¥11
, haueuano nè ordine,nè misura,ne proportene alcuna,anzi cucce stroppiate,fuot
3m^n dal di (quadra,e senza gratia, ò commodo ninno. Le quali tutte cose non palarono
°r senza carico del Tribolo, il quale intendendo , come faceua, assai, non pareua,
Affino a che douesse comportare, che il suo Principe gettasse via i danari ,& a lui faces-
se quella vergogna in sù gli occhi ; E che è peggio, non doueua comportare.,
cotali cose al Tallo, che gli era amico . E ben conobbero gli huomini di giudi-
ciò la prosontione, epazzia dell'vno, in voler fare quell'arte, che non sapeua,&
il Emular dell' altro,che affermaua quello piacergli, che certo sapeua,che staua
male ; E di ciò facciano fede I'opere,che Giorgio Vaiati hà hauuto a guadare in
palazzo, con danno del Duca, e molta vergogna loro. Ma egiauuenne al Tri-
bolo quello, che al Tallo, percioche sicome il Tallo lasciò 1' intagliare di legna-
me , nel quale esercitio non haueua pari, e non fu mai buono architettore, per
,. hauer lasciato va' arte, nella quale molto valeua, e datoli a vn° altra della quale
. non sapeua straccio , e gli apportò poco honore ; così il T ribolo lasciando lo
n^rpum . g.ufcura,ne|]a quale si può dire con verità,che falle molto eccellente, e faceua
stupire ogn'vno ; e datoli a volere dirizzare fiumi, l'vna non seguicò co suo ho-
• • nore,e l'altra gli apportò anzi danno,e biasimo, che honore, & vtile ; percioche
non gli "a'" (asfettare i fiumi, e si fece molti nemiche particolarméte in quel di
% Fitti. Trapper conto di Bisentio,& in Valdmieuole in molti luoghi.Hauendo poi co-
prato il Duca Cosimo il palazzo de' Pitti , del quale si è in altro luogo ragiona-
to,e desiderando S.Eccellenza d'adornarlo di giardini,boschi,e fontane,e viuai,
Và#ll' Ifola & altre cole limili , fece il Tribolo tutto lo spartimento del Monte in quel mo-
0 Elbl, & do,ch'egli stà, accomodando tutte le cose có bel giudicio a i luoghi loro,se ben
^^1^; poi alcune cose sono state mutate in molte parti del giardino; Del qual palaz-
zo de' Pitti,che è il più bello d'Europa,si parlerà altra volta con migliore occa-
sione. Dopo quelle cose fù mandato il Tribolo da Sua Eccellenza nell'Isolo,
Trova al fuo dell'Elba, non (olo perche vedesse la Città,e Porto,che vi haueua fatta fare, ma
ritorniti,^ ancora perche delle ordine di condurre vn pezzo di granito tondo di dodici
lo di Firenze braccia per diametro , del quale si haueua a lare vna tazza per lo prato grande
[degnato per lo ^ pitti, ]a quale riceuesse l'acqua della fonte principale. Andato dunque colà il
rotture de fa. Trjbo|o,e fitta fare vna scafa a porta, per còdurre quella tazza, & ordinato a gli
me dalai raf. Scarpini j| modo di condurla, (e ne tornò a Firenze ; dotte non fù sì torto ar-
riuato, che trottò ogni cosa pieno di rumori, e maledittioni contra di se, hauédo
di que' giorni le piene,&: inondazioni fatto grandinimi danni intorno a que' fiu-
mi , ch'egli haueua rassettati, ancorché fosse, non per suo d ferro, in rutto fosse
ciò auuenuto. Communque fosse, ò la malignità d'alcuni mmistri,e forsè l'inui-
diarò che pure fusse così il vero, fù di tutti que' danni data la colpa al Tribolo, il
quale non essendo di molto animo, & anzi scarso di partiti, che nò, dubitando,
che la malignità di qualcheduno non gli facesse per sere la graria del Duca , si
ftaua di malissi ua voglia , quando gli sopragiunse , emendo di debole comples-
sione , vna grandissima febre adì zo. d'Agofto l' anno i550. nel qual tempo ,
essendo Giorgio in Firenze, per far condurre a Roma i marmi delle sepolture ,
che Papa Giulio Terzo fece fare in S. Pietro a Montorio, come quelli, che_,
veramente amaua la virtù del Tribolo , lo visirò , e confortò , pregandolo , che
non pensrfse se non alla sinità, che guarito si ritraesse a finire l'opera di Cartel-
lo, lasciando andate t fiumi; che più corto poteuano assogargli la fama , che_, ,
fargli vtile, ò honore aerano © La qual cosa, come promise di voler fare ,
ha-
fatati B
Per „eso tra
vaglio smfcr«
fonerà
ty^is
fflb^
ùise^
fólxbcq
lihiranrik
^hanne
kbebb
lagena
im quell
pd/G
Svoglia
Là&
Tribolo,fo
pio mano
Villeil'T
ksepolmri
itefiglino
te le cose1
prelibi
fcroki
VI
Quello,i
hnno rii
F^ehi
Tutori 6
Wlw,
^ta
^elh
^Attor
^fy
Ima
%olon
Heh^
^filli
