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Vasari, Giorgio; Evangelista Dozza (Erben) [Contr.]
Delle Vite De' più Eccellenti Pittori, Scvltori Et Architetti (Parte Terza Primo Volume) — In Bologna: Presso gli Heredi di Euangelista Dozza, 1663

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https://doi.org/10.11588/diglit.72520#0238

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Vita di morto da feltro^ fy
quelle sempre studiò. E sì i modi del girar le foghe all'antica prese, che di quel-
la professione a nessuno fù al suo tempo secondo. Per il che non restò di vede-
re sotto terra ciò, che potè in Roma di grotte antiche, & infinitissime volt<_j. . ^^
Stette a Tiuoli molti meli nella villa Adriana , drfegnando tutti i pauimenti , e ''s™
grotte, che sono in quella sotto, e sopra terra. E sentendo , che a Pozzuolo nel ,,OT e
Regno vicino a Napoli dieci miglia , erano insieme muraglie piene di grotte- fa vsoore,
fche, di rilieuo, di Mucchi, e dipinte, antiche, tenute bellissime ,attese parecchi
meli in quel luogo a cotale studiò . Ne restò, che in Campana, Brada antica in
quel luogo, piena di Sepolture antiche, ogni minima cola non dileguale; & an-
cora al Trullo, vicino alla marina, molti di quei Tempij , e grotte sopra , e sotto
ritraile. Andò a Baia, & a Mercato di Sabbato,tutti luoghi pieni d'edificij gua-
iti, e Boriati, cercando di maniera, che con lunga , & amoreuole fatica in quella
virtù crebbe insinitamente di valore, e di sapere ; Ritornato poi a Roma , quiui
lauorò molti meli, & attese alle figure, parendogli,che di quella professione egli
non folle tale , quale nel magisserio delle grottesche era tenuto. E poiché era Ritorna alto1
venuto in questo desiderio, sentendo i romori, che in tal'arte haueuano Lionate ' ,'Z
do, e Micheiagnolo, per li loro cartoni fatti in Firenze , subito si mise per anda- '™" °@mso
rea Firenze : E vedute l'opere ,non gli parue poter farei! medesimo migliora, mente '
mento,che nella prima professione haueua fatto ; Laonde egli ritornò a lauora- Tirato dal
re alle sue grottesche. Éra allhora in Firenze Andrea di Cosimo de'Felnin Pit- defo dtfau-
tore Fiorentino, giouane diligente , il quale raccolse in casa il Morto , e lo rat - rare va a Fi.
tenne con molto amoreuoli accoglienze: E piacciutogli 1 modi di tal professìo- ren%e,ma de-
ne , volto egli ancora l'ànimo a quell'esercitio, riuseì molto valente , e più del /P'd vedendo
Morto fu col tempo raro, & in Firenze molto Limato,come si dirà di sotto,per- ^m^^a at
ch'egli sù cagione , che il Morto dipingere a Pietro Soderini, allhora Gonfalo- à%""B^
niere , la camera del Palazzo a quadri di grottesche , le quali bellissime furono
tenute ; ma hoggi , per acconciare le danze del Duca Cosimo , sono state ruina- $$ sece c^
te, e rifatte. Fece a Maestro Valerio Frate de'Serui, vn vano d'vna spalliera,che pagnosoo An-
fu cola bellislima ; e similmente per Agnolo Doni in vna camera molti quadri, drea di €efr
Divariate, ebizzarre grottesche. E perche si dilettate ancora di sigure,lauorò m^chel imi^
alcuni tondi di Madonne, tentando sepoteva in quelle diuenir famoso, com'era '°# e/"Per° "e^
tenuto. Perche venutogli ancia lodare a Firenze , si trasferì a Venetia , e con feg,neJche*
Giorgione da Castel Franco , ch'allhora lauoraua il fondaco de' Tedeschi, si mi-
se ad aiutarlo , facendo gli ornamenti di quell'opera ; E così in quella Città di- GiofoJ'@
morò molti meli, tirato dai piaceri, e da idiletti, che perii corpo vi trouaua-, fa, fa.
Poisen'an tò ne! Friuli a far' opere , ne molto vi Bette, che facendo i Signori "dato de’T&\
Venetiani Soldati , egli prese danari , e senza hauere molto eseresato quel me- {chi.\
Riero , fù fatto Capitano di ducendo Soldati . Era allhora l'esercito de' Venetia- Fatto Capito
ni condottoli a Zara di Schiauonia, doue appiccandoli vn giorno vna grolla sca- "o> '" vn&fo
ramuccia, il Morto desideroso d'acquistar maggior nome ini quella professjone,
che nella Pittura non haueua fatto , andando valorosamente inanzi , e combat- r^°00"'^
tendo in quella baruffa , rimase morto ,come nel nome era stato sempre , d'età
d'anni quarantacinque . Ma non sarà giamai nella fama morto , perche coloro,
che 1'opere dell'eternità nell'arti manouali esercitano , e di loro lasciano memo-
ria dopo la morte,non posfono per alcun tempo giamai sentire la morte delle fa*'
ciche loro ; Percioche gli Scrittori grati fanno fede delle virtù d'essi ; Però molto
douerebbono gli Artefici nostri , Spronar fe stessicon la frequenza de gli Rudi,
re
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