VITA DI BACCIO BANDINELLL 419
Carrara, insume co'marmi della facciata di S.Lorenzo di Firenze,vn'altro pez-
zo di marmo alto braccia none , e mezo, e largo cinque braccia dappiedi . Iq
quello marmo Michelagnolo Buonaroti haueua fatto pensiero di far'vn Gigan-
te in pedona d'Hercole',che vccidesse Cacco , per metterlo in piazza a cantoni
Dauide Gigante , fatto già prima da lui , per essere l'vno, e l'altro , e Dauide, &
Hercole , inlegna del Palazzo , e fattone più disegni , e variati modelli , haueua
cerco d'hauere il fauore di Papa Leone, e del Cardinale Giulio de' Medici , per-
cioche diceva, che quei Dauide haueua molti difetti causati da Maellro Andrea
Scultore, che l'haueua prima abbozzato , e guado. Ma per la morte di Leone,
rimase allhora in dietro la facciata di S. Lorenzo, e quello marmo. Ma dipoi a
Papa Clemente, essendo venuta voglia di seruirsi di Michelagnolo,per le sepol-
ture de gli Heroidi casa Medici, le quali voleua , che si facessino nella Sagrestia
di S.Lorenzo, bisognò di nuovo cavare altri marmi. Delle spese di quelle ope-
re teneua i conti , è n'era capo Domenico Boninsegni. Collui tentò M chela-
gnolo a far compagnia seco secretamente sopra del lavoro di quadro della fac-
ciata di San Lorenzo. Ma ricusando Michelagnolo , e non piacendogli ,che la
virtù sua s'adopeialTe in defraudando il Papa, Domenico gli pose tanto odio,che
fempre andava opponendoli alle cose sue, per abbaiarlo , e noiarlo , ma ciò co-
pertamente faceva. Operò adunque, che la facciata si dimettesse, e tirasse man-
zi la Sagrestia, le quali diceva, ch'erano due opere da tenere occupato Michela-
gnolo molti anni. Et il marmo da fare il Gigante, persuase al Papa, che si delle a
Baccio, il quale allhora non haueua che fare,dicendo, che Sua Santità,per que-
sta concorrenza di due sì grandihuomini , sarebbe meglio , e con più diligenza,
e prestezza seruita, Limolando l'emulatione l'vno, e l'altro all'opera sua . Piac-
que il consiggo di Domenico al Papa , efecondo quellosifece, Baccioottenu- Modello bela
co il marmo, fece vn modello grande di cera , ch'era Hercole , il quale hauen- lissimo dima
dorinchiuso il capo di Cacco, con vn ginocchio , tra due salli , col braccio sini- fo^< d Erto.
Aro lo stringeua con molta forza , tenendotelo sotto frà le gambe rannicchiato, (' /*"" . "?
inettitudine travagliata, dove mostraua a Cacco il patire suo , e la violenza , e 1'""'^ ^M^
pondo d'Hercole sopra di se, che gli faceva scoppiare ogni minimo muscolo per ™'%"° 00
tutta la persona. Parimente Hercole con la teda chinata vedo il nemico appres-
so, e digrignando, e strignendo i denti, alzava il braccio deliro, e con molta fie«
rezza rompendogli la tetta , gii dauacol basfone l'altro colpo. Inteso c'hebbe
Michelagnolo, che'l marmo era dato a Baccio,ne sentì grandissimo dispiacere,e
per opera, che facesse intorno a ctò , non potette mai volgere il Papa in contra-
zioni fattamente gli era piacciuto il modello di Baccio,al quale s'aggiugneuano
le promesse, & i vanti,vantandoli lui di passare il Dauide di Michelagnolo,& es-
sendo ancora aiutato dal Boninsegni, il quale diceva, che Michelagnolo voleua
ogni cosa per se. Così fu priva la Città d'vn'ornamento raro , quale indubitate
niente sarebbe stato quel marmo, informato della mano del Buonaroti. Il so
pradetto modello di Baccio si trova hoggi nella guardarobba del Duca Cosim%
eda lui tenuto carissimo, e da gli Artefici cosa rara . Fù mandato Baccio a Care
rara a veder quello marmo,& a'capomaestri dell'opera di Santa Maria del Fiore
si dette commissione,che lo conducessero per acqua insino a Signa,sù per lo fiu-
me d'Arno. Quivi condotto il marmo vicino a Firenze otto miglia , nel comin-
ciarlo a cavare del fiume, per condurlo per terra,essendo il fiume bado da Signa.