, haueuano nè ordine,nè misura,ne proportene alcuna,anzi cucce stroppiate,fuot
3m^n dal di (quadra,e senza gratia, ò commodo ninno. Le quali tutte cose non palarono
°r senza carico del Tribolo, il quale intendendo , come faceua, assai, non pareua,
Affino a che douesse comportare, che il suo Principe gettasse via i danari ,& a lui faces-
se quella vergogna in sù gli occhi ; E che è peggio, non doueua comportare.,
cotali cose al Tallo, che gli era amico . E ben conobbero gli huomini di giudi-
ciò la prosontione, epazzia dell'vno, in voler fare quell'arte, che non sapeua,&
il Emular dell' altro,che affermaua quello piacergli, che certo sapeua,che staua
male ; E di ciò facciano fede I'opere,che Giorgio Vaiati hà hauuto a guadare in
palazzo, con danno del Duca, e molta vergogna loro. Ma egiauuenne al Tri-
bolo quello, che al Tallo, percioche sicome il Tallo lasciò 1' intagliare di legna-
me , nel quale esercitio non haueua pari, e non fu mai buono architettore, per
,. hauer lasciato va' arte, nella quale molto valeua, e datoli a vn° altra della quale
. non sapeua straccio , e gli apportò poco honore ; così il T ribolo lasciando lo
n^rpum . g.ufcura,ne|]a quale si può dire con verità,che falle molto eccellente, e faceua
stupire ogn'vno ; e datoli a volere dirizzare fiumi, l'vna non seguicò co suo ho-
• • nore,e l'altra gli apportò anzi danno,e biasimo, che honore, & vtile ; percioche
non gli "a'" (asfettare i fiumi, e si fece molti nemiche particolarméte in quel di
% Fitti. Trapper conto di Bisentio,& in Valdmieuole in molti luoghi.Hauendo poi co-
prato il Duca Cosimo il palazzo de' Pitti , del quale si è in altro luogo ragiona-
to,e desiderando S.Eccellenza d'adornarlo di giardini,boschi,e fontane,e viuai,
Và#ll' Ifola & altre cole limili , fece il Tribolo tutto lo spartimento del Monte in quel mo-
0 Elbl, & do,ch'egli stà, accomodando tutte le cose có bel giudicio a i luoghi loro,se ben
^^1^; poi alcune cose sono state mutate in molte parti del giardino; Del qual palaz-
zo de' Pitti,che è il più bello d'Europa,si parlerà altra volta con migliore occa-
sione. Dopo quelle cose fù mandato il Tribolo da Sua Eccellenza nell'Isolo,
Trova al fuo dell'Elba, non (olo perche vedesse la Città,e Porto,che vi haueua fatta fare, ma
ritorniti,^ ancora perche delle ordine di condurre vn pezzo di granito tondo di dodici
lo di Firenze braccia per diametro , del quale si haueua a lare vna tazza per lo prato grande
[degnato per lo ^ pitti, ]a quale riceuesse l'acqua della fonte principale. Andato dunque colà il
rotture de fa. Trjbo|o,e fitta fare vna scafa a porta, per còdurre quella tazza, & ordinato a gli
me dalai raf. Scarpini j| modo di condurla, (e ne tornò a Firenze ; dotte non fù sì torto ar-
riuato, che trottò ogni cosa pieno di rumori, e maledittioni contra di se, hauédo
di que' giorni le piene,&: inondazioni fatto grandinimi danni intorno a que' fiu-
mi , ch'egli haueua rassettati, ancorché fosse, non per suo d ferro, in rutto fosse
ciò auuenuto. Communque fosse, ò la malignità d'alcuni mmistri,e forsè l'inui-
diarò che pure fusse così il vero, fù di tutti que' danni data la colpa al Tribolo, il
quale non essendo di molto animo, & anzi scarso di partiti, che nò, dubitando,
che la malignità di qualcheduno non gli facesse per sere la graria del Duca , si
ftaua di malissi ua voglia , quando gli sopragiunse , emendo di debole comples-
sione , vna grandissima febre adì zo. d'Agofto l' anno i550. nel qual tempo ,
essendo Giorgio in Firenze, per far condurre a Roma i marmi delle sepolture ,
che Papa Giulio Terzo fece fare in S. Pietro a Montorio, come quelli, che_,
veramente amaua la virtù del Tribolo , lo visirò , e confortò , pregandolo , che
non pensrfse se non alla sinità, che guarito si ritraesse a finire l'opera di Cartel-
lo, lasciando andate t fiumi; che più corto poteuano assogargli la fama , che_, ,
fargli vtile, ò honore aerano © La qual cosa, come promise di voler fare ,
ha-
fatati B
Per „eso tra
vaglio smfcr«
fonerà
ty^is
fflb^
ùise^
fólxbcq
lihiranrik
^hanne
kbebb
lagena
im quell
pd/G
Svoglia
Là&
Tribolo,fo
pio mano
Villeil'T
ksepolmri
itefiglino
te le cose1
prelibi
fcroki
VI
Quello,i
hnno rii
F^ehi
Tutori 6
Wlw,
^ta
^elh
^Attor
^fy
Ima
%olon
Heh^
^filli