maggiori, e de
Papi andati.
VITA DI ANTONIO DA SANGALLO. ,±1
a ragionare di volere gettare per terra la Capella del dittino Michelagnolo , di- AÀrìm VI.
cendo, ch'ell'era vna stufa d'ignudi ; E (prezzando tutte le buone Pitture , e le poco intende».
fatue, le chiamaua lasciuie dei mondo, ecose obbrobriose , & abomineuol^la " **"* ^^
guai colà fu cagione , che non pure Antonio , ma tutti gli altri belli ingegni si '?'"? ",
fermarono in tanto, che al tempo di quello Pontefice non silauorò ,non che al rodi'pimW
tro, quali punto alla fabbrica di S. Pietro, alla quale doueua pur almenoessere Buonmti, '
affettionato,poiché dell'altre cose mondane si volle tanto mostrare nimico. Per-
ciò dunque, attendendo Antonio a cose di non molta importanza , ressaurò sor-
co quello Pontefice le naui picciole della Chela di S. Giacomo de gli Spagnaio-
li, & accomodò la facciata dinanzi con bellissimi lumi. Fece lauorare il Taber-
nacolo dell'lmagine di Ponte di triuertino, il quale, benché picciolo sia , hà pe-
rò molta gratia; nel quale poi lauorò Perini del Vaga a sreseo vna bella operet-
ta. Erano g'à le pouere virtù, per Lo viuere d'Adriano, mal condotte, quando il
Cielonnoslo a pietà di quelle, volle con la mort e d'vno,farne risusci'ar mille,
onde lo leuò del mondo,e gli fece dar luogo a chi meglio doueua tenere tal gra-
do, e con altro animo gcuernarc le cose del mondo ; perche creato Papa Cle- Comete VII.
mente Settimo, pieno d generosità, seguitandob vestigie di Leone, e de gli al- rinomò le vir.
tri antecediti della sua Illustrissima famiglia, si pensò,che battendo nel Cardina- sà de fu^
lato satto belle memorie, douesse nel Papato auanzare tutti gli altri di rinoua-
nienti di fabbriche, & adornamenti . Quella elettrone fù adunque di refrigerio a
molti virtuosi; & a 1 timidi, & ingegno!] animi,che si erano auuiliti, grandissimo
fiato, e desideratissima vita,i quali perciò risornendo,fecero poi quell'opere bel-
lissime,che al prelente veggiamo; E primieramente Antonio, per commissione
di Sua Santità messo in opera , subito rifece vncortile in Palazzo , dinanzi alle
loggie , che già furono dipinte con ordine di Rafaelle , il qual cottile fù di gran-
didimo commodo, e bellezza, perche deue si andana prima, per certe vie (for-
te, e strette; allargandole Antonio, e dando loro miglior sorma , le fece commo-
de, e belle; Ma quello luogo non istà hoggi in quel modo,che lo fece Antonio,
perche Papa Giulio Terzo ne leuò le colonne , che vi erano di granito , per or-
narne la sua vigna, & alterò ogni cosa. Fece Antonio in banchi la facciata della
Zecca vecchia di Roma , con bellissima gratia , in quell' angolo girato in tondo,
che ètenuto cosa difficile, e miracolosa , & in quell'opera mise l'arme del Papa.
Rifondò il redo delle loggie Papali ,che per la morte di Leone non s'erano fini-
te, e per la poca cura d'Adriano non s'erano continuate,ne tocche, e così secon-
do il volere di Clemente , furono condotte a virino fine . Dopo , volendo Sua
Santità fortificare Parma, e Piacenza, dopo molli dsegni,e modelli , che da di-
uersi furono fatti, fù mandato Antonio in que'luoghi, e seco Giulian Leno solle-
citatore di quelle fortisicationi ; E là arrivati , effendo con Antonio Labaco suo
Creato, Pier Francesco da Viterbo; Ingegnere valentisTimo,e Michele da S.Mi-
chele, Architetto Veronese, tutti insieme condussero a persettione idisegni di
quelle fortificationi; Il che fatto, rimanendo gli altri, se ne tornò Antonio a Ro-
ma, doue essendo poca commodità di danze in Palazzo>ordinò Papa Clemente, ss^rt^e^c
che Antonio sopra la ferrarla cominciale quelle doue si fanno i concistori publi- invocano, e
ci, le quali furono in modo condotte7che il Pontefice ne rimase sodisfatto, e fe- "'{'" fodera
ce fatui poi (opra; Le ssange de' Camerieri di Sua Santità .Similn ente fece An- 1',,"". "'"
tonio sopra il tetto di quelle stanze,altre stanze commodissime, la qual'opera fù "' ^^s
pericolosa molto, per tanto rifondare • E nel vero in quello Antonio valle assai,
Ss atte-
Parma, e Pù^
cenza sortfr
cati da /w
nio con altri
Ingegni^
Fere diuersi
Papi andati.
