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Vasari, Giorgio; Evangelista Dozza (Erben) [Contr.]
Delle Vite De' più Eccellenti Pittori, Scvltori Et Architetti (Parte Terza Primo Volume) — In Bologna: Presso gli Heredi di Euangelista Dozza, 1663

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https://doi.org/10.11588/diglit.72520#0267
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„t TERZA PARTE
suoi Cittadini. Esfendogli poi allogato da gli huomini, che governano la Com*
pagnia dell' Angelo Raraelle , vna loro Capella nella Chiesa di Santa Eufemia,
vi fece dentro a fresco due storie dell' Angelo Rafaelle ; e nella tauola a olio tré
Angioli grandi , Rafaelle in mezo , Gabrielle , e Michele da i lati, e tutti con
buon dileguo , e ben coloriti ; ma nondimeno le gambe di detti Angeli gli furo-
no riprese, come troppo sottili, e poco morbide , a che egli con piaceuole gratin
rispondendo, diceua, che poi, che si fanno gli Angeli con l'ale, e co'i corpi quali
celesti, & aerasti come fodero vccelli, che ben lì può far loro le gambe sottili,
eseccbe, accio posano volare , & andare in alto con p ùageuolezza. Dipinse
nella Chiesa di S.Giorgio all'Altare,dou'è vn Christo,che porta la Croce,S.Roc-
co, e S.Bastiano , con alcune storie nella predella di figure picciole , e bellissime*
Alla Compagnia della Madonna in S.Bernardino, dipinse nella predella dell'Al-
tare di letta Compagnia , la Natiuità della Madonna , e gl'Innocenti, con varie
attitu lini ne gli vccdòri, e ne'groppi de'putti , difesi viuamente dalle lor madri,
la qual'opera è tenuta in veneratione, e coperta, perche meglio si conserui -, g_,
quella fù cagione, che gli huomini della Fraternità di S. Stefano ; nel Duomo
antico di Verona, gli facessero fare alloro Altare in tre quadri di figure simili,
• tre ttoriette della Nostra Donna , cioè lo Sposalitio , la Natiuità di Christo , e la
storia de'Magi. Dopo quest'opere , parendogli essetti acquistato assai credito in
Verona, disegnaua Gio.Francesco di partirli, e cercare altri paesi , ma gli furono
p,^ moglie, in modo addosso gli amici , e parenti , che gli fecero pigliar per donna vna gio-
_ h^uto uane nobile, e figliuola di M.Braliassarti Grandoni,laquale poi che sihebbc_,
vn siglio mo- menata l'anno 1505. & hauutone indi a non molto vn sigliuolo , ella si mori so-
ri , & egh fe pra parto; e così rimaso libero, si partì Gio.Francesco di Verona , & andossene a
tiandì a Mi« Milano , doue il Sig. Antonio Maria Visconte , tiratoselo in casa , gli sece molte
'4*9' opere per ornamento delle sue case lauorate. In tanto essendo portata da vn
Fiammingo in Milano vnatestad'vn giouane ritratta di naturale , e dipinta a
olio da qual'era da ogn'vno in quella Città ammirata ; nel vederla Gio. France-
fco se ne rise, dicendo; a me balla l'animo di farne vna migliore,di che facendoli
beffe il Fiammingo , si venne dopo molte parole a quello, che Gio. Francesco
facesse la prona , e perdendo perdesse il quadro fatto , e 25. seudi ; e vincendo,
guadagnasse la testa del Fiammingo, e similmente 25. seudi. Messosi dunque
Gio. Francesco a lauorare , con tutto il suo sapere ritrasse vn Gentilhuomo vec-
chio , e raso , con vn sparauiere in mano; ma ancora , che molto somigliasse, fù
giudicata migliore la testa del Fiammingo ; ma Gio. Francesco non fece buona
clettione nel sare il suo ritratto d'vna tesb,che gli poteflefar'honore, petche se
pigliaua vn giouane bello, e l'hauesse bene imitato , come fece il vecchio, se__,
non hauesse passata la Pittura dell'auuersario , l'harebbe almanco paragonato.
Ma non per quello fu se non lodata la teda di Gio. Francesco , al quale il Fiam-
^ar&fanA mingo "ce cortesia, perche contentandoli della teda sola, del vecchio raso, non
& M^mtó© volle altrimenti (come nobile , e gentile) i venticinque ducati. Quello quadro
eo*ferxA VIA venne poi col tempo nelle mani di Madonna Isabella da Elle , Marchesana di
*efa fetta da Mantoua, che lo pagò benissimo al Fiammingo , e lo pose per cosa singolare_,
lui nel soo nel suo Audio, nel quale haueua infinite cole di marmo, di conio, di Pittura,e di
Whssi& str getto bellissime. Dopo hauer seruito il Visconte , essendo Gio. Francesco chia-
mato da Guglielmo Marchese di Monferrato, andò volentieri a seruirlo , emen-
do di ciò molto pregato dal Visconte , e così arriuato , gli fù adeguata buonissi-
ma
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