosi nel pratticare per la corte, il Ve-
scouo della Rodere fatto Cardinale di San Pietro in Vincola , già amico di Giu-
liano , fin quando era Castellano d'Ostia , gli fece fare il modello del Palazzo di
S.Pietro in Vincola. E poco dopo quello volendo edificare a Sauona stia patria
?» I^w# ri- vn Palazzo , volle farlo siniilmente col disegno, e con la presènza di Giuliano,
feura S.M& la quale andata gli era difficile , percioche impalco non era ancor finito , e Papa
HA maggiore) Alessandro non voleua, che partile. Perii che lo fece finire per Antonio ino
si fsatello> il quale per hauere ingegno buono, e versatile ,nel pratticare la corte
e W*- contraile seruitù col Papa>che gli mise grandissimo amore, e glie lo mostrò nel
volere fondare , e rifondare con le difese , a vso di Carello , la Mole d'Adriano,.
Diuerfe opere hoggi detta Castello Sant' Agnolo, alla quale impresa fu proposto Antonio.
&,„ fa- Cosili fecero i torrioni da basso, i fossi, e l'altre foraficationi, che al prefentQi
vwpmso reggiamo. La quale opera gli diede credito grande appreso il Papa , e col Du-
'ca Valentino suo figliuolo , e fu cagione , ch'egli facesse la rocca , che si vedo,
Loggia Ciuità Castellana . E così mentre quel Pontesice visse , egli di conti-
nuo attese a fabbricare , e per esso lauorando, fù non meno premiato ,che (li-
mato da lui . Già haueua Giuliano a Sauona condotto l'opera inanzi, quando ih
Cardinale, per alcuni suoi bisogni, ritornò a Roma , e lasciò molti operarij , che
alla fabbrica dessero perfettione, con l'ordine, e col disegno di Giuliano, ilqua+
lene menò seco a Roma,& egli fece volentieri queslo viaggio perriuederg_,
. 1 Anton:o ,el'ópere d'esso,doce dimorò alcuni mes. Ma venendo in quel rem-
poi! Cardinale in disgratia del Papa, si partì da Roma , per non esser fatto pri-
gione , e Giuliano gli tenne sempre compagnia . Ai rinati dunque a Sauona..',
crebbero maggior numero di Maesh i da 'murare ,& altri Artefici in sui lauoro.
Ma facendoli ogn'hora più vini i rumori del Papa contra il Cardinale,non flette:
molto , chele n'andò in Auignone , e d'vn modellò , che Giuliano haueua fatto
d'vn Palazzo per lui , fece sare vn dono al Rè,il quale modello era marauiglio-
so, ricchissimo d'ornamenti , e molto capace, perìalloggiamento di tutta la sua
3fr<e „ù Corte. Era là corte reale inLone, quando Giuliano presentò il modello, il qua-
% le f" tanto caro, & accetto al Re, che largamente lo premiò , e gli diede lodi in-
■ fini"' e ne re'e molte grane al Cardinale) ch'era in Auignone . Hebbero in ran-
arnione, che il Pàlazzodi Sauona era già presso alla fine, per il che il Cardina-
le deliberò, che Giuliano riuedesse tale opera , perche andato Giuliano a Sa no-
na, poco vi dimorò , che fù finito a fatto . Laonde Giuliano desiderando tor-
nare a Firenze, doue per lungo tempo non era slato , con que'maestri pre--
. feil camino; E perche haueua in quer tempo il Rèdi Francia rimesso Pila in
libertà) e durane ancoradaguerra irà Fiorentini, e Pisani^e volendo Giuliano
• F I pas-
de'pilastri non reggete così gran peso, perche scriuendo a Giuliano , che se vo-
Iena tale opera, andasse a vedere egli, come animoso, e valente; andò, e mostrò
con facilità quella poter voltarle che a ciò gli battana l'animo; e tate, e tale ra-
gioni allegò loro, che l'opera gli fu allogata. Dopo la quale allogationefecQ,
Spedire l'opera di Prato, e co i medesimi Maestri muratori , e scarpellini a Lore-