a Firenze,cadde il marmo nel fiume,e tanto per la sua grandezza s'assondò nella
rena, che icapomacstii non potettero per ingegni, che videro , trarrtelo fuor&
Carrara, insume co'marmi della facciata di S.Lorenzo di Firenze,vn'altro pez-
zo di marmo alto braccia none , e mezo, e largo cinque braccia dappiedi . Iq
quello marmo Michelagnolo Buonaroti haueua fatto pensiero di far'vn Gigan-
te in pedona d'Hercole',che vccidesse Cacco , per metterlo in piazza a cantoni
Dauide Gigante , fatto già prima da lui , per essere l'vno, e l'altro , e Dauide, &
Hercole , inlegna del Palazzo , e fattone più disegni , e variati modelli , haueua
cerco d'hauere il fauore di Papa Leone, e del Cardinale Giulio de' Medici , per-
cioche diceva, che quei Dauide haueua molti difetti causati da Maellro Andrea
Scultore, che l'haueua prima abbozzato , e guado. Ma per la morte di Leone,
rimase allhora in dietro la facciata di S. Lorenzo, e quello marmo. Ma dipoi a
Papa Clemente, essendo venuta voglia di seruirsi di Michelagnolo,per le sepol-
ture de gli Heroidi casa Medici, le quali voleua , che si facessino nella Sagrestia
di S.Lorenzo, bisognò di nuovo cavare altri marmi. Delle spese di quelle ope-
re teneua i conti , è n'era capo Domenico Boninsegni. Collui tentò M chela-
gnolo a far compagnia seco secretamente sopra del lavoro di quadro della fac-
ciata di San Lorenzo. Ma ricusando Michelagnolo , e non piacendogli ,che la
virtù sua s'adopeialTe in defraudando il Papa, Domenico gli pose tanto odio,che
fempre andava opponendoli alle cose sue, per abbaiarlo , e noiarlo , ma ciò co-
pertamente faceva. Operò adunque, che la facciata si dimettesse, e tirasse man-
zi la Sagrestia, le quali diceva, ch'erano due opere da tenere occupato Michela-
gnolo molti anni. Et il marmo da fare il Gigante, persuase al Papa, che si delle a
Baccio, il quale allhora non haueua che fare,dicendo, che Sua Santità,per que-
sta concorrenza di due sì grandihuomini , sarebbe meglio , e con più diligenza,
e prestezza seruita, Limolando l'emulatione l'vno, e l'altro all'opera sua . Piac-
que il consiggo di Domenico al Papa , efecondo quellosifece, Baccioottenu- Modello bela
co il marmo, fece vn modello grande di cera , ch'era Hercole , il quale hauen- lissimo dima
dorinchiuso il capo di Cacco, con vn ginocchio , tra due salli , col braccio sini- fo^< d Erto.
Aro lo stringeua con molta forza , tenendotelo sotto frà le gambe rannicchiato, (' /*"" . "?
inettitudine travagliata, dove mostraua a Cacco il patire suo , e la violenza , e 1'""'^ ^M^
pondo d'Hercole sopra di se, che gli faceva scoppiare ogni minimo muscolo per ™'%"° 00
tutta la persona. Parimente Hercole con la teda chinata vedo il nemico appres-
so, e digrignando, e strignendo i denti, alzava il braccio deliro, e con molta fie«
rezza rompendogli la tetta , gii dauacol basfone l'altro colpo. Inteso c'hebbe
Michelagnolo, che'l marmo era dato a Baccio,ne sentì grandissimo dispiacere,e
per opera, che facesse intorno a ctò , non potette mai volgere il Papa in contra-
zioni fattamente gli era piacciuto il modello di Baccio,al quale s'aggiugneuano
le promesse, & i vanti,vantandoli lui di passare il Dauide di Michelagnolo,& es-
sendo ancora aiutato dal Boninsegni, il quale diceva, che Michelagnolo voleua
ogni cosa per se. Così fu priva la Città d'vn'ornamento raro , quale indubitate
niente sarebbe stato quel marmo, informato della mano del Buonaroti. Il so
pradetto modello di Baccio si trova hoggi nella guardarobba del Duca Cosim%
eda lui tenuto carissimo, e da gli Artefici cosa rara . Fù mandato Baccio a Care
rara a veder quello marmo,& a'capomaestri dell'opera di Santa Maria del Fiore
si dette commissione,che lo conducessero per acqua insino a Signa,sù per lo fiu-
me d'Arno. Quivi condotto il marmo vicino a Firenze otto miglia , nel comin-
ciarlo a cavare del fiume, per condurlo per terra,essendo il fiume bado da Signa.
a Firenze,cadde il marmo nel fiume,e tanto per la sua grandezza s'assondò nella
rena, che icapomacstii non potettero per ingegni, che videro , trarrtelo fuor&