VITA DI ANTONIO DA SANGALLO. ,±1
a ragionare di volere gettare per terra la Capella del dittino Michelagnolo , di- AÀrìm VI.
cendo, ch'ell'era vna stufa d'ignudi ; E (prezzando tutte le buone Pitture , e le poco intende».
fatue, le chiamaua lasciuie dei mondo, ecose obbrobriose , & abomineuol^la " **"* ^^
guai colà fu cagione , che non pure Antonio , ma tutti gli altri belli ingegni si '?'"? ",
fermarono in tanto, che al tempo di quello Pontefice non silauorò ,non che al rodi'pimW
tro, quali punto alla fabbrica di S. Pietro, alla quale doueua pur almenoessere Buonmti, '
affettionato,poiché dell'altre cose mondane si volle tanto mostrare nimico. Per-
ciò dunque, attendendo Antonio a cose di non molta importanza , ressaurò sor-
co quello Pontefice le naui picciole della Chela di S. Giacomo de gli Spagnaio-
li, & accomodò la facciata dinanzi con bellissimi lumi. Fece lauorare il Taber-
nacolo dell'lmagine di Ponte di triuertino, il quale, benché picciolo sia , hà pe-
rò molta gratia; nel quale poi lauorò Perini del Vaga a sreseo vna bella operet-
ta. Erano g'à le pouere virtù, per Lo viuere d'Adriano, mal condotte, quando il
Cielonnoslo a pietà di quelle, volle con la mort e d'vno,farne risusci'ar mille,
onde lo leuò del mondo,e gli fece dar luogo a chi meglio doueua tenere tal gra-
do, e con altro animo gcuernarc le cose del mondo ; perche creato Papa Cle- Comete VII.
mente Settimo, pieno d generosità, seguitandob vestigie di Leone, e de gli al- rinomò le vir.
tri antecediti della sua Illustrissima famiglia, si pensò,che battendo nel Cardina- sà de fu^
lato satto belle memorie, douesse nel Papato auanzare tutti gli altri di rinoua-
nienti di fabbriche, & adornamenti . Quella elettrone fù adunque di refrigerio a
molti virtuosi; & a 1 timidi, & ingegno!] animi,che si erano auuiliti, grandissimo
fiato, e desideratissima vita,i quali perciò risornendo,fecero poi quell'opere bel-
lissime,che al prelente veggiamo; E primieramente Antonio, per commissione
di Sua Santità messo in opera , subito rifece vncortile in Palazzo , dinanzi alle
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didimo commodo, e bellezza, perche deue si andana prima, per certe vie (for-
te, e strette; allargandole Antonio, e dando loro miglior sorma , le fece commo-
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perche Papa Giulio Terzo ne leuò le colonne , che vi erano di granito , per or-
narne la sua vigna, & alterò ogni cosa. Fece Antonio in banchi la facciata della
Zecca vecchia di Roma , con bellissima gratia , in quell' angolo girato in tondo,
che ètenuto cosa difficile, e miracolosa , & in quell'opera mise l'arme del Papa.
Rifondò il redo delle loggie Papali ,che per la morte di Leone non s'erano fini-
te, e per la poca cura d'Adriano non s'erano continuate,ne tocche, e così secon-
do il volere di Clemente , furono condotte a virino fine . Dopo , volendo Sua
Santità fortificare Parma, e Piacenza, dopo molli dsegni,e modelli , che da di-
uersi furono fatti, fù mandato Antonio in que'luoghi, e seco Giulian Leno solle-
citatore di quelle fortisicationi ; E là arrivati , effendo con Antonio Labaco suo
Creato, Pier Francesco da Viterbo; Ingegnere valentisTimo,e Michele da S.Mi-
chele, Architetto Veronese, tutti insieme condussero a persettione idisegni di
quelle fortificationi; Il che fatto, rimanendo gli altri, se ne tornò Antonio a Ro-
ma, doue essendo poca commodità di danze in Palazzo>ordinò Papa Clemente, ss^rt^e^c
che Antonio sopra la ferrarla cominciale quelle doue si fanno i concistori publi- invocano, e
ci, le quali furono in modo condotte7che il Pontefice ne rimase sodisfatto, e fe- "'{'" fodera
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pericolosa molto, per tanto rifondare • E nel vero in quello Antonio valle assai,
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Parma, e Pù^
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