tosi condurre. E perche tale opera hauesse fermezza nelle pietre , e Caldezza, e
forma, e (labilità, e facesse legatione, mandò a Roma per la Pozzolana ; ne cal-
ce fù,che con ella non fosse temperata, e murata ogni pietra , e così in termine
di tre anni quella sinita , e libera rimase perfetta . Andò poi a Roma , doue Or
Papa Aledandro VI. restaurò il tetto di Santa Maria maggiore , che ruinaua , e
vi fece quel palco, ch'ai presente si vede. Cosi nel pratticare per la corte, il Ve-
scouo della Rodere fatto Cardinale di San Pietro in Vincola , già amico di Giu-
liano , fin quando era Castellano d'Ostia , gli fece fare il modello del Palazzo di
S.Pietro in Vincola. E poco dopo quello volendo edificare a Sauona stia patria
?» I^w# ri- vn Palazzo , volle farlo siniilmente col disegno, e con la presènza di Giuliano,
feura S.M& la quale andata gli era difficile , percioche impalco non era ancor finito , e Papa
HA maggiore) Alessandro non voleua, che partile. Perii che lo fece finire per Antonio ino
si fsatello> il quale per hauere ingegno buono, e versatile ,nel pratticare la corte
e W*- contraile seruitù col Papa>che gli mise grandissimo amore, e glie lo mostrò nel
volere fondare , e rifondare con le difese , a vso di Carello , la Mole d'Adriano,.
Diuerfe opere hoggi detta Castello Sant' Agnolo, alla quale impresa fu proposto Antonio.
&,„ fa- Cosili fecero i torrioni da basso, i fossi, e l'altre foraficationi, che al prefentQi
vwpmso reggiamo. La quale opera gli diede credito grande appreso il Papa , e col Du-
'ca Valentino suo figliuolo , e fu cagione , ch'egli facesse la rocca , che si vedo,
Loggia Ciuità Castellana . E così mentre quel Pontesice visse , egli di conti-
nuo attese a fabbricare , e per esso lauorando, fù non meno premiato ,che (li-
mato da lui . Già haueua Giuliano a Sauona condotto l'opera inanzi, quando ih
Cardinale, per alcuni suoi bisogni, ritornò a Roma , e lasciò molti operarij , che
alla fabbrica dessero perfettione, con l'ordine, e col disegno di Giuliano, ilqua+
lene menò seco a Roma,& egli fece volentieri queslo viaggio perriuederg_,
. 1 Anton:o ,el'ópere d'esso,doce dimorò alcuni mes. Ma venendo in quel rem-
poi! Cardinale in disgratia del Papa, si partì da Roma , per non esser fatto pri-
gione , e Giuliano gli tenne sempre compagnia . Ai rinati dunque a Sauona..',
crebbero maggior numero di Maesh i da 'murare ,& altri Artefici in sui lauoro.
Ma facendoli ogn'hora più vini i rumori del Papa contra il Cardinale,non flette:
molto , chele n'andò in Auignone , e d'vn modellò , che Giuliano haueua fatto
d'vn Palazzo per lui , fece sare vn dono al Rè,il quale modello era marauiglio-
so, ricchissimo d'ornamenti , e molto capace, perìalloggiamento di tutta la sua
3fr<e „ù Corte. Era là corte reale inLone, quando Giuliano presentò il modello, il qua-
% le f" tanto caro, & accetto al Re, che largamente lo premiò , e gli diede lodi in-
■ fini"' e ne re'e molte grane al Cardinale) ch'era in Auignone . Hebbero in ran-
arnione, che il Pàlazzodi Sauona era già presso alla fine, per il che il Cardina-
le deliberò, che Giuliano riuedesse tale opera , perche andato Giuliano a Sa no-
na, poco vi dimorò , che fù finito a fatto . Laonde Giuliano desiderando tor-
nare a Firenze, doue per lungo tempo non era slato , con que'maestri pre--
. feil camino; E perche haueua in quer tempo il Rèdi Francia rimesso Pila in
libertà) e durane ancoradaguerra irà Fiorentini, e Pisani^e volendo Giuliano
• F I pas-